Il 10 dicembre dello scorso anno, l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione dell’Ambiente) ha presentato il Rapporto Rifiuti Urbani edizione 2018, con dati relativi a produzione, differenziata, gestione e trattamento a livello nazionale, regionale e provinciale del 2017. Due i risultati che emergono con più forza dal Rapporto: torna a scendere la produzione dei rifiuti e cala il numero degli inceneritori e delle discariche.
Il “Pacchetto Economia Circolare”, approvato dal Parlamento Europeo ed in via di recepimento da parte degli stati membri, si presenta come il fine a cui tendere nella gestione del rifiuto urbano al 2035. La direttiva quadro stabilisce infatti gli obiettivi minimi di riciclaggio (65%) e di smaltimento in discarica (10%) da raggiungere, stilando anche un percorso di crescita della percentuale di riciclaggio: 55% entro il 2025 e 60% entro il 2030.
Ospitiamo l’intervento dell’Amministratore Delegato di Aliplast, una realtà aziendale che con nove stabilimenti che ogni anno rigenerano 80 mila tonnellate di plastica ed evitano l’emissione di 150 mila tonnellate di CO2, rappresenta un esempio concreto di gestione dei rifiuti e di economia circolare.
Abbiamo chiesto a Tomaso Tommasi di Vignano, Presidente Esecutivo del Gruppo Hera, un parere sulla situazione italiana in materia di gestione dei rifiuti, in particolare per quanto riguarda il tema degli impianti, diventati ancora più urgenti alla luce del blocco delle importazioni di rifiuti dalla Cina.
Dopo il caso dei termovalorizzatori, che alle fine dello scorso anno erano stati al centro del dibattito politico, il tema dell’impiantistica collegata alla gestione dei rifiuti è passato in secondo piano ma, ciclicamente, torna alla ribalta non appena si verifichi qualche emergenza. Qual è lo stato dell’arte in Italia sul fronte della gestione dei rifiuti?