La tecnologia è pronta, alcune tipologie di veicoli a idrogeno sono già disponibili sul mercato mentre altre lo saranno tra pochi anni. Alcuni Paesi però sono più avanti di altri e vedono in maniera chiara la possibilità di guidare un mercato in forte espansione.

L’utilizzo dell’idrogeno nei trasporti sta prendendo piede esponenzialmente in tutte le tipologie di mobilità, dal trasporto su strada, al ferroviario, al marittimo e alla movimentazione merci, e in diverse aree del mondo, dall’America all’Asia e all’Europa. Il motivo risiede nell’enorme potenzialità di questo combustibile alternativo nel contribuire alla decarbonizzazione profonda del settore dei trasporti, nel ruolo che può giocare nell’ottimizzazione dell’uso delle fonti rinnovabili e nella capacità, come vettore energetico, di collegare diversi settori.

Se fino a poco tempo fa erano solo poche industrie lungimiranti a includere l’idrogeno nei loro piani strategici di sviluppo del mercato, negli ultimi anni anche la sfera politica ha cominciato a guardare con interesse alle opportunità che offre e a supportare le industrie con politiche di lungo termine. Lo dimostrano iniziative di livello internazionale come Mission Innovation e Hydrogen Initiative, nelle quali l’Italia è presente.

Commercializzazione delle tecnologie a idrogeno per il trasporto

Fonte: Hydrogen Council

Nel settore dei trasporti, Alstom e Hyundai sono due tra i principali attori industriali che stanno chiaramente puntando sull’idrogeno per segnare il passo della transizione energetica e aumentare la loro competitività sul mercato; Alstom porta il treno a idrogeno in Germania e in Inghilterra con enorme successo, coinvolgendo e convincendo l’opinione pubblica, le istituzioni, il mondo della politica e le industrie; Hyundai, con la sua Vision al 2030, si pone l’obiettivo principale di incrementare la produzione di sistemi a celle a combustibile  raggiungendo le 700.000  unità all’anno nel 2030.

Per quanto riguarda le auto a celle a combustibile, non dobbiamo volare in Corea del Sud per vederle: basta andare in Germania, paese che possiede una rete di distributori di idrogeno già ben sviluppata, con oltre 50 stazioni di rifornimento presenti sulle autostrade tedesche, e che investe sempre più nel suo potenziamento affiancando l’industria. L’iniziativa ‘H2MEHydrogen Mobility Europe ha inoltre già messo su strada più di 360 veicoli a celle a combustibile, avviato 15 stazioni di rifornimento, (soprattutto in Germania e Francia), e programma di incrementare notevolmente questi numeri nei prossimi anni insieme ad altri progetti come ZEFER, che mira ad ampliare le flotte di auto a idrogeno per un totale di 180 veicoli a celle a combustibile in grandi metropoli come Parigi, Londra e Bruxelles.

La Francia ospita la più grande flotta di muletti a idrogeno di tutta Europa con ben 137 veicoli utilizzati in un grande centro di smistamento merci Carrefour nel nord del Paese. Oltre alla movimentazione di materiali, anche il trasporto pubblico presenta business case positivi che giovano di economie di scala. E’ l’Europa ad avere il primato di bus a idrogeno in circolazione con più di 50 unità dispiegate; con il progetto JIVE II ambisce ad introdurne altri 152. C’è anche l’Italia con tre bus a celle a combustibile sulla tratta Sanremo-Arma di Taggia, tre a Milano e cinque a Bolzano che ne ha in programma altri 12.

Questi numeri sono indice di un settore in netta crescita, con opportunità per le industrie e la ricerca, e capace di contribuire in maniera sostanziale alla diminuzione delle emissioni inquinanti dei centri urbani e di quelle climalteranti. C’è molta attenzione da parte della politica italiana a creare le condizioni per accelerare il processo di sostituzione del parco auto con veicoli più efficienti, coinvolgendo ad esempio i comuni e le regioni nello sviluppo di piani per la mobilità sostenibile. All’interno di questa strategia, l’idrogeno dovrebbe essere protagonista insieme ad altre tecnologie ‘zero emission’ nel rispetto del principio della neutralità tecnologica, ma ancora non c’è un piano di sviluppo né un dichiarato supporto politico e finanziario a favore di questo combustibile alternativo, nonostante l’apertura del Governo manifestata nel 2018.

Bisogna tuttavia sottolineare i passi avanti compiuti; a seguito di un importante lavoro con il Comando Centrale dei Vigili del Fuoco sotto il coordinamento di Assogastecnici, si è giunti alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (5 novembre 2018) del Decreto del Ministero dell’Interno del 23 ottobre 2018 in materia di: “Regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio degli impianti di distribuzione di idrogeno per autotrazione” che allinea l’Italia agli standard di sicurezza europei e contempla l’approccio ingegneristico per la costruzione degli impianti, colmando così il precedente gap normativo.

Le industrie sono pronte, la ricerca lavora da anni su queste tematiche, tanto che i partner italiani sono tra i più richiesti per i progetti europei sull’idrogeno, e i segnali positivi dalla politica ci sono. È quindi il momento di compiere i primi passi concreti, partendo dallo sviluppo dell’infrastruttura dedicata che dovrà portare velocemente l’Italia al pari dei suoi vicini europei, affinché possa essere competitiva sul mercato.