A ventiquattro anni dal Decreto Letta, le gare per la distribuzione gas restano una svogliata promessa. E a venticinque anni dal Decreto Bersani, le gare per la distribuzione elettrica sono ancora una remota speranza. Sebbene la storia sia diversa, come in un romanzo, i due versanti si fondono perché ci sono forze economiche, tecnologiche e politiche che li spingono in tale direzione.
A quasi un quarto di secolo dalla norma che l'ha avviata, la riforma del servizio di distribuzione gas detiene un record poco invidiabile: tra le misure di policy che hanno visto la luce nello stesso periodo nell'energia è quella in cui più stridente è il contrasto tra la quantità di lavoro fatto per realizzarla e i risultati ottenuti. Mentre l'energia va incontro a nuovi profondi cambiamenti, vale la pena di fermarsi a rifletterci, quantomeno per non ripetere esperienze simili.
Il 5 ottobre 2024 Italgas ha annunciato che i soci di 2i Rete Gas, F2i SGR con il 63,9% e Finavias (gruppo Ardian) con il 36,1%, hanno accettato l’offerta vincolante per la vendita delle loro azioni e hanno stipulato con Italgas il contratto di compravendita, al termine della trattativa in esclusiva iniziata a maggio 2024.
Dopo moltissime discussioni e analisi di scenario “top-down” seguite al dibattimento al Parlamento Europeo della Direttiva EPBD (“Case Green”) è venuto il momento di approcciare la sfida della decarbonizzazione degli edifici (residenziali) esistenti ponendosi nei panni non più del legislatore che ragiona per macro-indirizzi e su soluzioni tecniche apparentemente “disponibili a catalogo”, ma piuttosto nei panni del progettista e dell’utente finale, che dovrebbero realizzare per davvero il cambiamento.