Numero 50 - Le variabili chiave del petrolio nell'era dell'Opec allargata

05 dicembre 2017

Analisi

L’Opec Plus compie un anno e si rafforza. Mentre il Brent si indebolisce sempre più

Giovedì 30 Novembre 2017, a Vienna, si è svolta la 173esima Conferenza Ordinaria dell’Opec, contestualmente al terzo vertice interministeriale dell’organismo che raduna ben 24 paesi produttori di petrolio, noto alle cronache come “Opec Plus”. Si tratta di una vera e propria nuova Opec, caratterizzata dalla leadership condivisa di Arabia Saudita e Russia. Due paesi distanti per storia, origini culturali e religiose, ma accomunati dallo stesso antagonista: gli Stati Uniti. O meglio, l’egemonia finanziaria di New York e Londra, luoghi dove di fatto oggi si stabilisce il prezzo del Petrolio, del WTI e del Brent.

Approfondimento

I mercati finanziari del petrolio alla vigilia del meeting Opec

Il rally autunnale dei prezzi del petrolio trova una spiegazione convincente nella dinamica discendente cha ha caratterizzato le scorte petrolifere OCSE tra agosto e ottobre. La stessa curva future che, dopo essere rimasta orientata negativamente per larga parte dell’ultimo biennio, a partire da settembre si è portata in backwardation (condizione che premia le consegne più vicine nel tempo, rispetto a quelle lontane) (vedi fig.1) è sintomo di un mercato fisico scarsamente rifornito. Anche da questo punto di vista, i rincari del Brent (passato dai circa 50 dollari di agosto agli oltre 60 attuali) appaiono ampiamente giustificati da uno scenario di domanda e offerta più equilibrato rispetto al recente passato.

Approfondimento

La geopolitica sta tornando a contare sui mercati petroliferi?

A metà ottobre la riconquista di Kirkuk da parte delle forze speciali irachene ha sancito un aumento repentino del prezzo del petrolio. Possibili interruzioni nei flussi verso il porto turco di Ceyhan – poi verificatesi regolarmente nell’ordine di 275.000 bbl/g – avevano messo in allerta i mercati. Reazioni simili si erano avute qualche giorno prima, quando il Presidente Trump aveva sconfessato l’accordo nucleare iraniano aprendo a nuove sanzioni per Teheran a partire dal 2018. A inizio novembre è stato il turno delle purghe del Principe Saudita Mohammed bin Salman che hanno provocato un altro trend rialzista, mentre lo spettro default del Venezuela aveva generato una reazione più timida da parte degli operatori.

Approfondimento

Rivoluzione shale: quali implicazioni per economia, geopolitica e ambiente?

L’avvento della cosiddetta shale revolution nel 2010, la rivoluzione del petrolio e gas di scisto targata USA, ha determinato una serie di ripercussioni sul mercato Oil&Gas. In particolare, la produzione americana di shale oil ha impattato in maniera significativa sui prezzi del greggio, sulla geopolitica globale, sul futuro delle forniture petrolifere, sulle variabili macroeconomiche e, non da ultimo, sullo sviluppo delle fonti rinnovabili. Una rivoluzione che sta cambiando il panorama dell’industria del petrolio e del gas su scala mondiale.

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