Il panorama energetico europeo del 2050 potrebbe essere molto diverso da quello attuale. La transizione verso un sistema elettrificato e a zero emissioni richiederà un forte aumento del contributo delle fonti rinnovabili che si prevede possano arrivare a coprire almeno l'80% della generazione elettrica.

Fortunatamente, l'Europa può contare su una risorsa energetica pulita, prevedibile e presente in abbondanza, ossia quella proveniente dai mari, che diventerà necessaria soprattutto quando la transizione verso un mondo low-carbon allungherà il passo. Si stima che entro il 2050, l’Europa potrà sfruttare 100 GW di capacità proveniente dalle maree e delle onde, una quantità equivalente a circa il 10% del consumo attuale di elettricità del continente.

Con il vento e l'energia solare che costituiranno la spina dorsale del futuro sistema energetico europeo, l'energia del mare sarà indispensabile per compensare all’occorrenza l’assenza dell’uno o dell’altra (quando il vento diminuisce e il sole non splende). E tra le tecnologie legate a questa risorsa la più interessante è certamente quella del moto ondoso, che potenzialmente rappresenta la più grande fonte di energia pulita al mondo.

Un enorme potenziale

L’energia che sfrutta il moto ondoso potrebbe eguagliare, e persino superare, quella generata dall’eolico offshore. Le onde sono di fatto una forma concentrata di energia eolica, in grado di percorrere grandi distanze con perdite energetiche minime. Esistono diverse stime sulla produzione di elettricità potenzialmente derivante dal moto ondoso ma tutte concordano nel ritenere che la posta in gioco sia significativa: si va da 4.000 TWh/anno fino a 29.500 TWh /anno. Per avere un termine di paragone, si pensi che il consumo annuo di elettricità dell’Europa ammonta a circa 3.300 TWh.

La costa atlantica offre alcuni dei migliori siti al mondo, con onde gigantesche che viaggiano attraverso l'oceano e raggiungono le rive di Regno Unito, Irlanda, Francia, Portogallo e Spagna. Ma anche il Mediterraneo rappresenta un mercato potenziale, grazie a diversi dispositivi sviluppati per essere utilizzati in mari più calmi.

Una tecnologia con anima europea

La tecnologia del moto ondoso ha origine in Europa, con il primo dispositivo ideato e creato in Francia nel 1799. Tuttavia, anche se la ricerca in tale ambito si consolida negli anni 1980, è solo di recente che ha ricevuto un nuovo e determinante impulso, alimentato dal crescente interesse per le energie rinnovabili. Oggi, quasi la metà dei brevetti mondiali riguardanti le tecnologie di produzione di energia da moto ondoso appartengono a società europee.

Il vento genera onde e fornisce energia alla superficie del mare; le onde superficiali via via si uniscono creando onde più lunghe che possono percorrere lunghe distanze senza perdere l’alta concentrazione di energia che le caratterizza. Ed è proprio questa che viene utilizzata dai cosiddetti Wave Energy Converters (WEC) per creare elettricità, anche molto tempo dopo che il vento ha smesso di soffiare. Attualmente esistono otto tipi di WEC che si differenziano per il modo in cui catturano l’energia; la maggior parte si definiscono “assorbitori", perché sfruttando il moto sussultorio dell’onda possono raccogliere energia dalle onde provenienti da ogni direzione.

Elettricità pulita ... e molto altro ancora

Come le altre tecnologie che sfruttano l’energia del mare, l'energia proveniente dalle onde è del tutto complementare rispetto a fonti rinnovabili più mature; pertanto, può svolgere un ruolo cruciale nel bilanciare un sistema energetico che combina fonti pulite a produzione intermittente e disponibili in momenti diversi.

Oltre alla produzione di elettricità utility – scale, l'energia delle onde può essere impiegata anche per approvvigionare quelle isole che attualmente fanno affidamento su generatori che impiegano combustibili costosi e inquinanti. Può inoltre essere utilizzata direttamente per altre attività offshore, come l’acquacoltura, gli impianti di estrazione di idrocarburi e quelli di dissalazione.

Lo sviluppo di progetti volti ad ottenere energia dal moto ondoso può rivitalizzare le zone costiere, specie quelle remote e/o colpite dal declino di industrie storiche. La produzione, l'installazione e la manutenzione di questi dispositivi richiedono competenze che possono essere reperite nei settori marittimi tradizionali come il settore navale, la pesca e l’Oil&Gas. Cavi, navi e un'adeguata infrastruttura portuale sono inoltre indispensabili per installare e far funzionare i convertitori, il che può consentire alle aziende locali di diversificare il proprio business.

“Sulla giusta strada”

A partire dal 2010, in Europa sono stati installati 11,3 MW di energia da moto ondoso. A livello cumulato, la capacità è aumentata costantemente, a riprova del fatto che il settore si sta sviluppando e che, grazie al perfezionamento della tecnologia, i dispositivi durano più a lungo nell'acqua e producono più energia di quanto inizialmente previsto.

Gli sviluppatori nordici, almeno recentemente, sono stati tra i più attivi. Nelle acque ad alto potenziale energetico al largo di Orkney (Scozia), il dispositivo "Penguin" da 1 MW della finlandese Wello è sopravvissuto due anni affrontando onde alte 20 metri. Nello stesso sito, anche il dispositivo svedese di medie dimensioni denominato CorPower ha dimostrato affidabilità, superando le aspettative in termini di produzione di energia. Un altro produttore finlandese, AW-Energy, si sta attrezzando per esportare il suo Waveroller, in tutto il mondo dopo aver superato con successo i test in Portogallo.

Negli ultimi anni, anche l'Italia è emersa come protagonista. Enel Green Power sta lavorando con lo sviluppatore 40South Energy sulla versione aggiornata del suo dispositivo al largo di Marina di Pisa. Eni è attiva con due progetti nel Mare Adriatico: uno con l’americana OPT e un altro con il Politecnico di Torino e il suo spin-off Wave for Energy S.r.l. Quest'ultimo, sito a Ravenna, è un impianto pilota integrato in un sistema ibrido smart grid. L'anno scorso, inoltre, la società danese Wavepiston ha firmato un contratto da 4,9 milioni di euro per un progetto combinato di desalinizzazione e moto ondoso in Sardegna.

E non finisce qui. Sono infatti in via di sviluppo anche progetti da parte di sviluppatori di tutta Europa, tra cui Marine Power Systems (Regno Unito), SINN Power & Nemos (Germania), Laminaria (Belgio), la già citata Wavepiston (Danimarca) e GEPS Techno (Francia).

OEE: lavorare per un settore in crescita

Ocean Energy Europe (OEE) è la più grande rete di professionisti dell'energia marina al mondo. Oltre 120 organizzazioni, tra cui le principali utility, industrie e istituti di ricerca in Europa si affidano all'OEE per rappresentare gli interessi del settore energetico oceanico europeo.

La sua missione è quella di creare un background solido per lo sviluppo dell'energia dal mare, migliorare l'accesso ai finanziamenti e le opportunità di business per i suoi membri. Per raggiungere questo obiettivo, si impegna con le istituzioni europee (Commissione, Parlamento, Consiglio, BEI, ecc.) e con i ministeri nazionali su questioni politiche che riguardano il settore. I risultati sono davanti agli occhi di tutti: negli ultimi quattro anni le dimensioni del comparto sono aumentate in modo significativo e l'UE è emersa come uno dei principali driver del settore.

La traduzione in italiano è stata curata dalla redazione di RiEnergia. La versione inglese di questo articolo è disponibile qui.