EFFICIENZA ENERGETICA | 75 ARTICOLI
Come è noto, le imprese di distribuzione del gas naturale con più di 50.000 clienti finali – al pari delle imprese di distribuzione di energia elettrica - (c.d. “soggetti obbligati”) sono tenute ad adottare misure di incremento dell'efficienza energetica negli usi finali dell'energia, secondo obiettivi determinati dai competenti Ministeri (cfr. art. 16, D.Lgs. n. 164/2000).
Con appositi decreti ministeriali sono stabiliti gli obiettivi quantitativi annui globali a livello nazionale, nonché il sistema di ripartizione in capo a ciascun distributore obbligato.
La diminuzione dei consumi energetici è, almeno sulla carta, la classica strategia win-win: fa bene ai bilanci delle imprese e dei consumatori privati, che possono sostenere costi meno elevati in bolletta, ed è positiva anche per la comunità nel suo complesso, che beneficia della riduzione delle emissioni associate alla produzione di energia. In linea teorica, dunque, sugli investimenti in efficienza non dovrebbero esserci dubbi, ma la realtà ci consegna un quadro molto distante da questa condizione ideale.
Al fine di comprendere cosa significhi concretamente “fare innovazione” nel campo dell’efficienza energetica, abbiamo sottoposto una serie di domande a Marco Bianchi, amministratore delegato e socio fondatore di TEP Energy Solution. Controllata da Snam da maggio 2018, TEP è una delle una delle maggiori ESCO (Energy Service Company) italiane, con oltre 200 clienti tra primarie aziende nazionali e internazionali, 950.000 titoli di efficienza e un EBITDA 2017 pari a circa 6 milioni di euro.
L’Artificial Intelligence (AI) è considerata la tecnologia con maggior potenziale per il prossimo futuro in una molteplicità di settori, tra cui spiccano la robotica, il marketing, la sanità e la grande distribuzione. Ma in cosa consista esattamente questa tecnologia e quali siano le sue potenzialità in ambito energetico, sono questioni tutte da chiarire e da esplorare.
L’intelligenza artificiale è una scienza che studia il pensiero umano per costruire entità intelligenti finalizzate alla risoluzione di problemi complessi.
Le autorità pubbliche francesi hanno orientato le loro strategie di transizione energetica sulla progettazione di strumenti che siano in grado di incoraggiare pratiche di consumo energetico più sostenibili (questo vale sia per le famiglie che per le industrie), maggiori investimenti nella ristrutturazione edilizia, una valutazione commerciale dell’efficienza energetica al momento dell'acquisto o dell’affitto di abitazioni, la formazione delle maestranze al fine di migliorare le tecniche edili esistenti, consentendo al contempo l’attuazione della direttiva europea 2012/27/UE denominata "efficienza energetica".
Il sistema dei Titoli di Efficienza Energetica (TEE), introdotto nel 2001 e poi effettivamente attivato nel 2005, è diventato negli anni un riferimento costante per le politiche di promozione dell’efficienza energetica sia in Italia che negli altri paesi europei. Negli ultimi mesi, tuttavia, le dinamiche di prezzo rilevate sul mercato dei certificati bianchi hanno determinato un animato dibattito sul fatto che questo meccanismo, dopo aver efficacemente funzionato per molti anni, possa essere entrato in crisi.
Un aspetto importante nel meccanismo dei certificati bianchi (TEE) è la presentazione dei progetti di efficientamento energetico. Si tratta in effetti del primo passo verso l’ottenimento dei titoli e la loro valorizzazione, e, rispetto agli altri schemi di incentivazione nazionali, presenta un livello di qualità e complessità maggiore. Non a caso il tasso di rigetto delle proposte di progetto (PPPM, PC, PS per gli addetti ai lavori) e delle richieste di rendicontazione dei risparmi (RVC e RC) risulta elevato: nell’ordine del 40-45% nel primo caso e in crescita negli ultimi tre anni dal 7% al 25% nel secondo.
Il sistema dei certificati bianchi (TEE) in Italia è oggetto di recenti ipotesi di revisione e di cambiamento. Nel corso degli anni, infatti, il costo sostenuto dal sistema è aumentato ed ha generato un aggravio del costo dell’energia pagato dagli utenti. Le criticità sono state individuate essenzialmente nella volatilità dei prezzi e nella difficoltà per la domanda di esercitare pressione sugli stessi.
I rapporti statistici pubblicati nei mesi scorsi dal Gestore dei servizi energetici (GSE) e dal Gestore dei mercati energetici (GME) non restituiscono un quadro chiaro per il futuro del meccanismo dei Certificati Bianchi. Permane, infatti, un’evidente discrasia tra le affermazioni riguardo la disponibilità dei titoli di efficienza energetica (TEE) e l’impennata dei prezzi che i medesimi titoli hanno registrato nell’ultimo anno sul mercato dei TEE. Questa incertezza fa temere per la “salute” del meccanismo, per cui si stanno approntando delle “cure” che non si sa ancora quanto saranno efficaci.
Alla bulimia di iniziative pubbliche sulla riqualificazione energetica corrisponde un’anoressia di realizzazioni concrete. Le copiose discussioni sull’efficientamento energetico – magari anche indotte dalla necessità di raggiungere gli obiettivi di risparmio fissati dall’Europa – hanno avuto il merito di inserire nella “Agenda Italia” l’urgente bisogno di riqualificare il patrimonio immobiliare, ma non hanno rappresentato la reale soluzione alle diffuse esigenze di rigenerazione dell’ambiente costruito.