L’emergenza Covid-19 detta le regole della nuova quotidianità per il nostro Paese: è per far fronte a quella che ha recentemente assunto i caratteri di una pandemia globale che il Governo italiano ha varato nei giorni scorsi il decreto-legge c. d. “Cura Italia” (DL n. 18 del 17 marzo 2020). In particolare, l’articolato è primariamente volto a disegnare un insieme coeso e coerente di misure di sostegno a famiglie ed imprese, al fine di mitigare gli effetti economici dell’emergenza. Sono infatti molti i nuclei familiari e gli operatori di mercato costretti a pagare il prezzo altissimo in termini di (in-)sostenibilità socio-economica, oltre che sanitaria, della crisi.
Alla luce di questa ratio, chiarissima, dell’intervento normativo governativo, appare lampante l’ingombrante e pesante assenza di qualsivoglia disposizione concernente la sospensione delle bollette idriche ed energetiche (ivi incluse le tariffe gas) sul territorio nazionale. La mancata previsione di forme di riduzione per cittadini e piccole imprese fa specialmente rumore perché arriva a seguito di numerose dichiarazioni, non ultima quella del viceministro dell’economia Antonio Misiani, circa la possibilità di studiare forme di sconti e sospensioni da includere nel decreto-legge, fortemente auspicate da tutte le maggiori associazioni di consumatori.
Quali sono i termini della discussione e qual è ad oggi il regime applicabile ai comuni della ex “zona rossa” a cavallo tra Lombardia e Veneto, e più in generale all’intero territorio nazionale? Quale il ruolo dei principali attori di processo?
Le misure del Governo e le reazioni degli operatori
Se il silenzio del decreto-legge “Cura Italia” pare dovuto in buona sostanza alla necessità di non sforare oltre lo spazio di copertura di 25 miliardi di euro previsto, almeno con riferimento al mese di marzo, per far fronte all’emergenza Covid-19, è specialmente utile evidenziare come il costo, elevato, di un ipotetico intervento sarebbe stato indissolubilmente connesso alla crisi in cui avrebbero versato le società di vendita qualora si fosse optato per una sospensione generale dei pagamenti delle bollette sul territorio nazionale.
In questo senso, la proposta avanzata dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), per quanto di competenza, si muoveva in un’ottica di compromesso, proponendo, anziché una sospensione generale delle bollette, uno “sconto” sui cosiddetti oneri generali di sistema, che nel caso delle tariffe elettriche avrebbe rappresentato una diminuzione di circa il 15%. Tali oneri, che costituiscono una componente rilevante delle tariffe, sono applicati in maniera differenziata per tipologie di utenza e servono a coprire i costi per attività di interesse generale (ad esempio, la messa in sicurezza del nucleare o gli incentivi alle fonti rinnovabili). Anche questa misura, che il Governo avrebbe dovuto idealmente coprire con risorse appositamente stanziate, è stata tuttavia ritenuta eccessivamente costosa (circa 3 miliardi di euro), ed è stata stralciata dal testo finale del decreto, in questa parte divergente da una precedente versione circolata dall’ANSA.
Ad oggi, pertanto, le uniche aree che usufruiscono di una speciale agevolazione sono i dieci comuni lombardi (Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione D’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini) ed il comune veneto (Vò) riconducibili alla ex “zona rossa”, per i quali è stata prevista la sospensione (e non l’annullamento, come chiarito dal Presidente ARERA Stefano Besseghini) dei pagamenti per energia elettrica, gas e servizio idrico fino al 30 aprile. Le modalità di attuazione della sospensione dei pagamenti, di cui ciascun cittadino con utenze allacciate in uno degli undici comuni interessati può individualmente scegliere se avvalersi, sono regolate dall’ARERA con la Delibera 75/2020/R/com del 17 marzo 2020.
Nessuna particolare previsione normativa riguarda invece il resto del territorio nazionale, dove sono stati alcuni operatori di mercato erogatori dei servizi (come A2A, Acea, Hera ed Iren) ad attivarsi per implementare alcuni strumenti di tutela a favore degli utenti più deboli.
Che fare?
Se i consumatori fuori dall’ex “zona rossa” restano esclusi da misure di tutela generalizzate e non possono usufruire di sconti e sospensioni dei pagamenti, è legittimo domandarsi quali accorgimenti possa essere utile mettere in pratica per ottenere un risparmio sulla bolletta in queste giornate scandite da una quotidianità forzatamente domestica, e quindi fisiologicamente connesse ad un aumento dei consumi energetici all’interno della propria abitazione.
In questo senso, alla luce della forte predominanza a livello nazionale di piani tariffari di tipo bifasico, organizzati per fasce orarie, sono molte le associazioni di consumatori (prime tra tutte AdiConsum) che chiedono a gran voce l’applicazione delle sole tariffe notturne alle utenze domestiche. In assenza di una policy di questo tipo, rimane d’altra parte necessario attivarsi per concentrare nelle ore notturne le attività domestiche che siano maggiormente energy consuming.
Invero, nonostante l’abbassamento del costo delle materie prime (gas naturale) connesso alla crisi epidemiologica potrebbe portare ad una generale contrazione della spesa energetica nazionale, i comportamenti domestici giocano un ruolo fondamentale nella dinamica dei consumi. Su questo punto, è stato peraltro evidenziato da più parti come questo periodo possa rappresentare un’occasione positiva per investire sull’efficienza energetica della propria abitazione, ad esempio grazie all’utilizzo di lampadine a basso consumo energetico, anche sfruttando le potenzialità offerte dalla domotica in chiave smart.