Il panorama energetico europeo del 2050 potrebbe essere molto diverso da quello attuale. La transizione verso un sistema elettrificato e a zero emissioni richiederà un forte aumento del contributo delle fonti rinnovabili che si prevede possano arrivare a coprire almeno l'80% della generazione elettrica.
Fortunatamente, l'Europa può contare su una risorsa energetica pulita, prevedibile e presente in abbondanza, ossia quella proveniente dai mari, che diventerà necessaria soprattutto quando la transizione verso un mondo low-carbon allungherà il passo.
Attualmente, il Regno Unito detiene un'indiscussa leadership mondiale nel promettente settore dell'energia mareomotrice. I numeri - contenuti nel rapporto "UK Marine Energy 2019. A new industry" - parlano di 1.287 MW di impianti installati alimentati dalle maree e di 10 MW da moto ondoso, con ottime previsioni di crescita per i prossimi anni; per il 2025 risulta infatti già pianificata una nuova capacità installata da moto ondoso pari a 180 MW.
In molte aree del mondo, le piattaforme offshore di petrolio e gas stanno terminando la loro fase operativa. Non è facile stimare l'impatto ambientale sull’ecosistema marino delle attività di “decommissioning” ma è noto che le politiche di rimozione si basano sull'assunto di "lasciare il fondale marino come è stato trovato". Questo approccio sembrava, infatti, rappresentare l'opzione apparentemente più ecologica. Purtuttavia, durante il periodo produttivo, le piattaforme sono in grado di sostenere comunità di fauna e flora marina abbondanti e diversificate, alcune delle quali di importanza regionale.
Partiamo dal principio. Viene spesso affermato che le onde costituiscono la “più grande fonte rinnovabile inutilizzata al mondo”. Ci potrebbe aiutare a capire meglio questa affermazione?
Gli oceani e i mari del mondo sono un'enorme riserva di energia non sfruttata. Si stima che il loro potenziale energetico associato esclusivamente alle onde sia tra i 20.000 e gli 80.000 TWh/anno, una quantità di energia sufficiente per alimentare in linea teorica l'intero pianeta e pari (ottimisticamente) fino a tre, quattro volte il fabbisogno elettrico globale.