Esattamente un anno fa, su queste pagine, tracciavamo un bilancio energetico del 2022 appena trascorso attraverso la lettura congiunta degli angoli del “trilemma dell’energia”. Il 2022 è stato l’anno in cui l’Europa e i suoi Paesi Membri si sono riscoperti vulnerabili dal punto di vista energetico. Si è posto il problema dell’accessibilità economica dell’energia; i prezzi del gas naturale nell’hub olandese TTF hanno raggiunto picchi di oltre 350 €/MWh nel terzo trimestre del 2022.
Cala il sipario sul 2023 ed è tempo di bilanci per il mercato del gas. Lasciatesi alle spalle le tempeste e le secche costituite dagli aumenti estremi e dalla volatilità del 2022, il cui perdurare sui massimi sarebbe stato inconciliabile con la sopravvivenza stessa del sistema energetico europeo, la “nave” dei prezzi è approdata in acque sicuramente più calme, ancorché parzialmente insondate – con golfi, baie e insenature ancora da cartografare sotto il profilo del rischio di mercato.
Il 2023 si chiude con una sostanziale conferma delle previsioni formulate al termine dello scorso anno. In estrema sintesi, alla fine del 2022 ci si aspettava che il nuovo anno avrebbe portato con sé un alleggerimento delle tensioni inflazionistiche nei mercati energetici, ma che le bollette sarebbero state comunque pesanti. Il rallentamento macroeconomico e condizioni climatiche favorevoli hanno alleviato le difficoltà dei consumatori europei, in un anno sconvolto dagli orrori di nuovi conflitti.
Il 2023 avrebbe dovuto essere l’anno in cui la determinazione dei produttori petroliferi appartenenti all’Alleanza OPEC+ avrebbe dovuto ripagare gli stessi. Il gruppo ha, infatti, deciso di imporre ampi tagli alla produzione per tutto l’anno, il che avrebbero dovuto rendere tirato il mercato sulla base di uno scenario in cui l’economia globale avrebbe evitato la recessione e la domanda petrolifera avrebbe dato segnali di stabilità.
Il prezzo europeo del carbonio (scadenza front month DEC-23) ha chiuso il 2023, in media, a 85,3 €/ton, dopo aver superato il livello simbolico di 100 €/ton a febbraio e stabilito un nuovo record dalla sua istituzione, avvenuta nel 2005. Il valore dei permessi di emissione si è mantenuto su livelli relativamente alti durante tutto l’anno, sostenuto principalmente dai progressi positivi compiuti sul fronte delle politiche Ets e dalle scelte dei legislatori dell’UE