L’idrogeno come vettore energetico sta vivendo una seconda giovinezza. Dopo esser diventato popolare all’inizio del nuovo millennio, con il best seller di Jeremy Rifkin che lo dipinse come la soluzione a tutti i problemi energetici del mondo, approfondite analisi dimostrarono come alternative più economiche lo rendessero poco pratico nel breve termine. Come mai allora il rinnovato interesse?
La tecnologia è pronta, alcune tipologie di veicoli a idrogeno sono già disponibili sul mercato mentre altre lo saranno tra pochi anni. Alcuni Paesi però sono più avanti di altri e vedono in maniera chiara la possibilità di guidare un mercato in forte espansione.
L’utilizzo dell’idrogeno nei trasporti sta prendendo piede esponenzialmente in tutte le tipologie di mobilità, dal trasporto su strada, al ferroviario, al marittimo e alla movimentazione merci, e in diverse aree del mondo, dall’America all’Asia e all’Europa.
La maggiore disponibilità e maturità delle tecnologie legate all’idrogeno e i vantaggi che possono portare rispetto ai cronici problemi dell’Emilia Romagna e di tutta la Pianura Padana (qualità dell’aria in primis) aprono scenari di interesse e opportunità, che sembra utile accelerare e favorire. Il concetto di “hydrogen society”, lanciato in Giappone nel 2016 e recentemente cavalcato anche da paesi come Corea, Cina e California è il segnale che qualcosa sta cambiando nella percezione dell’idrogeno e del suo utilizzo nei sistemi energetici, nei sistemi di trasporto e nei sistemi industriali.
Negli ultimi anni, l’Unione Europea sta promuovendo la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie per la produzione di idrogeno verde (prodotto da fonti rinnovabili), finanziando una serie di progetti coordinati dal FCH-JU (Fuel Cells and Hydrogen Joint Undertaking) un partenariato pubblico-privato che sostiene attività legate al programma Horizon 2020. L’idrogeno, se prodotto tramite fonti rinnovabili, è un vettore energetico da considerare come una valida alternativa all’utilizzo dei combustibili fossili sia per il settore dei trasporti sia per la produzione di energia elettrica, garantendo l’assenza di emissioni locali e la riduzione delle emissioni di CO2.