A quattro mesi dalla fine dell’anno, si può cominciare a trarre un primo bilancio dell’impatto che la diffusione del Covid-19 ha avuto a livello globale e delle conseguenze disastrose sul piano economico e dell’occupazione che ne sono derivate. Una crisi anomala anche per l’industria energetica che, forse per la prima volta da quando l’energia è diventata fattore cruciale dello sviluppo, non ha avuto alcuna responsabilità e che anzi è stata annoverata tra le principali vittime.
Nei primi otto mesi del 2020, i prezzi medi del gas in Europa sono risultati inferiori di circa il 50% rispetto al pari periodo 2019. Al Ttf, l’hub olandese riferimento dell’Europa continentale, le medie mensili hanno visto un costante calo da inizio anno fino a fine maggio, passando da 11,2 €/MWh in gennaio a 4,6 €/MWh, dato minimo dall’avvio del mercato. Da allora, le quotazioni hanno imboccato una ripresa che si è fortemente accentuata nella seconda metà di agosto e ancora a inizio settembre, lasciando gli analisti a domandarsi se, dopo il “biennio nero” del gas iniziato a fine 2018, la dinamica sia destinata a proseguire.
L’evoluzione dei prezzi dei permessi di emissione è stata piuttosto turbolenta quest’anno, così come d’altronde lo è stato il clima economico globale. La pandemia da Covid-19 ha spiazzato tutti i mercati presentando scenari completamente nuovi, i quali hanno cambiato, forse per sempre, alcune regole del gioco. In soli 4 mesi, tra marzo e luglio, abbiamo visto le EUA raggiungere i minimi degli ultimi 2 anni ed i massimi degli ultimi 14, record quasi assoluto considerando che il meccanismo ETS esiste dal 2005.
Dalla caduta di marzo al recupero del secondo trimestre. I segnali di ottimismo con cui si era aperto il 2020, anche alla luce della distensione nelle relazioni commerciali tra Washington e Pechino, sono stati spazzati via della pandemia di Coronavirus che, partita dalla Cina, si è diffusa a livello globale. Il suo impatto si è propagato attraverso effetti sull’offerta (blocchi alle attività, quarantene) e sulla domanda (via minori consumi e investimenti) nonché, ovviamente, sulle quotazioni delle materie prime, sebbene in misura eterogenea tra i diversi comparti.