Dalle grandi speranze nella concorrenza a una tela di Penelope, voltasi infine in una stasi segnata da conflittualità latente. Per chi nell'ultimo ventennio abbia seguito da osservatore la parabola della liberalizzazione della distribuzione gas, come chi scrive, è forte la tentazione di riassumerla così.
The times they are a-changin’, anche nella distribuzione gas. Quando, nel 2000, il Decreto Letta diede inizio alla riforma del settore e all’apertura alla concorrenza, la prospettiva era di un fabbisogno sempre crescente. Pochi anni dopo, nel 2011, l’Agenzia internazionale dell’energia preconizzava una “golden age of gas”. Di conseguenza, le gare per l’assegnazione a nuovi operatori della gestione delle reti gas vennero concepite con l’obiettivo principale di promuovere la metanizzazione del paese e adeguare le infrastrutture a un consumo maggiore.
Quello della distribuzione del gas naturale è un mestiere difficile e assai complesso, che in questi ultimi anni, in particolare, vede molti operatori, generalmente di dimensioni medie e piccole, sempre più in difficoltà.
La complessità a cui facciamo riferimento però, non è quella tecnico-operativa, perché in Italia da questo punto di vista siamo ben attrezzati, con vasta esperienza e disponibilità di professionalità di assoluto livello.
Come noto, il mondo dell’energia e della sua trasformazione risponde alla termodinamica classica con i suoi 4 principi che rimandano al concetto di Entropia. In questa sede ovviamente non possiamo e non vogliamo entrare nel dettaglio, ma crediamo opportuno solo ricordare che l’Entropia è una grandezza (più precisamente una funzione di stato) che corrisponde alla misura del disordine presente in un sistema fisico.