Il riscaldamento globale sta alterando il ciclo dell’acqua in modo sempre più evidente, influenzando la distribuzione delle precipitazioni, l’evaporazione e la disponibilità di risorse idriche. Nel 2024 le temperature medie globali hanno superato per la prima volta la soglia di +1,5°C rispetto all’epoca preindustriale. In Italia l’aumento è stato ancora più marcato, raggiungendo +2,72°C.
Quello dello “spreco dell’acqua” è uno dei temi più fraintesi nel dibattito pubblico. Come scrive Boccaletti nel suo libro Siccità. Un paese alla frontiera del clima (2024), discutiamo di soluzioni (dalle nuove dighe all’irrigazione a goccia) senza avere ben chiaro quali siano i problemi. Cerchiamo affannosamente le risposte, ma non abbiamo imparato a fare le domande giuste. Ai bambini delle scuole insegniamo che bisogna chiudere il rubinetto mentre ci si lava i denti e ci si insapona sotto la doccia.
L’acqua è una risorsa insostituibile, ma il suo ciclo naturale è ogni giorno influenzato dalle attività umane e dalle manifestazioni di un clima che cambia. Quest’anno il tema su cui la Giornata Mondiale dell’Acqua ci invita a riflettere è quello della inesorabile ritirata dei ghiacciai, che al pari di alluvioni e siccità, sono manifestazione lampante e al contempo struggente, se ancora ve ne fosse bisogno, delle conseguenze del riscaldamento del nostro Paese e di un regime delle precipitazioni che è cambiato.
È il 1° maggio del 2023. Le prime immagini arrivano tramite i social network. Nessuno capisce inizialmente cosa stia realmente accadendo. Sono in un Frecciarossa diretta verso Milano, mi mandano un messaggio con scritto: Faenza si sta allagando, scendi e cerca di arrivare.
I primi piani delle case non sono visibili. Il caos intorno. I vigili del fuoco prendono di peso le persone e li adagiano sui loro gommoni. Gente che piange. Non hanno nulla tra le mani, solo gli animali che tengono coperti tra le braccia per paura che si tuffino in acqua.
Il settore idrico, nel nostro Paese, è in crescita costante, contribuisce in modo consistente al PIL e vede importanti investimenti da parte dei gestori del servizio idrico integrato, orientati soprattutto al riuso e al riciclo delle acque reflue e alla riduzione delle perdite in rete. Il tutto in un’ottica di circolarità ed efficienza della gestione del servizio, anche al fine di aumentarne il livello di resilienza in caso di emergenze. Ne abbiamo parlato con Alessandro Baroncini, Direttore Centrale Reti del Gruppo Hera, una delle maggiori multiutility italiane.