Dopo un iter legislativo durato quasi due anni e mezzo, il cosiddetto “Pacchetto Gas ed Idrogeno” è finalmente entrato nella fase finale ed è stato recentemente approvato dal Parlamento e dal Consiglio europeo (rispettivamente in data 11 Aprile e 21 Maggio). Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, attesa per la fine di giugno, entreranno in vigore le nuove regole per il mercato del gas in Europa, che, per la prima volta in assoluto, consentiranno la circolazione e l’utilizzo di gas ‘alternativi’ al gas naturale – i cosiddetti gas rinnovabili e low-carbon, in primis l’idrogeno – attraverso le infrastrutture di trasporto e stoccaggio.
In realtà, il Pacchetto non fa altro che aggiornare le attuali Direttiva e Regolamento gas contenute nel cosiddetto “Terzo Pacchetto energia” e che disciplinano, dal 2009, il funzionamento del mercato UE del gas - con il fine di allineare entrambe agli obiettivi del Patto Verde europeo e della Legge Clima. Tuttavia, le misure volte alla decarbonizzazione ed all’integrazione dell’idrogeno e di altri gas a basso contenuto di carbonio non sono le uniche degne di nota, in un pacchetto legislativo che comprende anche la revisione del Regolamento sulla Sicurezza degli Approvvigionamenti (del 2010) ed introduce importanti regole anche a maggior tutela dei consumatori.
Quali sono dunque le novità principali rispetto al passato?
Una regolazione in due fasi. Il nuovo Pacchetto ribadisce anzitutto i principi cardine su cui si fonda l’attuale mercato gas: Third Party Access (TPA), sistema entry-exit, unbundling, trasparenza, meccanismi market-based per l’allocazione della capacità e così via saranno anche alla base del nuovo sistema.
La novità principale consiste tuttavia nella concessione di un periodo di ‘grazia’ (fino al 2033, per la maggior parte delle misure) nell’applicazione di queste regole al nascente mercato dell’idrogeno. La scelta di dare l’avvio ad un sistema ‘in due fasi’, o a partenza ritardata, risponde all’esigenza di favorire gli investimenti, soprattutto a livello infrastrutturale, nel nascente mercato dell’idrogeno e di non inibire con regole troppo serrate il suo sviluppo in partenza. Ogni Stato potrà ad esempio, in una prima fase, optare per un TPA con tariffe negoziate tra le parti anziché regolate, e designare un operatore di rete per la trasmissione dell’idrogeno senza applicare il full ownership unbundling (bensì optando per il cosiddetto ITO, Independent Transmission Operator). Alcune deroghe si applicano anche alle reti per l’idrogeno già esistenti, in questo caso non oltre il 2030.
Phasing in hydrogen, phasing out natural gas: definizioni e sunset clauses. Il nuovo Pacchetto HDGMP chiarisce, sebbene purtroppo in modo non ancora definitivo, la distinzione tra ‘gas rinnovabile’ e ‘gas low-carbon’ - argomento che è stato oggetto di un lunghissimo e complesso dibattito negli scorsi anni. Per la definizione di “idrogeno rinnovabile” e “gas rinnovabile” ci si riferisce infatti alla Direttiva sulle Rinnovabili, recentemente revisionata (RED III) ed ai suoi atti delegati. Gli articoli 2 e 9 della nuova Direttiva Gas definiscono, invece, ‘gas low carbon’ ed ‘idrogeno low-carbon’ in riferimento ad una riduzione del 70% delle emissioni di gas serra rispetto alla generazione del gas naturale, ma rimandano anche ad un nuovo Atto delegato (da pubblicarsi entro un anno dall’entrata in vigore della Direttiva) per il completamento della definizione. Da questo nuovo Atto delegato ci si aspetta soprattutto un chiarimento circa il concetto di ‘ciclo di vita’(Life-cycle Assessment) da prendere in considerazione per misurare le emissioni rilevanti.
Inoltre, il nuovo Pacchetto sancisce chiaramente la preferenza dell’Europa per l’idrogeno rinnovabile come “il più compatibile con gli obiettivi climatici dell’Unione nel lungo periodo ed il più confacente ad un sistema energetico integrato”, preferenza che già era risultata evidente in precedenti comunicazioni a partire dalla prima Strategia per l’Idrogeno del luglio 2020. I combustibili a basso contenuto di CO2 come l’idrogeno low-carbon, sono da considerarsi solo come seconda scelta: “possono avere un ruolo nella transizione energetica, in linea con gli obiettivi climatici dell’Unione, in particolare […] nei settori di più difficile decarbonizzazione, in cui opzioni alternative o più efficienti non sono disponibili”.
Da non dimenticare, infine, come l’articolo 31 della Direttiva Gas, sancisca definitivamente la fine al 2049 di tutti i contratti di approvvigionamento di lungo periodo, sebbene non sia specificato un percorso o target specifici per arrivare a questo obiettivo.
Integrare i ‘nuovi’ gas: blending e sconti sulle tariffe di accesso. Per il futuro sistema idrogeno, a differenza del settore gas, il regolatore non prevede tariffe di trasporto ai punti di interconnessione. Quando si tratta invece di integrare l’idrogeno nella rete esistente, il Pacchetto facilita per la prima volta la facoltà di iniettare (‘in ultima istanza’) in rete fino al 2% di idrogeno ai punti di interconnessione (blending). La viabilità del blending come strumento di facilitazione di un futuro sistema idrogeno ha da sempre sollevato notevoli perplessità e reazioni, ed è stato uno dei temi caldi nel trilogo con Parlamento e Consiglio. Rispetto alla proposta originaria della Commissione, la percentuale massima tollerata è stata ridotta – dal 5% al 3%, lasciandone intendere la valenza meramente transitoria e come il regolatore veda invece con maggior favore nel medio-lungo termine l’utilizzo di idrogeno tramite infrastrutture dedicate.
Grazie alle nuove regole, inoltre, sarà possibile applicare sconti sulle tariffe per i gas rinnovabili (fino al 100%) o low-carbon (fino al 75%) presso i punti di interconnessione in rete, e del 100% per entrambi presso i punti di ingresso ed uscita dai terminali GNL e stoccaggio, fino al 2025. A decidere sulla scontistica da applicare sarà ogni singolo Stato, ma i regolatori nazionali dovranno consultarsi con i propri omologhi cross-border per concordare una metodologia comune (dietro monitoraggio della Commissione europea).
Nuovi attori nel mercato gas. Con questo nuovo Pacchetto si ha finalmente un riconoscimento istituzionale degli operatori delle reti idrogeno. Lato pianificazione, vengono introdotti obblighi di reporting specifici a livello nazionale (benché minori rispetto a quelli previsti nel settore gas) mentre, a livello rappresentativo, viene istituita una nuova entità chiamata European Network of Network Operators for Hydrogen (‘ENNOH’). Così come l’omologo ENTSOG per il gas, ENNOH si occuperà di redigere i relativi Network Codes, elaborare lo scenario TYNDP per l’idrogeno, e stilare analisi costi-benefici (CBA) a livello di sistema europeo. In secondo luogo, viene creato un ente a rappresentanza dei distributori (DSOs) ed incentivata la loro partecipazione anche a livello nazionale nella pianificazione delle reti.
Consumatori più consapevoli. I consumatori di energia elettrica hanno visto migliorare sostanzialmente i propri diritti e la propria tutela con il Clean Energy Package nel 2019; il nuovo Pacchetto gas ha rappresentato dunque l’occasione di rendere simmetriche le regole anche per i consumatori di gas. In particolare l’intero capitolo 3 della nuova Direttiva Gas fa riferimento all’empowerment dei consumatori promuovendo, tra le altre cose, l’installazione di smart meters, tutelando il diritto al cambio dell’operatore (switching) ed un’informazione sulle tariffe offerte e sulle bollette molto più accessibile e, non ultimo, istituendo anche qui il fornitore di ultima istanza in caso di fallimento dell’ operatore principale.
Sicurezza e volatilità dei prezzi. Riguardo alla Sicurezza degli approvvigionamenti, con il nuovo Pacchetto si estendono le misure attualmente in vigore (previste dal Regolamento 2017/1938) anche agli altri gas alternativi al gas naturale, e si introducono misure più precise ed obblighi per favorire la solidarietà tra Stati in situazioni di emergenza. Infine, si considera per la prima volta la cybersecurity come una minaccia concreta di cui gli Stati devono tenere conto nei propri Preventive Action Plans (PAPs).
Luci e ombre del Nuovo Pacchetto. In generale, il Pacchetto HDGMP soddisfa le premesse con le quali era stato concepito. Non dimentichiamo che, tra l’ideazione e l’approvazione sono trascorsi due anni tra i più burrascosi nella storia recente – con la crisi del gas, l’aggressione della Russia all’Ucraina ed il suo drammatico impatto a livello geopolitico ed economico anche sul mercato europeo. Le nuove regole forniscono finalmente quella certezza regolatoria di base che l’industria e gli investitori aspettavano per iniziare a diversificare e a fidarsi davvero della transizione energetica. Vale a dire: non solo obiettivi climatici internazionali ma anche misure concrete a supporto della trasformazione del settore. Alcuni punti critici rimangono, e sono legati soprattutto alla grande incertezza della domanda che circonda ancora oggi lo sviluppo del futuro mercato dell’idrogeno, e a quali meccanismi di finanziamento potranno intervenire a compensare nella fase di transizione, soprattutto a livello infrastrutturale. Inoltre, le nuove regole si concentrano troppo poco su una tematica che si è dimostrata particolarmente critica – ovvero la sicurezza degli approvvigionamenti. Nonostante le nuove misure in tema di solidarietà, l’impressione è che ci sia ancora molto da scrivere su come migliorare la resilienza del nuovo sistema Europa, con sempre più GNL e rinnovabili e dunque molto più esposto a variabili ‘globali’ o di difficile controllo. Con le elezioni europee alle porte ed il termine del mandato dell’attuale Commissione entro la fine dell’anno, è ragionevole pensare che questa sfida dovrà essere accolta dalla prossima Commissione europea e sviluppata nei prossimi cinque anni – in tempo, speriamo, per gestire al meglio una prossima eventuale crisi.