At the COP30 Leaders’ Summit on November 7, Brazil announced the Belém 4X Pledge on Sustainable Fuels, a commitment to quadruple production and use of ‘sustainable fuels’ by 2035. Italy was among the promoters, along with Japan and India, and others. As of November 14, another 19 countries have joined, including Canada, Mexico, and the Netherlands.
Ensuring the security of energy supplies has become a central concern for both economic and national security, according to the latest World Energy Outlook (WEO) from the International Energy Agency (IEA). Energy lies at the heart of today’s geopolitical tensions, with traditional risks to fuel supply now accompanied by new threats such as restrictions on critical mineral supplies, and risks to electricity supplies from cyber, operational or weather-related hazards.
Alla COP30 del 7 novembre, il Brasile ha annunciato il Belem 4X Pledge sui combustibili sostenibili, un impegno volto a quadruplicare la produzione e l’uso di “combustibili sostenibili” entro il 2035. L’Italia è stata tra i promotori, insieme ad altri paesi tra cui Giappone e India. Al 14 novembre, altri 19 Stati hanno aderito all’iniziativa, come Canada, Messico e Paesi Bassi.
La trentesima Conferenza delle Parti sul Clima, COP30, è attualmente in corso in Brasile, e nonostante il contesto frenetico è impossibile non notare un’assenza significativa: Trump, Xi Jinping e Modi non partecipano ai negoziati. Eppure, i Paesi da loro guidati restano i tre principali emettitori mondiali: 29,2% la Cina, 11,1% gli Stati Uniti e 8,2% l’India, costituendo insieme quasi la metà delle emissioni globali.
La COP 29, terminata il 22 Novembre 2024 si concludeva con un obiettivo discutibile, ma chiaro: finanziare con un ammontare di 300 miliardi l’anno la transizione climatica dei paesi emergenti tramite l’utilizzo di strumenti di finanza pubblica e privata dei paesi più ricchi entro il 2035. Dati alla mano, i numeri hanno da subito suscitato sentimenti misti e opposti tra le due parti. Da un lato, paesi come l’India e l’Africa hanno manifestato un forte disappunto circa l’insufficienza della quota promessa, esercitando pressioni affinché si potesse aumentare la quota da stanziare.
Assicurare la sicurezza delle forniture energetiche è diventata una preoccupazione centrale sia per l’economia che per la sicurezza nazionale, secondo l'ultimo World Energy Outlook (WEO) dell’Agenzia internazionale per l'energia (AIE). È l’energia il cuore delle tensioni geopolitiche odierne, con i rischi tradizionali per il rifornimento di combustibili ora accompagnati da nuove minacce come le restrizioni sulle forniture di minerali critici e i rischi per l’approvvigionamento elettrico derivanti da pericoli informatici, operativi o legati alle condizioni meteorologiche.
Nel settembre 2023 destò un certo scalpore un articolo del Direttore Esecutivo della IEA Fatih Birol, apparso sul Financial Times, che annunciava il contestuale declino della domanda di petrolio, carbone e gas prima del 2030. I commenti erano rimbalzati nei media del villaggio globale annunciando, con enfasi, la fine dell'era dei fossili.
Per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni, si incoraggiano i paesi in via di sviluppo ad abbandonare i combustibili fossili, a evitare l'ulteriore sviluppo degli idrocarburi e a implementare soluzioni energetiche pulite per le loro economie.
Dall’11 al 22 novembre, l’Azerbaigian ha ospitato la COP29, il più importante summit climatico annuale organizzato dalle Nazioni Unite. In questo frangente, l'attenzione globale si è rivolta a Baku, capitale di un Paese tradizionalmente noto per le sue ricche riserve di petrolio e gas e che, negli ultimi anni, sta cercando di assumere un nuovo ruolo di leader nella sostenibilità e nelle energie rinnovabili nella regione del Caspio
Con l’appena conclusasi COP29 a Baku, il mondo ha guardato nuovamente al summit che annualmente può segnare una svolta nelle politiche climatiche globali. Tra i risultati raggiunti, in sintesi, le nazioni sviluppate hanno concordato di canalizzare almeno 300 miliardi di dollari all’anno entro il 2035 verso i paesi in via di sviluppo per affrontare il cambiamento climatico; questo quello che è stato denominato New Collective Quantified Goal (NCQG).