La transizione del sistema elettrico italiano in direzione di una crescente presenza di fonti rinnovabili non programmabili (FRNP), anche per mezzo di impianti di taglia ridotta connessi alla reti di distribuzione, ha richiesto di adeguare i meccanismi tramite i quali viene assicurato il funzionamento in sicurezza dell’intero sistema. L’incremento dell’immissione in rete da parte della generazione da FRNP è avvenuta, infatti, a spese delle unità programmabili a fonti fossili (tra cui i cicli combinati), riducendo la potenza disponibile per i servizi di regolazione; d’altra parte, la minor prevedibilità della produzione da FRNP determina un incremento delle necessità di bilanciamento e quindi del fabbisogno di riserva. Fino al 2017, l’Italia era uno dei pochi paesi europei nei quali solo le unità di produzione rilevanti (ossia > 10 MVA) non da FRNP erano abilitate a partecipare al mercato dei servizi di dispacciamento (MSD).

Dopo alcune esplorazioni preliminari (iniziate con il DCO 354/13), con la delibera 300/2017, l’Autorità per Energia Reti e Ambiente (ARERA) ha definito i criteri per consentire anche alla domanda, alle unità di produzione rilevanti da FRNP, alle unità non rilevanti (ossia la generazione distribuita), nonché ai sistemi di accumulo, di partecipare a MSD nell’ambito di progetti pilota.

Per il momento la delibera 300/17 ha previsto progetti pilota per servizi quali la risoluzione delle congestioni, la riserva terziaria e il bilanciamento, escludendo la regolazione primaria e secondaria; ha tuttavia introdotto la possibilità di remunerazione di servizi finora non valorizzati economicamente (per es. la regolazione di tensione). Per ciascun progetto pilota, Terna ha avviato una consultazione con gli operatori, pubblicando una relazione tecnica di descrizione, nonché la proposta di regolamento che illustra i requisiti tecnici e le modalità per la richiesta di abilitazione delle nuove risorse a MSD; a valle della consultazione, i documenti sono stati inviati all’Autorità per approvazione.

Nella sostanza, i progetti pilota sono basati sullo schema esistente: rimane il concetto di rilevanza per l’abilitazione a MSD, ma l’abilitazione è ampliata a una diversa platea di soggetti: le cosiddette Unità Virtuali Abilitate (UVA). In particolare, si dà facoltà alle unità di produzione e di consumo non rilevanti ed ai sistemi di accumulo di essere abilitate a MSD su base aggregata, secondo opportuni criteri di localizzazione geografica (“perimetri di aggregazione”), costituendo ai fini del dispacciamento Unità Virtuali Abilitate di Carico (UVAC), di unità di Produzione (UVAP), di entrambe le tipologie, inclusi i sistemi di accumulo (UVAM, unità “miste”) e, infine, di aggregati su base nodale (UVAN), che possono includere anche unità rilevanti. Nel caso delle UVAx, la controparte di Terna per la fornitura delle risorse di dispacciamento è l’aggregatore, o Balance Service Provider – BSP: esso si occupa di costruire il proprio portafoglio di risorse e di realizzare le necessarie infrastrutture di monitoraggio e controllo, affinché l’insieme si comporti complessivamente secondo i requisiti tecnici definiti da TERNA e renda disponibile la flessibilità concordata. Le unità di carico e produzione che compongono una UVAx, a loro volta, possono fare capo a diversi contratti di dispacciamento stipulati da diversi utenti del dispacciamento - UdD, ossia i soggetti che si occupano di acquisto e vendita dell’energia afferente a tali unità sul mercato: in generale quindi, il BSP non coincide con l’UdD.

Dal secondo semestre 2017 sono stati avviati i progetti di partecipazione della domanda, ossia le UVAC, che hanno previsto una taglia minima di 1 MW ed una remunerazione in capacità (fino a 60.000 €/MW/anno) e in energia, in funzione delle transazioni effettuate su MSD. Successivamente sono stati avviati i progetti pilota UPR (unità rilevanti) e UVAP, con la sola remunerazione in energia.

Nel settembre 2018 è stato approvato il regolamento UVAM proposto da TERNA, che prevede la remunerazione in capacità (fino a 30.000 €/MW/anno) e quella in energia. È di interesse segnalare che nelle UVAM, che vanno a includere e sostituire le UVAC e le UVAP, è stata espressamente prevista la possibilità di partecipare anche per i veicoli elettrici (mediante servizi di tipo Vehicle-to-Grid, V2G), in quanto assimilati a sistemi di accumulo. A fronte di una capacità disponibile per il periodo gennaio÷dicembre 2019 pari, rispettivamente, a 800 MW per l’Area di Assegnazione A (zone di mercato Nord e Centro-Nord) e 200 MW per l’Area di Assegnazione B (Centro-Sud, Sud, Sicilia e Sardegna), nelle aste tenute sono stati assegnati complessivamente 371,7 MW nell’area A e 23 MW in Area B, con premio medio ponderato variabile nell’intervallo 29979,70÷29.999 €/MW. A inizio 2019 sono state avviate anche le aste UVAM infra‑annuali per approvvigionare capacità su periodi di durata mensile o superiore.

Di recente, TERNA ha annunciato di aver avviato lo studio di progetti pilota dedicati ai sistemi di accumulo (UVAS), la cui partenza è attesa nei prossimi mesi, al fine di sfruttare le caratteristiche di regolazione veloce di batterie e impianti di pompaggio.

È, infine, notizia di questi giorni l’avvio da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, con il supporto tecnico di RSE, della discussione con vari stakeholder sul decreto contenente le misure che dovranno essere emanate ai sensi della Legge di bilancio 2018 per “favorire la diffusione della tecnologia di integrazione tra i veicoli elettrici e la rete elettrica”. Come sopra accennato, i veicoli elettrici possono già partecipare a MSD tramite le UVAM. E’ immaginabile che il decreto contenga misure volte a promuovere la partecipazione di aggregati che includono infrastrutture di ricarica. Per esempio, è possibile individuare regole che tengano meglio conto delle specificità della mobilità elettrica, sia in termini di dimensioni minime che in termini di tipologia e durata dei servizi di dispacciamento offerti. Inoltre, per il V2G, in accordo con il contesto generale per i sistemi di accumulo, andranno definite le misure che consentano una equa applicazione degli oneri di sistema e di rete.

Nei prossimi mesi gli esiti dei progetti pilota forniranno supporto per il processo di adeguamento del codice di rete, nell’ambito della definizione del nuovo Testo Integrato del Dispacciamento Elettrico (TIDE). In futuro, qualora dovesse crescere significativamente la partecipazione a MSD di unità di generazione e carico connessi alle reti di distribuzione, andrà inoltre ridefinito il ruolo del DSO, al momento limitato alla verifica una tantum in fase di qualifica dell’unità.