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MERCATO ELETTRICO | 150 ARTICOLI

Nucleare in Giappone: cosa è cambiato a 8 anni da Fukushima?

Entro il 2030, Tokyo ridurrà del 26% le proprie emissioni rispetto al livello del 2013. Un impegno che si è rinnovato con la pubblicazione di una strategia di lungo periodo che, se da un lato, punta ad una crescita sostenibile e a basse emissioni, dall’altro rimane ancora fortemente ancorata al nucleare e alle fonti fossili.

Si tratta delle nuove linee guida per lo sviluppo sostenibile di lungo periodo, pubblicate dal Governo giapponese lo scorso 11 giugno.

Il nuovo capacity market e le reliability options

Finalmente, dopo quasi 16 anni, il disegno di mercato nel settore dell’elettricità ha trovato pieno compimento con l’introduzione di un sistema esplicito per la remunerazione della capacità elettrica tramite aste organizzate di “Reliability options”.

Ma cosa sono le Reliability Options (RO) e perché sono state introdotte?

Meccanismi di capacità: l’UE resta scettica?

La sicurezza energetica è di competenza degli stati membri (SM) ed è strettamente correlata a due obiettivi cruciali della politica di de-carbonizzazione come il phase out degli impianti a carbone e la crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili. Una ridotta affidabilità del sistema ha spinto gran parte degli SM a introdurre diverse tipologie di meccanismi di capacità per remunerare la disponibilità di generazione elettrica.

La Gran Bretagna e lo strano caso del capacity market

Il 15 novembre 2018 una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha annullato per motivi procedurali la decisione con la quale la Commissione Europea aveva autorizzato il capacity market proposto dal Governo inglese. La società Tempus, una Esco che offre una tecnologia di gestione del consumo di energia elettrica, si era rivolta alla Corte di Giustizia nel 2014. Le contestazioni della società riguardavano principalmente le modalità di partecipazione previste per gli operatori di gestione della domanda.

Se il capacity market da solo non basta

L’approccio emergenzialista alle politiche energetico-ambientali contro i cambiamenti climatici fa prevalere una percezione distorta degli interventi necessari. Di questo approccio fanno parte anche atteggiamenti ideologici che non tengono conto di criteri minimi di razionalità ed efficienza dell’intervento pubblico di chi si oppone pregiudizialmente all’entrata in vigore di meccanismi di capacity market necessari, e allo stesso tempo sostiene una drastica attuazione del phase-out di tutte le centrali a carbone ancora presenti nel parco termoelettrico italiano.

Un meccanismo indispensabile nel processo di decarbonizzazione

Il decreto sul capacity market è stato finalmente firmato, quando vi aspettate che partiranno le procedure?

Il decreto è stato firmato qualche giorno fa dopo un periodo di gestazione durato 8 anni e numerose consultazioni pubbliche sia da parte di Terna che dell’Autorità. È necessario partire con le prime aste già in autunno per poter usufruire della clausola di grandfathering e permettere alle imprese di pianificare i necessari investimenti di cui il sistema ha bisogno, in linea con quanto previsto dal Piano Energia e Clima.

BP Statistical Review: l’insufficiente de-carbonizzazione e i costi impliciti del nucleare

Nella sua introduzione alla BP Statistical Review del 2019, il chief economist Spencer Dale dedica al settore dell’energia elettrica uno sguardo poco ottimista, ispirato dal crescente andamento delle emissioni globali di CO2: +2% tra il 2017 e il 2018 (+2,7% se si considera la sola generazione di energia elettrica), +1% all’anno nel decennio 2007-2017. A fronte del processo di elettrificazione, il portafoglio globale delle fonti di energia elettrica appare “piatto in modo deprimente”, con quote di generazione da carbone e fonti non fossili ai livelli di 20 anni fa. 

Rinnovabili e riduzione delle emissioni: correre per rimanere fermi?

Come già evidenziato dall’International Energy Agency nel suo ultimo World Energy Outlook, le recenti dinamiche di produzione e di consumo di energia a livello globale riflettono una crescente preoccupazione rispetto all’effettiva capacità delle fonti rinnovabili di ridurre le emissioni climalteranti in un contesto di progressiva elettrificazione dei consumi.

Energia da moto ondoso: un’opzione per il futuro?

Le onde sono generate dall’azione del vento sulla superficie delle acque e, poiché il vento è a sua volta frutto della radiazione solare, l’energia delle onde è una forma indiretta di energia solare. Si stima che negli oceani il potenziale del moto ondoso ammonti a circa 29.500 TWh all’anno. Migliaia di brevetti sono stati depositati riguardanti dispositivi per la conversione di questa energia, a partire da quello registrato da Girard padre e figlio a Parigi nel 1799: la loro idea consisteva nell’utilizzo di una leva azionata da un galleggiante che trascinava una pompa alternativa posta sulla terraferma.

Moto ondoso: i progetti di Eni nell’Adriatico

Partiamo dal principio. Viene spesso affermato che le onde costituiscono la “più grande fonte rinnovabile inutilizzata al mondo”. Ci potrebbe aiutare a capire meglio questa affermazione?

Gli oceani e i mari del mondo sono un'enorme riserva di energia non sfruttata. Si stima che il loro potenziale energetico associato esclusivamente alle onde sia tra i 20.000 e gli 80.000 TWh/anno, una quantità di energia sufficiente per alimentare in linea teorica l'intero pianeta e pari (ottimisticamente) fino a tre, quattro volte il fabbisogno elettrico globale.

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