Gli studi e i rapporti sul mercato dei rifiuti sono molto spesso concentrati su porzioni della filiera. Infatti, le analisi si focalizzano sulle fonti di dati pubblici ma essi sono disponibili solo per alcuni segmenti specifici e restituiscono un quadro frammentario, che non aiuta a capire in che direzione si sta muovendo l’industria nel suo complesso.
Senza dubbio gli ultimi 36 mesi stanno registrando un sensibile mutamento nell’approccio di cittadini e imprese alla necessaria transizione ambientale. L’urgenza di giungere al più presto a un nuovo rapporto fra generazione di benessere e impatto ambientale è immutata, ma al contempo avanzano nuove consapevolezze nel cammino verso la piena sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Oggi più che mai, a partire dalle importanti novità del panorama normativo europeo, il percorso verso una produzione sempre più sostenibile è una sfida che riguarda tutti i contesti produttivi.
La cosmetica è una delle industrie che offre maggiori opportunità competitive in questa direzione e che si impegna da anni per diffondere la cultura della sostenibilità tra le imprese
Uno studio recente del Joint Research Centre della Commissione europea dimostra come l’uso della plastica riciclata, in sostituzione di quella vergine, potrebbe evitare ogni anno in Italia l’emissione di 7,2 milioni di tonnellate di CO2. Si tratterebbe di un contributo straordinario alla decarbonizzazione, da solo capace di far centrare all’Italia l’obiettivo di abbattimento delle emissioni fissato dal Piano Nazionale per l’Energia e il Clima (PNIEC) per il settore gestione rifiuti entro il 2040.
L’Italia ha un tasso di riciclo complessivo e un utilizzo circolare di materie superiore alla media europea. Un risultato che riflette l’impegno delle imprese, oggi sempre più attente e protagoniste della transizione ecologica. E sebbene il settore della green economy presenti ancora una forte frammentazione e un gap impiantistico soprattutto tra Nord e Sud