Tra pochi giorni il Governo Italiano presenterà alla Commissione Europea la prima versione del Piano Energia Clima, lo strumento con il quale ciascuno Stato Membro intende provare come raggiungere gli ambiziosissimi obiettivi in materia di decarbonizzazione che l’Unione europea ha di fatto approvato con il trilogo di giugno.
Sebbene non vi siano state particolari anticipazioni sui contenuti del Piano, appare chiaro che la crescita prevista per le rinnovabili elettriche sarà impetuosa e quasi tutta concentrata su fotovoltaico ed eolico.
Il revamping degli impianti da fonti rinnovabili rappresenta una sfida imprescindibile per lo scenario energetico dei prossimi anni in Italia. Fino ad oggi il tema era relegato agli addetti ai lavori, ma è evidente che assume tutt’altro valore se lo si guarda dentro la prospettiva di un Paese che da qui al 2030 dovrà come minimo triplicare le installazioni di fotovoltaico e aggiungere almeno altri 6.000-7.000 MW di eolico.
Grazie ai generosi programmi di incentivazione degli scorsi anni, l'Italia è stata tra i paesi più virtuosi in termini di installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili. In particolare, al 2017, secondo dati GSE, risultano installati circa 20 GW di fotovoltaico (suddivisi in oltre 700.000 impianti) a cui vanno sommati circa 9,5 GW di eolico (suddivisi in oltre 3.600 impianti)
Oggi la maturità tecnologica, il calo dei prezzi dei componenti e l’obsolescenza a volte precoce degli stessi, rendono più che interessante interventi di revamping,
1. Quali sono le prospettive del settore eolico nel nostro Paese e quali le cause del periodo di rallentamento che si è verificato dopo il 2013?
Lo sviluppo del settore eolico in Italia ha registrato un trend di crescita del 3%-4% nell’ultimo triennio, ancorché accompagnato da una generale riduzione delle ore annue di produzione. In particolare, fino al 2012 la crescita della filiera eolica ha ricoperto un ruolo importante, con valori medi di installazione nell’ordine di 1.000/1.200 MW/anno.