In Europa, secondo gli ultimi dati diffusi dall’EPA, l’agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti, si stima un consumo annuo di 100 miliardi di sacchetti di plastica. Una parte di questi finiscono in mare e sulle coste causando non pochi danni all’ambiente e alla biodiversità marina, sommandosi ai rifiuti spiaggiati di ogni forma, genere, dimensione e colore, frutto della cattiva gestione a monte e dell’abbandono consapevole, che continuano a invadere le spiagge del Mediterraneo e non solo:
La raccolta e il riciclo degli imballaggi in plastica, oltre a permettere in Italia lo sviluppo di competenze tecnologiche tra le più avanzate in Europa, ha determinato una forte spinta all’innovazione, consentendo all’industria italiana di competere nel mercato globale con prodotti e materie prime seconde derivanti dalla trasformazione dei polimeri.
La plastica è un materiale versatile, che per le sue proprietà in termini di resistenza, trasparenza, leggerezza ed infrangibilità è tra i principali responsabili dell’accelerazione tecnologica del Novecento ed è alla base dello sviluppo di tutti i principali settori moderni, dall’elettronica al biomedicale, dalla robotica alla telecomunicazioni.
Un intento nobile e condiviso, ma una normativa non chiara e tale da creare confusione. E’ la posizione espressa da Coop in merito alle nuove disposizioni entrate in vigore lo scorso 1 gennaio sui sacchetti biodegradabili e compostabili da utilizzare nei reparti ortofrutta.
Materia solo apparentemente banale che ha generato non poche polemiche, soprattutto in virtù del costo scaricato per legge sul consumatore finale, e comunque materia di non poco conto se si considerano i numeri di utilizzo di questa tipologia di sacchetti.
Intervista a Marco Versari (Presidente AssoBioPlastiche)
La nuova legge sui sacchetti biodegradabili e sulle buste della spesa in plastica ha scatenato una campagna mediatica improntata sulla disinformazione e sulla dietrologia. Ci aiuta a fare un po’ di chiarezza?
Prima di tutto bisogna fare un passo indietro. Già dal 2012 l’Italia ha avuto una legge sulle buste della spesa riutilizzabili e biodegradabili che obbligava gli esercenti ad esplicitare il costo dei sacchetti e ad abbandonare le tradizionali buste in polietilene in favore di materiali biodegradabili.