I rapporti statistici pubblicati nei mesi scorsi dal Gestore dei servizi energetici (GSE) e dal Gestore dei mercati energetici (GME) non restituiscono un quadro chiaro per il futuro del meccanismo dei Certificati Bianchi. Permane, infatti, un’evidente discrasia tra le affermazioni riguardo la disponibilità dei titoli di efficienza energetica (TEE) e l’impennata dei prezzi che i medesimi titoli hanno registrato nell’ultimo anno sul mercato dei TEE. Questa incertezza fa temere per la “salute” del meccanismo, per cui si stanno approntando delle “cure” che non si sa ancora quanto saranno efficaci.
Rapporto GSE: incremento dei titoli e numeri sufficienti per obbligo 2017
Secondo il Rapporto annuale Certificati Bianchi 2017, pubblicato dal GSE nel febbraio scorso, il numero dei TEE riconosciuti nel 2017 registra un incremento pari a circa il 5,3% rispetto all'anno precedente, con circa 5,8 milioni di TEE riconosciuti vs i circa 5,5 milioni del 2016.
Il GSE precisa, però, che "in termini di volume di TEE generabili sulla base del numero e della tipologia delle PPPM (Proposte di Progetto e Programma di Misura) approvate annualmente, i dati del 2017 registrano un incremento di circa il 43% rispetto al 2016. Dall'analisi dei dati, infatti, al volume crescente di titoli annuali riconosciuti nell’ultimo biennio, pari a 5 milioni di TEE nel 2015, di 5,5 milioni di TEE nel 2016 e di 5,8 milioni di TEE nel 2017, va aggiunto il volume potenziale dei titoli che verranno riconosciuti nei prossimi anni grazie all’approvazione delle Proposte di Progetto e di Programma di Misura (PPPM). In particolare, sulla base dei TEE richiesti con le PPPM approvate nel 2017 il potenziale di TEE generabili annualmente è pari a circa 1,1 milioni di TEE".
Inoltre, il Gestore ha stimato che, sulla base dei titoli riconosciuti nell'anno d'obbligo 2017 e dei titoli sui conti proprietà all’inizio dell’anno d'obbligo 2017, "risulta un ammontare complessivo di titoli disponibili pari a circa 6,62 Mln”. Tale volume risulta in grado di garantire l'adempimento dell’obbligo minimo per il 2017".
Rapporto GME: un anno da record per prezzi e scambi
Nonostante le affermazioni del GSE, i prezzi dei TEE continuano a registrare picchi di prezzi impensabili fino a un anno fa. Secondo il bilancio che il Gestore dei mercati energetici trae dai dati emersi dall'andamento del mercato dei Certificati Bianchi registrato nel 2017, nel corso dello scorso anno il prezzo medio dei TEE è aumentato dell’81% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 267 €/tep.
Anche negli scambi bilaterali (e cioè quelli avvenuti al di fuori del mercato organizzato), il prezzo medio è cresciuto segnando il massimo storico di 209,95 €/tep e collocandosi su un livello più basso di circa 60 €/tep rispetto al valore di mercato.
TEE, prezzi e volumi annuali
Fonte: GME
Questa corsa non si è arrestata nei primi mesi del 2018: la sessione del 13 febbraio ha registrato un prezzo massimo di 489,90 €/TEE, contro i 100 € circa di inizio 2016. Nella sessione del 13 marzo il prezzo massimo è calato a 450,00 €, ma ciò non ha rassicurato gli animi degli operatori, né quelli dei legislatori. Tanto che si sta cercando di correre ai ripari, per evitare il collasso del meccanismo.
Le soluzioni prospettate
Una prima soluzione per limitare gli effetti degli elevati livelli di volatilità dei prezzi dei Titoli di efficienza energetica, è stata quella di ridurre, a partire dal 15 febbraio 2017, le sessioni di mercato a una volta al mese. Ricordiamo che, precedentemente a questa decisione, le sessioni di mercato si tenevano almeno una volta alla settimana nel periodo da febbraio a maggio di ciascun anno e almeno una volta al mese nei mesi restanti.
A parere di ARERA, questa soluzione "da sola non risulta in alcun modo risolutiva delle tensioni che si verificano nel mercato dei TEE".
Forse conscio di ciò, il Ministero dello sviluppo economico ha anche predisposto un decreto correttivo del meccanismo. L’obiettivo del nuovo decreto - si legge nel comunicato stampa che il Ministero ha divulgato per annunciare l’avvio della fase di concertazione con il Ministero dell’Ambiente - è quello di favorire una maggiore offerta di certificati, introducendo in particolare una revisione della metodologia di valutazione dei progetti alla luce degli indirizzi contenuti nella proposta di revisione della Direttiva sull’efficienza energetica e l’arricchimento delle tipologie di progetti ammissibili. Sono anche previsti strumenti volti a favorire un riequilibrio del mercato, anche con un ruolo di compensazione attribuito al GSE, e interventi di completamento dell’attuale regolamentazione, tra cui in particolare l’individuazione del valore massimo per il contributo tariffario. Sono previste, inoltre, disposizioni per favorire una maggiore semplificazione e trasparenza del meccanismo.
Il testo dello schema di Decreto non è stato, al momento, pubblicato, ma, nel convegno tenuto dal Coordinamento FREE a Roma il 12 marzo scorso, Mauro Mallone, dirigente del Ministero dello Sviluppo economico, ha annunciato che il Decreto uscirà ad aprile e introdurrà un tetto di 250 euro al contributo tariffario, darà un ruolo al GSE come compensatore del mercato e reintrodurrà l'adempimento all’obbligo in 2 anni già dal 2017.
Riuscirà il decreto correttivo a “salvare” il meccanismo dei Certificati bianchi? Oppure rischia di subire la medesima sorte inferta al meccanismo dei Certificati Verdi, ridotto a prezzi amministrati?
Ci auguriamo proprio di no, visto che i Certificati bianchi, di "invenzione" tutta italiana, sono stati da molti considerati come un’intuizione geniale di promozione dell’uso razionale dell’energia, tale da essere presi a modello all'estero (in particolare in Francia e in Inghilterra) e ritenuti come validi anche dall'Unione europea.