::

ARCHIVIO | 8 ARTICOLI

PNIEC ed elettricità: nessuna novità

A chi segue con regolarità i processi di decarbonizzazione dei sistemi elettrici, il Piano Nazionale Integrato Clima ed Energia (PNIEC) non dice molto di nuovo. Sarà l’effetto di uno sguardo inevitabilmente veloce a un documento che si compone di 415 pagine articolate secondo una struttura espositiva poco lineare, ma sembra il compito diligentemente svolto da tre Ministeri per soddisfare le scadenze previste dall’Unione Europea. La prima impressione è che la sua lettura rischi di ingenerare più confusione che chiarezza sulle strategie che si intendono perseguire. E più scoramento che fiducia sulla realizzazione degli obiettivi.

Aste e regolazione: facciamo come in Germania

Uno dei primi testi che mi fu consigliato di leggere quando ero un giovane apprendista nel settore dell’energia aveva un titolo evocativo: “Energy today and tomorrow: living with uncertainty”. Quel libro condensava anni di esperienza maturata da studiosi del calibro di Joel Darmstader e di Hans Landsberg nel centro di ricerca Resources For the Future, che è ancora oggi considerato uno dei più autorevoli think tank internazionali in materia di energia e ambiente.

Come hanno reagito i sistemi elettrici europei al lockdown?

Tra le diverse e variegate ripercussioni che il lockdown da poco concluso ha avuto sulla vita sociale ed economica dei maggiori paesi europei, vi sono senz’altro le ricadute sui rispettivi sistemi elettrici. Il tentativo di analisi cominciato la scorsa settimana sul blog della Rivista Energia si pone come scopo proprio quello di verificare gli effetti di breve periodo dello shock di domanda inferto dal lockdown sul funzionamento dei sistemi elettrici e dei mercati all’ingrosso. Siamo di fronte a uno stress test reale e quindi a un caso più unico che raro in economia.

PPA: la lezione americana e la situazione italiana

Nella prospettiva di una progressiva scomparsa degli incentivi alle fonti rinnovabili elettriche (FER), è la possibile combinazione di bancabilità e addizionalità degli investimenti legati a un Power Purchase Agreement (PPA) a suscitare l’attenzione dei policy makers. Specie negli Stati Uniti, dove il fenomeno è maggiormente diffuso e la quota della nuova potenza rinnovabile associata a PPA con clienti finali è arrivata a coprire quasi la metà del totale degli investimenti in FER.

La Gran Bretagna e lo strano caso del capacity market

Il 15 novembre 2018 una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha annullato per motivi procedurali la decisione con la quale la Commissione Europea aveva autorizzato il capacity market proposto dal Governo inglese. La società Tempus, una Esco che offre una tecnologia di gestione del consumo di energia elettrica, si era rivolta alla Corte di Giustizia nel 2014. Le contestazioni della società riguardavano principalmente le modalità di partecipazione previste per gli operatori di gestione della domanda.

Mercato interno: cosa dice il Piano Energia e Clima?

Con la presentazione da parte del Governo della “Proposta di Piano nazionale integrato per l’Energia e il Clima” (PNEC) è stato avviato il processo che dovrà portare l’Italia in linea con gli obiettivi europei di decarbonizzazione al 2030. In questa versione iniziale, il PNEC si limita a definire gli obiettivi principali e le loro traiettorie attese, e a descrivere in modo sommario il contenuto della cassetta degli attrezzi da cui si attingerà per condurre il sistema energetico italiano verso i traguardi stabiliti. Esso tuttavia non precisa ancora gli aspetti fondamentali per gli operatori che sono chiamati subito a pianificare investimenti in impianti alimentati da fonti rinnovabili, nelle reti di trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica, negli accumuli e nel trasporto di gas, e che riguardano tempi, condizioni e modi di utilizzo di questi strumenti.

Generazione diffusa o big energy company? È ora di scegliere

In Italia, nella bozza del nuovo decreto per l’incentivazione alle fonti rinnovabili (FER) è evidente un orientamento favorevole alle aste e agli impianti di taglia maggiore. Non dobbiamo, tuttavia, dimenticare che il decreto copre solo il prossimo triennio al termine del quale la strada verso gli obiettivi di produzione FER fissati dalla nuova Strategia Energetica Nazionale (SEN) per il 2030 sarà ancora lunga e tutta da tracciare. Non è un caso se nel testo della SEN ritroviamo fianco a fianco, nell’auspicata market parity, i Power Purchase Agreement (PPA), ovvero il superamento delle aste per gli impianti di taglia maggiore, e l’agevolazione dell’autoconsumo.

Riforma delle tariffe di rete: chi ci guadagna? Ah, saperlo

La riforma delle tariffe di distribuzione dell’energia elettrica non è materia semplice da spiegare in poche righe. Ne è una evidente dimostrazione la campagna istituzionale dell’AEEGSI passata di recente in televisione. Uno spot molto breve, che voleva comunicare l’equità, la trasparenza e l’efficienza della riforma, è stato immediatamente segnalato all’AGCM da una nutrita schiera di associazioni dei consumatori e ambientaliste come pubblicità ingannevole. Mi limiterò pertanto a esporre i contenuti essenziali della riforma e a indicare i suoi principali effetti sui consumatori residenti. Non tratterò in modo approfondito delle utenze non residenti semplicemente per il fatto che la parte di riforma ad esse rivolta ha seguito percorsi e logiche certamente meno trasparenti e meno eque, e probabilmente anche meno efficienti. E non tratterò nemmeno degli impatti della riforma sulle aziende di distribuzione e sugli autoconsumi in regime di scambio della generazione distribuita per esigenze di spazio. 

Execution time: 259 ms - Your address is 18.223.213.177