Nonostante i prematuri necrologi e a dispetto di chi lo ritiene prossimo alla fine, il petrolio è tornato al centro dello scenario economico e politico internazionale. Il 17 maggio 2018 il suo prezzo ha superato gli 80,0 doll/bbl, riportando l’orologio del mercato al 12 novembre 2014, in pieno contro-shock. Da un anno in qua, i prezzi sono aumentati di circa il 60%; da inizio 2018 del 20%. Per due ragioni.
Stiamo assistendo a uno scenario di cambiamento nei trasporti a livello mondiale spinto da una sempre più forte domanda di mobilità delle persone e delle merci e, al contempo, dall’urgenza di invertire la curva delle emissioni di gas serra (come previsto dall’Accordo di Parigi) nel settore che ha evidenziato le peggiori prestazioni dal 1990 ad oggi.
La situazione italiana della rete carburanti e la sua futura evoluzione vanno lette dentro questo contesto, con particolare attenzione all’Europa
Il sistema dei trasporti a livello mondiale è in forte fermento, a causa dell’urgente necessità di ridurre le emissioni tossiche in aree urbane e la produzione di gas ad effetto serra, anidride carbonica in primis. L’evoluzione delle tecnologie motoristiche è quindi direzionata sempre di più verso obiettivi di sostenibilità ambientale e verso il miglioramento dell’efficienza e della fruibilità dei veicoli.
Le dichiarazioni, gli annunci, gli articoli e l’intero dibattito sull’auto elettrica, almeno quello rivolto più o meno direttamente al grande pubblico, sono talmente carichi di enfasi ed aspettative che non è azzardato evocare il celeberrimo mito della Caverna di Platone, in cui noi tutti siamo i prigionieri incatenati, fin dalla nascita, nelle profondità di una caverna, costretti a fissare ombre di auto che per la più parte sarebbero elettriche (se davvero si volesse dar credito a taluni annunci e a generose previsioni) come se fossero la vera realtà.
Ripercorriamo la storia delle assemblee delle principali associazioni di categoria che si sono susseguite negli anni e dei temi di cui si è sempre discusso in tali sedi. Partirei dal 1994, da quel maggio in cui furono liberalizzati i prezzi dei carburanti, superando il sistema ingessato del CIP; un anno che ricordo bene perché segna l’inizio della “cosiddetta” liberalizzazione del nostro settore. In realtà molti vincoli non sono stati risolti e, come ci possiamo ben rendere conto, sono ancora presenti. I tre temi a cui abbiamo dedicato maggior tempo nelle discussioni - il “non oil”; i prezzi e la loro pubblicità; la razionalizzazione della rete – restano ancora totem irraggiungibili.
Il messaggio conclusivo che emerge dopo aver ascoltato le diverse e interessanti presentazioni di questa giornata è che abbiamo bisogno di serietà: nel dibattito pubblico, nella definizione degli investimenti, nell’elaborazione di efficaci politiche industriali. In questo paese, fare le cose seriamente non è sempre stato facile, come dimostrano le scelte compiute riguardo importanti tematiche energetiche.