La gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) in Italia si fonda sull’attività responsabile e capace dei diversi attori della filiera, che agiscono in maniera sinergica dando vita ad un vero e proprio sistema. Al centro del sistema, multiconsortile e regolamentato, vi è il Centro di Coordinamento RAEE, ente che opera sotto la supervisione del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica e di quello delle Imprese e del made in Italy, con l’obiettivo di ottimizzare la raccolta, il ritiro e la gestione dei RAEE a livello nazionale.

Il Centro di Coordinamento è partecipato da 13 Sistemi Collettivi dei produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) provenienti dai nuclei domestici, che hanno l’obbligo per legge di aderirvi, e da uno di produttori di AEE professionali. I Sistemi Collettivi sono consorzi senza fini di lucro che gestiscono il recupero dei RAEE, nei quantitativi proporzionali alla quota di mercato detenuta dai rispettivi produttori di AEE che li costituiscono. I produttori di AEE fondano i Sistemi Collettivi per adempiere alla responsabilità normativa della gestione, anche in termini economici, dell’intero ciclo di vita dei prodotti immessi sul mercato, gestione del fine vita incluso.

I RAEE vengono raccolti nei centri di raccolta comunali, messi a disposizione dei cittadini da parte dei Comuni, e nei luoghi di raggruppamento dove la distribuzione raccoglie quelli riconsegnati dai consumatori. Attualmente sono 4.907 i siti che raccolgono i rifiuti elettronici nell’ambito del sistema RAEE: 4.279 centri di raccolta comunali e 628 luoghi di raggruppamento della distribuzione.

Numero di siti di raccolta per regione

Fonte: CdC RAEE

I rifiuti elettronici raccolti nell’ambito del sistema vengono trattati e le materie prime seconde vengono recuperate presso impianti certificati. I Sistemi Collettivi hanno infatti l’obbligo di consegnare i RAEE ritirati esclusivamente ad aziende del trattamento che hanno ottenuto una certificazione a seguito del superamento di audit condotti da verificatori terzi formati dal Centro di Coordinamento.

Dislocazione delle aziende del trattamento certificate sul territorio nazionale (31/12/2022)

Fonte: CdC RAEE

Il sistema RAEE è regolamentato dal D. Lgs. 49/2014 che definisce il principio della responsabilità estesa dei produttori, disciplina la gestione e il corretto trattamento dei RAEE e identifica il target di raccolta europeo: il 65% del peso medio delle AEE immesse sul mercato nei tre anni precedenti. La normativa non si ferma agli obblighi dei produttori, regola anche la raccolta dei rifiuti elettronici da parte dei Comuni e della distribuzione. I retailers di elettronica, in particolare, hanno l’obbligo di ritirare i RAEE a fronte dell’acquisto di nuovi prodotti equivalenti da parte dei consumatori (ritiro 1 contro 1 - D.M. 65/2010); nei casi in cui dispongano di una superficie di vendita superiore a 400 mq hanno l’obbligo di ritirare i rifiuti elettronici di dimensioni inferiori ai 25 cm consegnati dai consumatori senza che acquistino nulla in cambio (ritiro 1 contro 0 - D.M. 121/2016).

I RAEE vengono raccolti in contenitori diversi a seconda del raggruppamento di appartenenza. I cinque raggruppamenti sono stabiliti dal Decreto 40/2023:

-          R1: Apparecchiature per lo scambio di temperatura con fluidi, come frigoriferi, condizionatori, asciugatrici…;

-          R2: Altri grandi bianchi, come lavatrici, lavastoviglie, cappe…;

-          R3: Tv e monitor;

-          R4: IT e Consumer electronics, apparecchi di illuminazione, piccoli elettrodomestici e altro;

-          R5: Sorgenti luminose, come lampade e tubi fluorescenti e LED.

Relativamente alla raccolta, nel 2022 l’Italia ha raggiunto un volume pari a poco più di 361.000 tonnellate di RAEE, un quantitativo in calo del 6,2% rispetto al 2021. La diminuzione dei volumi ha riguardato quasi tutte le regioni italiane, eccetto la Sicilia (+4,7%) e la Puglia (+2,7%).

La contrazione è dovuta al calo delle vendite di AEE, con la conseguente dismissione di minori quantitativi di apparecchiature, e alla riduzione dell’impatto del Bonus Tv, che ha generato una spinta all’acquisto dei nuovi televisori e all’avvio a riciclo dei vecchi più forte nel 2021 che nel 2022. Ma se queste spiegazioni giustificano il calo, ve ne è un’altra che non può che considerarsi causa: la dispersione dei RAEE, originata dall’attribuzione ai rifiuti elettronici di un codice EER non corretto, dall’esistenza di flussi paralleli, non ufficiali, di gestione dei RAEE e dal mancato conferimento, soprattutto di quelli di piccole dimensioni, da parte dei cittadini.

Ne deriva il mancato raggiungimento del target di raccolta stabilito dall’Unione Europea: il nostro Paese si ferma al 34% a fronte del già citato obiettivo del 65%. È un obiettivo ambizioso, anche altri Paesi europei hanno ancora strada da fare per avvicinarsi, ma che mostra l’importanza di lavorare in maniera sinergica per incrementare la raccolta.

Incrementare la raccolta per l’Italia significa raddoppiare i volumi avviati a riciclo: è sfidante ma, con l’impegno di istituzioni, attori della filiera e cittadini, non impossibile. Maggiori controlli da parte dei soggetti preposti per intercettare i RAEE non avviati a corretto trattamento, attività di comunicazione locali o su scala nazionale, maggiore capillarità dei servizi di raccolta per i cittadini sono alcune delle attività  cui rivolgere l’attenzione. Ne gioverebbero l’ambiente, la salute umana e il sistema paese: gli impianti di trattamento avrebbero a disposizione i quantitativi di RAEE necessari per giustificare nuovi investimenti nello sviluppo di tecnologie ancora più avanzate. Questi che consentirebbero al nostro Paese di recuperare le materie prime critiche, ridurre la dipendenza dall’estero e avvicinarsi agli obiettivi di recupero fissati dalla Comunità Europea.