MERCATO ELETTRICO | 150 ARTICOLI
La transizione del sistema elettrico italiano in direzione di una crescente presenza di fonti rinnovabili non programmabili (FRNP), anche per mezzo di impianti di taglia ridotta connessi alla reti di distribuzione, ha richiesto di adeguare i meccanismi tramite i quali viene assicurato il funzionamento in sicurezza dell’intero sistema. L’incremento dell’immissione in rete da parte della generazione da FRNP è avvenuta, infatti, a spese delle unità programmabili a fonti fossili (tra cui i cicli combinati), riducendo la potenza disponibile per i servizi di regolazione; d’altra parte, la minor prevedibilità della produzione da FRNP determina un incremento delle necessità di bilanciamento e quindi del fabbisogno di riserva.
“La discussione sulla neutralità climatica al 2050 non dovrebbe riguardare se possiamo o meno raggiungere questo obiettivo ma il modo in cui lo raggiungeremo” ha recentemente dichiarato la Cancelliera Merkel. Tra i vari “come” da affrontare per realizzare questo lungo percorso di transizione, è necessario porre attenzione sulle modalità da adottare per gestire le emergenti necessità del sistema elettrico in uno scenario che – presto o tardi – sarà dominato dalle rinnovabili. Rischi di over-generation, ripidità della rampa di carico, capacità regolante limitata, compressione dei margini di riserva, congestioni di rete, poche risorse per regolazione di tensione e frequenza: questi sono i problemi di un sistema elettrico decarbonizzato, problemi che tendono ad enfatizzarsi all’aumentare della potenza non programmabile installata, che dovrà quindi essere direttamente coinvolta nella loro gestione.
Con incredibile ritardo, la deliberazione 300/2017/R/EEL di ARERA del 5 maggio 2017 ha finalmente avviato l’iter che ha consentito a Terna di varare i progetti pilota per la partecipazione ai servizi di dispacciamento di unità virtuali abilitate di produzione (UVAP), unità virtuali abilitate di consumo (UVAC), unità virtuali miste di produzione e di consumo (UVAM), unità virtuali di stoccaggio (UVAS). Secondo la delibera, le UVAP e le UVAM possono includere sistemi di accumulo (SdA), a tutti gli effetti assimilati alle unità di produzione, come prescritto anche dalla Direttiva UE 2018/2001 (RED II).
I recenti regolamenti europei hanno disposto l’obbligo per gli Stati membri di produrre entro il 1° gennaio 2019 un Piano Nazionale Integrato per l’Energia e Clima (PNIEC). Sulla base di tali indirizzi, il Ministero dello Sviluppo Economico italiano ha inviato all’UE una proposta di PNIEC, che delinea una roadmap al 2030 per il settore energetico nazionale su cinque dimensioni: decarbonizzazione, efficienza energetica, sicurezza energetica, mercato interno dell’energia, ricerca, innovazione e competitività. Il documento copre il periodo dal 2021 al 2030 e sarà rielaborato successivamente con cadenza decennale. L’approvazione del piano è stata subordinata ad un processo di consultazione iterativo tra Commissione e Stati membri.
Intervista a Toni Volpe, CEO di Falck Renewables
La delibera 300/17 dell’ARERA segna un percorso che, dati i target europei di diffusione delle fonti rinnovabili al 2030, sembra inevitabile: si sta procedendo nella giusta direzione?
La sfida al surriscaldamento globale, causa dei cambiamenti climatici in atto, sta spingendo la società a perseguire obiettivi di decarbonizzazione. La transizione energetica verso fonti di produzione rinnovabile, che consentirà la graduale fuoriuscita della generazione centralizzata da fonti fossili, passa necessariamente attraverso la revisione delle regole di mercato per continuare a garantire sostenibilità, sicurezza e adeguatezza del sistema elettrico.
Gianni Pietro Girotto, Presidente Commissione Industria Commercio Turismo Senato della Repubblica
Il tavolo di lavoro sulle UVAM si è chiuso in marzo con alcune anticipazioni e aperture ma anche con la sostanziale conferma del percorso e dei tempi già delineati in precedenza, che bilancio ne fa?
Il confronto è stato utile per far emergere elementi oggettivi per alcuni aspetti risolvibili, e di conseguenza per migliorare il funzionamento del sistema, riconoscendo l'opportunità di una maggiore partecipazione al meccanismo da parte di più attori.
Il quadro energetico mondiale continua ad attraversare una fase di importanti mutamenti. In questo senso, l’Unione Europea ha da tempo avviato una transizione verso un sistema energetico a basse emissioni di gas attraverso politiche orientate a rendere la società, l’economia, e il sistema energetico più sicuri, sostenibili e competitivi.
In risposta agli stringenti obbiettivi di decarbonizzazione a livello comunitario, è già evidente nel sistema il trend verso una progressiva sostituzione dei grandi impianti di generazione da fonti fossili con numerosi impianti di dimensione più ridotta, prevalentemente a fonti rinnovabili.
La realizzazione delle UVAM, acronimo che è entrato di recente nel linguaggio quotidiano del nostro settore, prospetta opportunità per il Mercato dei Servizi del Dispacciamento (MSD) e benefici in grado di incrementare il volume dei servizi offerti e la competitività del sistema imprenditoriale. La necessità di aprire al mercato la partecipazione di nuovi soggetti come le fonti rinnovabili, le unità di consumo e lo storage, nonché di incrementare la fornitura di servizi di rete necessari al sistema elettrico nazionale, garantendone una piena sicurezza, ha spinto l’Autorità ad avviare un processo di revisione del dispacciamento.
L’esigenza, concordemente riconosciuta in quasi tutto il mondo, di ridurre le emissioni climalteranti sta generando nel sistema economico profondi cambiamenti, che stanno interessando il sistema elettrico prima e più profondamente rispetto ad altri comparti industriali.
Ciò comporta un diverso portafoglio di fonti e impianti di generazione elettrica, con uno spazio sempre maggiore per le Fonti di Energia Rinnovabili (FER) e un netto calo nell’impiego dei combustibili fossili, ma non solo.
Una delle peculiarità di ogni sistema elettrico è la necessità di garantire istante per istante che l’energia richiesta dall’insieme dei consumatori (famiglie e aziende) sia sempre bilanciata dall’energia prodotta dalle centrali elettriche. Terna garantisce questo equilibrio attraverso un sistema di controllo altamente tecnologico, utilizzando un apposito mercato dove acquista i “servizi” necessari per assicurare costantemente la continuità e la sicurezza della fornitura di energia elettrica. Ad oggi, i principali fornitori di questi servizi di flessibilità sono le grandi centrali elettriche a combustibili fossili.