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Novatek: the unwanted helper?

Russia’s invasion of Ukraine was followed by tougher western sanctions on Russian financial and energy sectors. Although Russian gas was not restricted at the start, Moscow referred to the western sanctions to start reducing gas flows via Yamal-Europe and Nord Stream pipelines. The two routes account for 60% of piped capacity used by Russia, whereas the alternative would be to ship gas via Ukraine, the country at war.

Novatek: l'aiutante indesiderato?

L'invasione russa dell'Ucraina è stata seguita da sanzioni occidentali più severe che hanno colpito il settore  finanziario ed energetico russo. Sebbene il gas russo non rientrasse all’interno delle sanzioni, Mosca come controffensiva ha iniziato a ridurre i flussi di gas attraverso i gasdotti Yamal-Europe e Nord Stream. Le due rotte rappresentano il 60% della capacità utilizzata dalla Russia, mentre l’altra passa per l'Ucraina, un paese attualmente in guerra.

La Russia ragiona sul breve periodo e sottostima i danni

Il 5 dicembre sono partite le sanzioni europee sul petrolio russo e a febbraio dovrebbero partire quelle sui prodotti. Il mondo accademico e non solo non è concorde sull’effettiva efficacia che questi strumenti avranno o hanno già avuto, nel caso di quelli già in vigore, per l’economia russa. Di questo argomento ne abbiamo parlato con Andrei Belyi Professore di Energy law and Policy all’University of Eastern Finland e consulente alla Balesene OU che ci ha esposto il suo punto di vista.

Le sanzioni stanno colpendo l’industria petrolifera russa, anche senza embargo

Anche se l’UE non imporrà un embargo totale al petrolio russo, le sanzioni ad oggi decise avranno comunque effetti molto pesanti sull’industria Oil&Gas di Mosca. Prima di tutto, per le compagnie russe sarà particolarmente difficile assicurarsi linee di credito internazionali e questo rappresenta un problema dato che queste ultime hanno tassi di interesse di gran lunga inferiori a quelli oggi praticati sul mercato russo che sono arrivati a toccare il 20%. Un dato senza precedenti.

La guerra e l’energia: l’impatto sulla Russia

Nord Stream 2, sanzioni, embargo, rapporti con la Cina. Il conflitto russo-ucraino ha posto tanti interrogativi che riguardano il settore energetico a livello globale e acceso un serrato dibattito in cui si sovrappongono opinioni diverse. Ne abbiamo parlato con Professore Associato presso la University of Eastern Finland e fondatore della società di consulenza Balesene, che ci fornisce la sua chiave di lettura degli eventi di questi ultimi giorni.

Nord Stream 2: calano le sanzioni ma restano le tensioni

Il completamento del Nord Stream 2, il gasdotto che dovrebbe collegare la Russia con la Germania passando dal Mar Baltico, è quasi terminato. Durante gli ultimi 3 mesi, la nave Fortuna ha posato circa 50 km di tubi e ora i lavori si sono spostati nel tratto rimanente delle acque tedesche. Da tempo, incombe sugli investitori e sul progetto la preoccupazione circa le possibili sanzioni statunitensi sulle compagnie di servizi che si occupano della posa. Eppure, recentemente, gli Stati Uniti hanno deciso di non imporre sanzioni all'operatore del gasdotto, lasciando nella lista “nera” solo le navi russe coinvolte nella costruzione.

Il futuro del Nord Stream 2, tra interessi geopolitici ed economici

Doveva essere un semplice gasdotto, una nuova rotta di approvvigionamento energetico in un’Europa che storicamente deve guardare oltre i propri confini per assicurarsi le materie prime energetiche. E invece si complica la saga del Nord Stream 2, la pipeline di 1.230 km che dovrebbe collegare la Russia alla Germania passando dal Mare del Baltico e capace di movimentare fino a 55 mld di mc di gas all’anno. Chi pensava che un tubo che collega due potenze economiche fosse esente da valutazioni di carattere geopolitico si sbagliava di grosso, specie se tra le due potenze – Germania e Russia in questo caso – se ne inserisce una terza, gli Stati Uniti.

Petrolio, Gas e GNL: chi rischia di più tra Russia, USA, Arabia Saudita e Qatar?

Un’economia mondiale che fatica a crescere, una instabilità ormai frequente nelle quotazioni del greggio e dei prodotti petroliferi, una pandemia che sconvolge i consumi di energia a livello globale. In questo scenario che ormai in molti definiscono inedito, i principali attori dei mercati energetici stanno reagendo in maniera talvolta simile, talvolta del tutto differente. Insieme a Andrei Belyy, Professore Associato presso la University of Eastern Finland e fondatore della società di consulenza Balesene abbiamo intrapreso un viaggio per scoprire affinità e differenze nella gestione dell’incertezza, a partire dalla Russia.

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