La pandemia non ha fermato gli investimenti nel downstream del GNL in Italia. In base ai dati del rapporto sul primo semestre 2020 dello SSLNG WATCH di REF-e sono 13 i depositi satellite entrati in funzione nel primo semestre, di cui 1 dedicato a un’utenza industriale off-grid, 1 a un distributore di solo GNC, e 11 per distributori di GNL e GNC. A fine giugno 2020 erano saliti a 120 i depositi satellite di GNL totali, mentre più di 70 risultano attualmente i progetti in corso di valutazione.
Al fine di consolidare l’avvento dei combustibili alternativi a basse emissioni e perseguire la decarbonizzazione dei trasporti, l’Unione europea ha varato nel 2014 il meccanismo CEF (Connecting Europe Facility), che ha finanziato, tramite diversi bandi, molteplici tipologie di infrastrutture per i combustibili alternativi. Il supporto ha riguardato principalmente le stazioni di ricarica/rifornimento, ma anche lo stoccaggio, gli adattamenti dei terminali per le operazioni di bunkeraggio, le reti di approvvigionamento del GNL e le unità di produzione su piccola scala.
Lo scorso 22 ottobre all’interno del convegno “Responsabilità sociale, sostenibilità ambientale e sicurezza: il GNL per la ripartenza, guardando al futuro” è stato svolto un approfondimento sulla gestione in sicurezza delle attività di bunkeraggio di GNL, con l’indicazione degli elementi per una guida tecnica a supporto delle procedure di rifornimento.
Le istituzioni stanno lavorando da tempo sul tema della mobilità sostenibile, spingendo anche in direzione di una transizione verso combustibili alternativi e, per l’appunto, più sostenibili. Per farlo, la politica si sta avvalendo di tre grandi leve: quella dell’infrastrutturazione, quella della regolamentazione e, infine, quella dell’incentivazione.