Dopo due anni, il 2015 e il 2016, di calo dei consumi a livello mondiale e di prezzi in ripiegamento, i giochi sembravano fatti: il carbone si avviava verso un declino giustificato dagli impatti ambientali generati dalla sua combustione.
E invece questa traiettoria è stata messa in discussione nel 2017 e, senza dubbio, anche nel 2018: con una ripresa della domanda a 5.383 milioni di tonnellate equivalenti carbone (mil. tec) e con prezzi che si sono portati fino a 100 doll/ton.
En 2018, l'histoire du charbon minéral en France touche à sa fin.
De 23 millions de tonnes (Mt) en 2000, la consommation a chuté à 14 Mt en 2017, soit 3,6% de la consommation primaire totale d'énergie. Un peu moins de la moitié (45%) est allé aux trois dernières cokeries de Dunkerque (Nord-Pas-de-Calais), Seremange (Moselle) et Fos-sur-Mer (Bouches-du-Rhône). Un gros tiers (36%) a approvisionné les quatre centrales thermiques-charbon encore en activité : deux appartiennent à Electricité de France (EDF) à Cordemais (Loire-Atlantique) et au Havre (Seine-Maritime), les deux autres à la compagnie allemande UNIPER à Gardanne (Bouches-du-Rhône) et Saint-Avold (Moselle), soit un total de 3 GWe représentant 2,3% des capacités installées et 1,8% de la production d'électricité en 2017. Le reste du charbon consommé en 2017 (19%) s'est partagé entre des usines de chauffage urbain, des cimenteries et des usages non énergétiques.
Nel 2018, si può dire che la storia carbonifera della Francia sia prossima alla fine.
Dai 23 milioni di tonnellate (Mt) del 2000, il consumo è sceso a 14 mt nel 2017, pari al 3,6% della domanda di energia primaria del paese. Poco meno della metà (45%) di questo volume è stato assorbito dalle ultime tre cokerie esistenti: Dunkerque (Nord-Passo di Calais), Seremange (Mosella) e Fos-sur-Mer (Bocche del Rodano).