Con la scelta di costruire un inceneritore con recupero di energia a Roma, finalmente il sindaco Gualtieri ha osato spezzare il tabù che ha condannato da decenni la città a condizioni penose dal punto di vista del decoro, dell’igiene e dell’ambiente. Da subito, abbiamo deciso di sostenere questa scelta coraggiosa promuovendo, insieme ad altri, Daje! il Comitato pro termovalorizzatore di Roma.
Il Comitato è costituito solo da cittadini, senza affiliazioni ideologiche, né aspirazioni movimentiste, uniti dalla convinzione che sia arrivata l’ora di dotare Roma di un impianto di smaltimento adeguato, come quelli delle altre capitali europee, smascherando la favola che i rifiuti possano scomparire solo attraverso la raccolta differenziata.
Siamo certi che i romani l’hanno già capito da un pezzo, ma temiamo colpi di coda da parte di coloro che non si rassegnano a smettere di lucrare consensi sulla paura, sulla disinformazione, sulla demagogia. Per questo intendiamo sostenere la decisione del Sindaco con iniziative e incontri e con un flusso adeguato di informazioni che consentano alla città di maturare una nuova consapevolezza sulla necessità di questo tipo di impianti e sul loro funzionamento.
È la prima volta che nasce un comitato per il SI, che cresce di giorno in giorno, e che smentisce, di fatto, chi pensa che gli ambientalisti siano sempre per il NO. Come Amici della Terra, lo dimostriamo da anni. Infatti, fin dal 1995, intervenendo subito dopo la prima emergenza rifiuti, quella di Milano, abbiamo chiesto pubblicamente a tutto il movimento ambientalista di superare il tabù della combustione controllata dei rifiuti, prendendo atto della grande evoluzione tecnologica dei termovalorizzatori rispetto ai vecchi impianti di incenerimento che erano – quelli sì! - inquinanti e pericolosi.
Un’evoluzione tecnologica che permette di recuperare l’energia dai residui non riciclabili, che garantisce il funzionamento in sicurezza per la salute pubblica anche all’interno delle città, che ha le più basse emissioni inquinanti rispetto a quelle di ogni altro impianto industriale e che consente l’utilizzo del calore prodotto per il riscaldamento delle abitazioni o per gli usi industriali e agricoli. Non solo. La tecnologia consente il controllo in tempo reale sulle emissioni e sul corretto funzionamento degli impianti da parte delle autorità ambientali e sanitarie e la raccolta dei dati a disposizione dei cittadini.
In questi 30 anni, abbiamo visto le regioni del Nord adeguarsi ai sistemi più avanzati di gestione dei rifiuti anche grazie alla scelta dei termovalorizzatori. Purtroppo, nelle altre regioni hanno prevalso le scelte ideologiche, le discariche esistenti si sono esaurite e le emergenze si sono moltiplicate. A Napoli, un’emergenza decennale è stata risolta dal termovalorizzatore di Acerra ma a Roma e in Sicilia le condizioni di degrado da rifiuti urbani sono ormai endemiche. Il nostro obiettivo è quello che si realizzino, finalmente a Roma ma anche nel resto del centro-sud Italia, gli obiettivi di una corretta gestione dei rifiuti che sono fissati dalle leggi e dalle direttive dell’Unione Europea.
La legislazione europea stabilisce una precisa gerarchia dei rifiuti: prevenzione, riutilizzo, riciclaggio, recupero, compreso il recupero di energia, e smaltimento. Nessuna di queste fasi può essere ignorata o esclusa, pena la non chiusura del ciclo, il disservizio, il danno ambientale, l’esportazione irresponsabile dei rifiuti con grave danno economico e di civiltà. Questo è quello che è successo a Roma dopo la chiusura di Malagrotta nel 2013. La Capitale non ha più gestito i propri rifiuti, ha pre-trattato e basta, al solo scopo di aggirare il principio di prossimità, facendoli diventare rifiuti speciali pronti per imboccare le strade che portano fuori Roma verso i trattamenti finali, in discariche e in inceneritori, italiani ed esteri. E tutto in nome di un finto principio “Rifiuti Zero”. “Perché - dicono alcuni esponenti politici pseudo ambientalisti – l’inceneritore non serve, è una tecnologia obsoleta e fa male alla salute”. Gli inceneritori e le discariche altrui, però, vanno bene. Che vergogna, per i cittadini romani, rassegnarsi a vedere spediti ovunque i propri rifiuti!
Per motivare il rifiuto di un inceneritore per Roma, si è anche sostenuto che questo scoraggerebbe la raccolta differenziata. Si tratta di una tesi senza fondamento. In realtà, l’alternativa non è tra incenerimento e raccolta differenziata, bensì tra incenerimento e discarica. Ed è una realtà chiaramente dimostrata dai dati italiani ed europei.
Infatti, se andiamo ad analizzare i dati di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, relativi al 2018, emerge che i Paesi con le più basse percentuali di rifiuti in discarica e le più alte di riciclaggio e compostaggio sono anche quelli con una più alta percentuale di rifiuti inceneriti. Il mito “zero rifiuti” e 100% riciclati e compostati è, appunto, un mito, senza alcun rapporto con la realtà:
- Danimarca; 1% in discarica, 50% riciclati e compostati, 49% inceneriti
- Germania: 1% in discarica, 68% riciclati e compostati, 31% inceneriti
- Olanda: 1% in discarica, 57% riciclati e compostati, 42% inceneriti
- Svezia: 1% in discarica, 46% riciclati e compostati, 53% inceneriti
- Austria: 2% in discarica, 59% riciclati e compostati, 39% inceneriti
- Italia: 24% in discarica, 56% riciclati e compostati, 20% inceneriti
Quello che dimostra l’esperienza dei paesi con una migliore e sperimentata gestione dei rifiuti, è che non esistono soluzioni miracolose ma bisogna progettare un equilibrato mix di impianti, tenendo la discarica come soluzione meno che residuale. Nel corso degli anni, con le diverse Giunte, ci siamo messi a disposizione per affrontare i veti ideologici e sfidare i luoghi comuni presso il pubblico. Abbiamo documentato che disporre di un termovalorizzatore non avrebbe ostacolato le raccolte differenziate e il riciclo dei rifiuti e che, anzi, avrebbe consentito di potenziarli, come è accaduto ovunque nelle città del Nord Italia e in quelle del Nord Europa.
Dove ci sono impianti, il ricorso alla discarica è minimo, la raccolta differenziata è massima, il riciclo è massimo.
Numero degli impianti in Italia e percentuali di Raccolta differenziata e di conferimenti in discarica
Fonte: Elaborazione Amici della Terra su dati ISPRA
Il Comitato Daje! È una struttura leggera, facile e veloce. Si propone solo di aiutare il Sindaco a sbloccare la realizzazione del termovalorizzatore indispensabile alla città di Roma. Non ha altri scopi: realizzato il suo obiettivo non lascerà residui in giro. Si scioglierà come tutti gli organismi autenticamente biodegradabili!
Chi è interessato può scrivere, inserendo i contatti mail e telefono a:termovalorizzatoreromadaje@gmail.com
Il Comitato anima il dibattito anche attraverso i propri profili social (Facebook, Instagram, Twitter, Linkedin)