Presso il dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Roma “Tor Vergata” lo studio dei motori per propulsione è anche finalizzato allo sviluppo di soluzioni ad-hoc per il funzionamento con miscele ultra-magre di gas naturale.
L’uso del gas naturale come combustibile alternativo per l’alimentazione di motori per autotrazione leggera e pesante ha subito un notevole aumento negli ultimi anni. Alla base di questa crescente diffusione, da una parte la scoperta di nuove riserve e quindi una aumentata disponibilità, dall’altra le caratteristiche fisico-chimiche del metano
Il cambiamento climatico rappresenta una della più grandi sfide del secolo. I suoi impatti e la sua soluzione avranno ripercussioni fondamentali sull’economia, la società, l’ambiente e la tecnologia. Il recente rapporto dell’IPCC, Global Warming of 1.5 °C, ha evidenziato ancora una volta l’entità della sfida climatica, sottolineando gli impatti attesi e delineando le strategie di soluzione. Il rapporto ha mostrato come i danni climatici - in particolare per gli ecosistemi - siano sensibili all’aumento della temperatura e come il “risparmio” di mezzo grado Celsius (da 2 a 1,5° C) possa permettere di ridurre i rischi. Ha altresì chiarito la necessità di ridurre le emissioni in pochi decenni, portandole a zero a metà secolo, e come questo livello di ambizione sia incompatibile con le politiche attuali.
Gli allarmi si susseguono, anche se molti li ignorano e altri non li condividono. Ma il climate change è una realtà che tocca tutti in tutto il mondo, sebbene in modo differenziato. Recentemente gli scienziati dell’IPCC (International Panel on Climate Change), che da decenni ci avvertono del pericolo dei gas serra e del riscaldamento globale, sono stati ancora più drastici: abbiamo, come pianeta, non più di 12 anni per tagliare le emissioni e fermare l’innalzamento della temperatura media del globo, dopo di che l’effetto sarà irreversibile e il pianeta Terra andrà incontro a catastrofi ingestibili come lo scioglimento delle calotte polari e dei ghiacciai, la desertificazione, l’innalzamento dei mari e altri effetti poco piacevoli.
L’Accordo di Parigi riconosce l’inevitabile cambiamento climatico che sta interessando il nostro pianeta e impegna tutti i paesi ad affrontare questo problema di natura globale. Per reagire in modo appropriato, è di primaria importanza monitorare i cambiamenti in corso. A tal proposito, nell’ambito di un migliorato quadro di trasparenza definito nella Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), sono stati previsti meccanismi di monitoraggio delle emissioni di gas a effetto serra. In occasione della 23° Conferenza delle Parti (COP23), l'UNFCCC ha evidenziato la rilevanza del monitoraggio basato sull'osservazione sia per poter disporre di dati aggiuntivi sugli attuali andamenti delle emissioni antropogeniche globali di gas serra sia in vista dell’Inventario Globale delle Emissioni (Global Stocktake)
Il cambiamento in atto non è unicamente legato all’innalzamento delle temperature medie, bensì a una modifica globale dell’intero sistema climatico, con ovvie ripercussioni sugli ecosistemi che portano trasformazioni dirette anche sull’attività agroalimentare, sulla sicurezza alimentare e su trend e modalità di consumo. Nelle colture, e quindi per quanto attiene alla produzione di materie prime - che per il Gruppo Illy comprendono caffè, tè, cacao, vino e frutta - uno degli esempi da noi rilevati di maggiore incidenza delle variazioni climatiche riguarda il vino. Fino a 30 anni fa la produzione di vino, quasi esclusivamente Sangiovese da uva rossa realizzato dalla nostra azienda Mastrojanni a Montalcino, nel cuore della Toscana, raggiungeva di media una gradazione di 13% vol.
E’ ormai assodato che gli impianti e gli apparecchi per il riscaldamento civile e domestico hanno, nella stagione invernale, un peso significativo come sorgenti di inquinamento atmosferico, insieme alle emissioni da traffico e a quelle industriali.
Il settore residenziale è la principale fonte di emissione primaria di molti inquinanti atmosferici fra i quali primeggiano il monossido di carbonio (CO), gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e soprattutto il particolato atmosferico (PM), che fra tutti è considerato il più pericoloso in quanto, nella sua frazione più fine, è in grado di veicolare nell’organismo sostanze potenzialmente dannose per la salute umana.
Quando si discute di qualità dell’aria, ovvero degli inquinanti aerodispersi - come il PM10-PM2,5 (polveri grossolane diametro D: 10 - 2,5 μm), il PM1 (polveri ultrafini Dqualità del combustibile diventa un parametro fondamentale per poter valutare l’efficienza/efficacia degli impianti di produzione dell’energia termica, delle combustioni realizzate ed infine delle emissioni connesse.
Al fine di conseguire gli obiettivi climatici definiti dalla politica globale ed europea, tutti i settori economici sono chiamati a dare il proprio contributo. La riduzione delle emissioni di gas serra è il principale parametro di riferimento, e l'obiettivo ultimo è quello di limitare a 2° centigradi l'aumento della temperatura mondiale rispetto ai livelli pre-industriali. L'Unione europea si è spinta oltre, fissando ulteriori ambiziosi target, come la riduzione delle proprie emissioni del 40-45% al 2030 e l’azzeramento delle emissioni nette entro la metà del secolo.
A partire dal Dieselgate è cominciata una campagna di demonizzazione dei motori a gasolio: Parigi, Copenaghen, Stoccolma, Oslo e, forse, Roma hanno annunciato il divieto di circolazione per i veicoli diesel dal 2025. La Germania ha concesso maggiore autonomia ai comuni che ne vorranno limitare l’utilizzo; in Italia, Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna prevedono lo stop dei diesel Euro 4 a partire dal 2020. Insomma, stiamo assistendo alla fine di un’epoca? A che prezzo?
I vantaggi ambientali, l’efficienza e la flessibilità spingono l’utilizzo del gas naturale e del gas rinnovabile nelle aree urbane, che entro il 2040 concentreranno il 90% della crescita dei consumi a livello globale.
Il gas naturale è una fonte energetica essenziale per le nostre città. Dotato di una maggiore intensità di energia rispetto a carbone e petrolio, il gas è in grado di sostenere l'elevato fabbisogno di case e industrie contenendo allo stesso tempo l'inquinamento atmosferico, poiché produce livelli di biossido di zolfo e ossido di azoto sostanzialmente nulli, così come di particolato.