FONTI RINNOVABILI | 150 ARTICOLI
Sulla base della necessità di coniugare la produzione energetica con un adeguato livello di tutela delle aree interessate dalle produzioni agroalimentari di pregio, la diffusione della tecnologia agrivoltaica costituisce una soluzione utilmente percorribile. Il concetto di agrivoltaico mira, infatti, a conciliare la presenza degli impianti in area agricola e la tutela della funzione primaria del suolo.
Lo sviluppo degli impianti rinnovabili in Italia, come noto, è ostacolato dalla burocrazia ma anche da opposizioni locali di vario genere. Al riguardo, il presente articolo intende realizzare una disamina dei principali modelli di ingaggio degli stakeholder più importanti coinvolti nello sviluppo di progetti rinnovabili, il cui fine è appunto accrescere l’accettazione sociale.
L’agrivoltaico rappresenta un sistema duale che consente l’utilizzo simultaneo ed integrato dei suoli agricoli. Il sistema agrivoltaico prevede che all’interno dell’area di installazione dell’impianto fotovoltaico su suolo agricolo, siano adottate soluzioni volte a preservare la continuità delle attività di coltivazione agricola e/o pastorale.
Con i prezzi del gas in aumento e l’interruzione definitiva del flusso di gas russo attraverso l’Ucraina, il bilancio energetico dell’anno appena trascorso offre segnali rilevanti per il sistema energetico italiano ed europeo con la generazione di energia da solare ed eolico in Europa che ha superato le fonti fossili nella prima metà del 2024 raggiungendo una quota record del 30%.
Il processo di transizione energetica è ormai in atto e vede coinvolti, a diversi livelli, i cittadini, le pubbliche amministrazioni e le imprese. Queste ultime sono chiamate a intraprendere o implementare il difficile, ma non più rinviabile, percorso di decarbonizzare delle proprie attività e dei propri processi produttivi.
I cambiamenti climatici e il degrado ambientale costituiscono una minaccia per l'Europa e per il mondo. Per superare queste sfide, i paesi dell'UE si sono impegnati a conseguire l'ambizioso obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, rispettando gli impegni assunti nel quadro dell'accordo di Parigi.
Lo scorso 26 febbraio, a pochi giorni dall’approvazione delle Regole Operative per l’accesso al servizio per l’autoconsumo diffuso e al contributo PNRR che sono seguite alla pubblicazione di gennaio 2024 del decreto attuativo - decreto CACER (Configurazioni di Autoconsumo per la Condivisione dell’Energia Rinnovabile) -, Confindustria Veneto Est ha promosso nella propria sede di Venezia Marghera un incontro informativo per le imprese e gli amministratori pubblici sugli incentivi e opportunità delle Comunità energetiche da fonti rinnovabili.
In attuazione dell’articolo 1, comma 2 del DL n. 181/2023, con Decreto Ministeriale n. 268/2024, lo scorso 23 luglio il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha adottato il nuovo Decreto “energy release” (dopo quello introdotto con Decreto Ministeriale n. 341/2022).
L’impianto del PNIEC ricalca per molti versi le versioni precedenti con la vistosa eccezione di riproporre il ritorno al nucleare come fonte di energia. Questo senza che ci sia mai stato alcun dibattito di merito, in un Paese che ha già bocciato il nucleare con due referendum. Ricordiamo che l’ultimo del 2011 era stato indetto dopo il Memorandum of Understanding siglato nel 2009 da Berlusconi e Sarkozy per installare in Italia quattro reattori EPR.
Il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) dell’Italia, presentato dal governo Meloni alla Commissione Europea il 1° luglio 2024, è un documento esaustivo che definisce gli obiettivi energetici e ambientali del Paese fino al 2030. Il piano, aggiornato rispetto alla versione del 2019, si adegua alle nuove normative comunitarie.