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Di cosa parliamo quando parliamo di prezzi dei carburanti

Con il ritorno all’accisa piena dal primo gennaio si è alzato un polverone sui prezzi dei carburanti. I dati dicono che l’aumento dei prezzi rilevato è esattamente uguale all’aumento delle accise e che quindi non ci sono elementi per parlare di “speculazione”. Nonostante questo, il governo è intervenuto la scorsa settimana con un decreto-legge, introducendo tra l’altro nuove misure sulla comunicazione dei prezzi.

Carburanti: cronaca di un anno di interventi sui prezzi

C'è voluto poco, meno di un mese da quando la Russia ha invaso l'Ucraina, perché il governo italiano introducesse uno sconto sulle accise dei carburanti. Quasi un anno dopo e dopo un cambio di esecutivo, questo sconto non esiste più e oggi i riflettori sono accesi su cosa succede ai prezzi alla pompa, mentre sullo sfondo si consuma lo scontro tra i benzinai e il nuovo governo.

Il gas dopo la Russia

Due anni fa (11 gennaio 2021) ICE/TTF quotava il gas a poco più di 17 €/MWh. Il 22 dicembre dello stesso anno ha superato i 130. Una settimana prima dell’invasione dell’Ucraina (17 febbraio 2022) era tornato poco sopra i 64 Euro. L’invasione all’inizio lo fa salire ma non troppo. Poi il 3 Marzo schizza a quasi 133; si prende un breve riposo e poi (7 luglio) rischizza oltre i 180. Ad agosto più che schizzare esplode. Il 26 del mese segna 342,864. Poi comincia a scendere, con un piccolo rimbalzino (ma proprio piccolo) in coincidenza con l’esplosione di Nord Stream 1 e 2.

Gasdotti sottomarini: dalla progettazione e alla messa in esercizio

Nel 2020 il mix energetico dell’Ue era composto per il 35% da petrolio e prodotti petroliferi, per il 24% da gas naturale, per il 17% da fonti rinnovabili, per il 13% da energia nucleare e per l’11% da combustibili fossili solidi.

Nord Stream – un “momento Chernobyl’” per le mega-pipelines?

Nell’ultima settimana di settembre, le due linee del gasdotto Nord Stream 1 e una linea del gasdotto Nord Stream 2 sono state colpite da atti di sabotaggio nelle zone economiche esclusive di Danimarca e Svezia. Tali atti hanno provocato massicce fughe di metano e la possibile compromissione permanente delle linee colpite. L’evento segna la potenziale emersione di una nuova fase della partita energetica che sta accompagnando il conflitto in Ucraina.

La NATO e la protezione delle infrastrutture energetiche critiche

La reazione della NATO, a seguito delle esplosioni che hanno danneggiato i gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2 e provocato la conseguente fuoriuscita di gas naturale con un impatto ambientale significativo per l’ecosistema del Mar Baltico, è stata immediata e perentoria, espressione di una volontà comune di garantire e tutelare la sicurezza delle infrastrutture energetiche critiche (gasdotti, oleodotti, elettrodotti, rigassificatori, raffinerie, centrali nucleari, ai quali si aggiungono centrali idroelettriche, parchi eolici ed impianti solari).

Guerra dell’energia: cosa cambia dopo il sabotaggio al Nord Stream?

La guerra in corso non sembra trovare una risoluzione. Al contrario, assistiamo a momenti di escalation che ne rendono sempre più difficile e lontana nel tempo una sua fine. Qualche giorno fa, l’esplosione (o il sabotaggio) al gasdotto Nord Stream ha causato diverse voragini all’impianto, determinando quindi il rilascio di metano nelle acque danesi e nell’atmosfera. È inutile dire quanto si siano inaspriti i toni di una crisi che allontana sempre di più la Russia dall’Europa, entrambe alle prese con gravi difficoltà economiche e sociali. Dell’accaduto e dei possibili risvolti da un punto di vista energetico e della sicurezza, ne abbiamo parlato con Demostenes Floros, Senior Energy Economist presso il CER-Centro Europa Ricerche.

Le potenzialità di Ravenna in termini di occupazione e sicurezza energetica

In un momento di crisi come quello attuale, in cui le imprese sono costrette a ridurre la produzione o peggio a chiudere per il caro energia, costituiscono un barlume di speranza le potenzialità in termini economici e soprattutto occupazionali dei tanti progetti che gravitano intorno all’energia a Ravenna. La città, da sempre uno dei più importanti distretti nazionali ma che ha risentito in negativo delle scelte in ambito energetico dei governi succedutisi in questi anni, potrebbe fungere da volano di crescita per la Pianura Padana ma anche per l’Italia tutta, soprattutto per i risvolti positivi in termini di miglioramento della sicurezza energetica. Ne abbiamo parlato con il Sindaco di Ravenna, Michele De Pascale.

Decarbonizzazione: serve puntare sul mix molecola-elettrone

Il piano REPowerEU, varato a maggio, è l’ultima, in ordine di tempo, delle grandi iniziative della Commissione Europea per accelerare la transizione energetica e nasce dall’urgenza di porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili provenienti dalla Russia, in un contesto di grave crisi socio-politica. La sfida della decarbonizzazione è iniziata però ben prima e l’industria del riscaldamento è tecnologicamente pronta in virtù del fatto che opera in un comparto, quello dell’edilizia, che è strategico ai fini degli obiettivi ambientali perché è responsabile di circa il 36% del totale delle emissioni di gas a effetto serra e del 40% dell’energia complessivamente utilizzata in Europa.

Prestazioni energetiche, ambientali ed economiche di generatori termici anche non convenzionali in edifici residenziali

Il settore edilizio residenziale italiano si sta muovendo verso una fase positiva di rinnovamento. I risultati attesi della cosiddetta “transizione ecologica” riguardano tre macrocategorie di obiettivi: efficienza energetica, salvaguardia ambientale e convenienza economica. Tali obiettivi devono essere perseguiti tramite un approccio sinergico, evitando estremistiche posizioni aprioristiche, specialmente quando si tratta di intervenire su edifici e/o impianti esistenti.

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