Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale Ue del 14 giugno, le quattro direttive che compongono il nuovo pacchetto normativo europeo sull’economia circolare saranno pienamente in vigore il 4 luglio 2018: si tratta delle conclusione di un percorso che ha impiegato esattamente 4 anni per dispiegarsi, da quando la Commissione europea guidata da José Barroso avanzò per prima la proposta.
Anche se il termine ultimo per il recepimento da parte degli Stati membri è fissato per luglio 2020, la prova dei fatti inizia adesso.
Il settore dei rifiuti sta attraversando una fase di profonda trasformazione e di evoluzione strategica a livello europeo e nazionale. In poco più di 20 anni siamo passati dalla gestione dei rifiuti come scarti da cui liberarsi al nuovo paradigma economico dell’economia circolare dove i rifiuti diventano beni da riutilizzare o riciclare come materia prima seconda nei cicli produttivi in un’ottica di simbiosi industriale.
Tuttavia, il settore in Italia attraversa una profonda crisi che ha le sue radici nella poca lungimiranza degli enti competenti nel pianificare un’adeguata rete di impianti sul territorio nazionale.
Con l’entrata in vigore della riforma del titolo V della Costituzione, l’art. 117 della Costituzione viene modificato in modo che contenga due elenchi con riferimento alla competenza legislativa dello Stato e delle Regioni. Uno per le materie di competenza esclusiva dello Stato. Uno per quelle di competenza concorrente Stato-Regioni.
L’evidente sovrapposizione (tra le altre) della materia “tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali” riservata allo Stato e quelle del “governo del territorio” e della “valorizzazione dei beni culturali e ambientali” attribuite alla competenza concorrente Stato-Regioni, ha reso conflittuale il rapporto tra legislazione statale e legislazione regionale in materia ambientale.
Un settore molto frammentato, con una governance ancora non compiuta, livelli di servizio fortemente eterogenei sul territorio nazionale e una scarsa presenza pubblica nelle Regioni meridionali. E’ questa la fotografia scattata dalla settima edizione del Green Book, realizzato dalla Fondazione Utilitatis, con il supporto di Utilitalia e la collaborazione scientifica di Cassa Depositi e Prestiti.