Le autorità pubbliche francesi hanno orientato le loro strategie di transizione energetica sulla progettazione di strumenti che siano in grado di incoraggiare pratiche di consumo energetico più sostenibili (questo vale sia per le famiglie che per le industrie), maggiori investimenti nella ristrutturazione edilizia, una valutazione commerciale dell’efficienza energetica al momento dell'acquisto o dell’affitto di abitazioni, la formazione delle maestranze al fine di migliorare le tecniche edili esistenti, consentendo al contempo l’attuazione della direttiva europea 2012/27/UE denominata "efficienza energetica".

In questo contesto, la legge POPE (Programme fixant les Orientations de la Politique Energétique) del 13 luglio 2005 ha dato vita ai certificati di risparmio energetico (Certificats d’Économie d’Énergie - CEE), un meccanismo innovativo e ambizioso in materia di fiscalità ecologica. Questo sistema, che si ripete nel tempo, declina gli obiettivi europei e si proietta almeno sino all’orizzonte 2020. Ha conosciuto la sua principale espansione nell’ambito dei principali produttori di energia francesi e delle società di certificazione.

Il meccanismo economico alla base dei CEE è piuttosto semplice:

  • Lo Stato impone a determinati attori economici, i cosiddetti "obbligati", obblighi di risparmio energetico. Questi attori (i principali distributori di energia elettrica, gas e carburanti) devono soddisfare una quota di risparmio energetico calcolata in base al tipo e alla quantità di energia venduta da ciascuno e agli obiettivi stabiliti per l’intera filiera. Se gli obiettivi non vengono raggiunti, vengono imposte sanzioni finanziarie (20 €/ MWhc).
  • Gli "obbligati" possono quindi mettere in atto tre tipi di operazioni, al fine di raggiungere i loro obiettivi: operazioni dirette, operazioni specifiche o programmi. Gli "obbligati" possono anche retribuire direttamente o indirettamente il lavoro svolto da altri attori, i cosiddetti "idonei" (proprietari di alloggi popolari, istituzioni locali, aziende, privati, soggetti industriali), a seconda della quantità di energia risparmiata grazie alle migliorie realizzate.
  • Quando si tratta di un'implementazione diretta, gli "obbligati" offrono ai propri clienti di eseguire essi stessi il lavoro, essendo preferibile il ricorso a competenze certificate (artigiani Riconosciuti come Garanti dell’Ambiente). Quando optano per la soluzione indiretta, invece, gli "obbligati" si rivolgono al mercato dei CEE, nell’ambito del quale gli obblighi vengono scambiati con certificati di risparmio energetico.
  • Ogni certificato corrisponde al risparmio di 1KWh cumulato e attualizzato (CUMAC). I KWh CUMAC indicano il risparmio energetico su tutta la durata di vita di un impianto e vengono corretti in base ad un tasso di sconto che dipende dal suo stato di obsolescenza.
  • I criteri di selezione delle azioni condotte per la riduzione dei lavori sono specificati dalle autorità pubbliche (coibentazione delle coperture, finestre, porte finestre, caldaie, illuminazione, isolamento delle pareti ...). 

Schema del meccanismo

Fonte: Ademe (2015) Certificats d’Economie d’énergie. Dispositif 2015-2017

  • I CEE sono forniti agli "idonei" che possono scambiarli all’interno di questo mercato in cambio di diversi tipi di premi.
  • Il mercato dei CEE è quindi composto dagli attori che offrono questi certificati (in maniera indiretta) e da coloro che scambiano i CEE in cambio di un premio che può variare a seconda di ciascun "obbligato". In questo mercato, i certificati non vengono forniti direttamente al responsabile del progetto, ma vengono contabilizzati su un registro elettronico che consente di annotare i CEE emessi. Gli "obbligati", intesi come persone giuridiche, acquistano i CEE che successivamente consegnano allo Stato. Inoltre, definiscono autonomamente i loro prezzi (che presentano ancora differenze significative nonostante una tendenza sul lungo termine verso un prezzo sostanzialmente omogeneo).

L’esperienza dei CEE in Francia ha conosciuto quattro periodi della durata di tre anni ciascuno. 

  • Nel primo periodo (1° luglio 2006 - 30 giugno 2009) l’obiettivo nazionale di efficienza energetica in usi finali è stato fissato a 54 TWh CUMAC; tuttavia, gli incoraggianti risultati ottenuti (65,2 TWh CUMAC risparmiati) hanno determinato un aumento delle aspettative per il periodo successivo.
  • Nel secondo periodo (1° gennaio 2011 - 31 dicembre 2013) gli obiettivi sono stati moltiplicati per 6,4 (354 TWh CUMAC) per i fornitori di energia e sono stati fissati a 90 TWh CUMAC per i distributori di carburante (nuovi “obbligati” del meccanismo). Sono stati aggiunti diversi programmi principalmente relativi a informazione, formazione, innovazione e povertà energetica (un CEE valorizzato 4 volte di più di quello tradizionale puntava a incentivare l’attuazione di interventi di ristrutturazione presso le famiglie più povere).
  • Nel periodo 2013-2014 gli obblighi sono stati mantenuti ad un tasso costante, generando obiettivi di 115 TWh CUMAC per il 2014.
  • Nel terzo periodo (1 gennaio 2015 – 31 dicembre 2017) gli obiettivi sono stati fissati circa due volte superiori a quelli del secondo periodo (vale a dire 700 TWh CUMAC). Questa nuova iniziativa ha avuto come scopo quello di consolidare la dinamica già avviata e i buoni risultati espressi durante i due periodi precedenti. In questo periodo, il funzionamento del meccanismo è stato rivalutato per incentivare le tecnologie più performanti. Analogamente sono stati utilizzati circa 3 milioni di euro nel finanziamento di lavori.
  • Il quarto periodo (1 gennaio 2018 – 31 dicembre 2020) propone nuovi obiettivi principalmente per ciò che riguarda diversi tipi di programmi di controllo e riduzione congiunti del consumo di energia su tutto il territorio francese. In quest’ultimo periodo, è stato fissato un obiettivo di 1600 TWh CUMAC di cui 400 TWh CUMAC per le azioni di lotta contro la povertà energetica.

Evoluzione degli obiettivi in materia di TEE per periodo

Fonte: elaborazioni su dati Ministère de l’écologie (2018)

Il mercato dei TEE in Francia è ancora poco studiato, si caratterizza per la sua complessità (dovuta principalmente alla molteplicità degli attori coinvolti) e conosce uno sviluppo crescente ma controverso. Le difficoltà di accesso all’informazione e un segnale di prezzo ancora molto debole (da 3 a 4 €/MWhc) rappresentano i principali deterrenti al suo sviluppo. Tuttavia, i risultati osservati nei tre periodi precedenti sembrano evidenziare ritorni piuttosto positivi in termini di efficacia di questo strumento. Gli obiettivi, largamente superati, confermano il carattere incentivante del meccanismo. Il vantaggio principale di questo tipo di strumento è la flessibilità che consente ai differenti attori di mettere in atto misure di efficienza energetica rispondenti alle rispettive esigenze e che evita l’intervento di risorse statali nel finanziamento delle azioni di miglioramento dell’efficienza energetica del parco immobiliare.

I diversi dibattiti generati attorno a questo strumento hanno permesso passi avanti considerevoli ma esistono ancora molti margini di miglioramento. Tra le principali criticità si segnalano la complessità, la mancanza di controllo e di conoscenza generalizzata del meccanismo (per le associazioni dei consumatori, i CEE sono troppo complessi per essere efficaci) così come l’informazione distorta associata al mercato. È fortemente auspicato un orientamento più definito e un controllo più approfondito del meccanismo in atto.