MERCATO ELETTRICO | 17 ARTICOLI
L’approccio emergenzialista alle politiche energetico-ambientali contro i cambiamenti climatici fa prevalere una percezione distorta degli interventi necessari. Di questo approccio fanno parte anche atteggiamenti ideologici che non tengono conto di criteri minimi di razionalità ed efficienza dell’intervento pubblico di chi si oppone pregiudizialmente all’entrata in vigore di meccanismi di capacity market necessari, e allo stesso tempo sostiene una drastica attuazione del phase-out di tutte le centrali a carbone ancora presenti nel parco termoelettrico italiano.
Si tende a parlare di decarbonizzazione solo in termini di elettrificazione degli usi finali. Ma come ha sottolineato anche il World Energy Outlook 2018 (WEO2018), senza l’adozione di misure aggiuntive, vi è il “rischio di un’elettrificazione che sposta semplicemente le emissioni di anidride carbonica da valle a monte, ossia dai settori finali alla generazione elettrica”. È d’accordo con questa visione?
Francamente, penso che quello di cui abbiamo bisogno sia non mettere in piedi una nuova “guerra di religione” sul tema “elettrificazione sì, elettrificazione no” con connesse scomuniche ed eretici.
Finalmente se ne sono accorti. Dopo 25 anni in cui la domanda di elettricità è cresciuta più rapidamente di quella complessiva, per l’IEA “2018 is the year of electricity” e il World Energy Outlook destina quasi un quarto delle pagine allo “Special Focus on Electricity”. Purtroppo, con risultati inferiori alle attese.
Ad esempio, era prevedibile che nelle 150 pagine dedicate al settore elettrico, il problema della cybersicurezza - una delle principali criticità di un sistema sempre più digitalizzato - fosse adeguatamente trattato, invece lo si cita di passaggio due o tre volte, limitandosi a sottolineare che va tenuto presente.
Nei prossimi anni il settore elettrico in Europa dovrà affrontare tre sfide fondamentali. Primo, l’introduzione di generazione a bassa intensità carbonica, come ad esempio l’energia eolica e solare, che avrà una produzione variabile e sarà meno flessibile nel reagire a cambiamenti della domanda. Secondo, i profili della domanda subiranno mutamenti, specie con l’introduzione di forme altamente elettrificate di trasporto e di riscaldamento che potrebbero esasperare il fabbisogno di elettricità nei periodi di picco. Terzo, la fornitura di capacità nei periodi di picco sarà messa a dura prova dall’invecchiamento degli impianti per la produzione di energia.
La domanda finale di energia è stata storicamente considerata una variabile importante ma di fatto passiva nelle riforme dell’industria elettrica, che si sono succedute nel secolo scorso dagli anni ’80 in poi. L’attenzione si è di solito concentrata sull’offerta e i decisori politici hanno spesso pensato che promuovere la concorrenza fra i produttori di energia fosse il modo migliore per ridurre i costi del servizio energetico. Analogamente, la promozione delle fonti rinnovabili è stata generalmente considerata il modo migliore per raggiungere la decarbonizzazione e migliorare così la sostenibilità ambientale del settore.
Il demand side management – oggi più spesso indicato come demand response – non è certo una novità, ma fra le ricadute della rivoluzione collegata all’ICT (Information and Communications Technology) c’è anche la possibilità di tradurre in realtà il controllo attivo della domanda di energia teorizzato nei decenni passati. Domanda energetica peraltro sempre più connessa con la generazione diffusa. Questo da un lato aggiunge un grado di complessità ulteriore al sistema elettrico, che pone anche una sfida dal punto di vista regolatorio, dall’altro offre nuove opportunità agli utenti finali di cercare un prezzo di approvvigionamento energetico più basso, agendo sul mix di gestione carichi, generazione e acquisto.
L’evoluzione delle tecnologie, la convergenza e l’integrazione delle network industries (energia, trasporti, telecomunicazioni), nonché la spinta delle politiche per la sostenibilità e il clima, abbinata al cambiamento degli stili di vita e di consumo, aprono nuove e sostanziali prospettive lungo le diverse fasi della catena del valore della filiera energetica e abilitano nuove soluzioni integrate e “intelligenti” per ottimizzare le risorse e generare vantaggi di sistema.
Spesso il concetto di Demand Response, così come quello di Smart Consuming, appaiono vaghi e lontani dalla vita dei cittadini italiani. Ci spiegherebbe perché non è così? E perché proprio in questo momento è diventato un tema così attuale?
Tutti noi abbiamo ormai uno smartphone in tasca. Una cosa impensabile fino a qualche anno fa. In analogia, anche chi consuma energia può oggi fare cose che non sembravano possibili fino a dieci anni fa.
Elettricità Futura ritiene che lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, unitamente all’evoluzione tecnologica, alla dismissione degli impianti termoelettrici più inquinanti ed allo switch dal carbone a gas naturale, consentiranno una radicale decarbonizzazione del settore energetico italiano, garantendo al contempo sicurezza degli approvvigionamenti e competitività.
Lo scenario al 2030 sarà determinato dall’effetto simultaneo di diversi fattori che delineeranno un processo di transizione in grado di valorizzare i punti di forza del nostro settore elettrico.
I caratteri della nostra transizione energetica si possono intravedere nelle misure delineate dal pacchetto “Energia pulita per tutti gli europei” pubblicato dalla Commissione Europea nel novembre 2016 e dalla Strategia Energetica Nazionale (SEN) 2017, cui è affidato il compito di adattarne gli indirizzi all’ordinamento italiano.
Sulla carta, il sistema elettrico del futuro avrà caratteri di efficienza energetica, integrazione ed equità.