La transizione energetica deve necessariamente confrontarsi con i costi da sostenere affinché si possa considerare credibile. In un recente articolo, è stato affrontato un particolare aspetto di questa transizione con l’obiettivo di fornire un contributo informativo il più possibile oggettivo sulla situazione italiana.
Natura e ambiente non sono la stessa cosa. Spesso utilizzati come sinonimi, hanno delle intersezioni, si abbracciano reciprocamente, ma rappresentano due oggetti diversi tra di loro. Da un lato c’è la natura, cruda, spietata e in conflitto con la crescente volontà di potenza umana; dall’altro c’è l’ambiente, che rappresenta il grado di convivenza, storicamente mutevole, tra lo sviluppo umano e la natura “matrigna”. Oggi, nella lotta al cambiamento climatico e nell’impegno per una giusta transizione energetica, la nostra generazione è chiamata a realizzare con urgenza un nuovo, inedito possibile equilibrio tra questi fattori, con razionalità, senza alcuna demagogia.
Non c’è una conversazione oggigiorno che non cominci o finisca – o entrambi i casi – con il virus che ci ha messo sottosopra la vita. Recentemente l’argomento collegato è inevitabilmente quello dei vaccini. E a quel punto mi viene in mente sempre la stessa riflessione, che tengo rigorosamente personale: cioè che per produrre i vaccini serve energia, anzi ne serve tanta visto quanti ne dovranno essere distribuiti.
La difficile transizione del distretto Oil&Gas di Ravenna è l’emblema di un paese che ancora non è riuscito a disegnare una strategia energetica nazionale. Tra progetti rinnovabili in attesa di via libera e aziende locali che delocalizzano abbiamo chiesto al sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, di aiutarci a capire meglio cosa sta succedendo. E cosa ci si aspetta per il futuro.