Numero 275 - Energia e lavoro: le opportunità della transizione

20 settembre 2022

Analisi

Energia e Lavoro: aumenta l’occupazione nel settore delle energie pulite

L'occupazione nel settore energetico si modificherà rapidamente in ragione del fatto che i paesi e le imprese di tutto il mondo stanno accelerando gli sforzi per decarbonizzare e accrescere la sicurezza energetica. Un simile percorso comporta da un lato, opportunità, ma, dall’altro, sfide. Poiché i paesi che contribuiscono a oltre il 70% delle emissioni globali si sono impegnati a raggiungere le neutralità carbonica entro la metà del secolo, verranno creati decine di milioni di posti di lavoro nel settore dell'energia pulita al fine di  sviluppare e implementare le tecnologie necessarie.

Approfondimento

La transizione come volano dell’occupazione

12 milioni: tanti erano i lavoratori già occupati nelle energie rinnovabili in tutto il mondo nel  2020, secondo IRENA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Rinnovabile diretta dall’italiano Francesco La Camera. Un terzo dei quali solo nel solare. Si badi che i dati si riferiscono al periodo pieno della pandemia e non registrano certo l’ultimo boom del solare e dell’eolico iniziato prima della crisi energetica, ma accelerato con la guerra in Ucraina.  Anche il report in uscita proprio in questi giorni, il 22 settembre, si riferirà comunque allo scorso anno.

Approfondimento

La crisi climatica e l’impatto sull’occupazione

La crisi climatica in corso sta cambiando profondamente la sfera occupazionale, marcando non solo precise direzioni di sviluppo – un esempio su tutti, il passaggio dai motori a combustione alla mobilità elettrica – ma tracciando anche nuovi limiti dell’attività lavorativa.

Già tre anni fa, l’International Labour Organization (ILO) metteva apertamente in guardia su questo secondo, quanto trascurato, aspetto: anche contenendo il riscaldamento globale entro +1,5°C a fine secolo (e oggi siamo già attorno a 1,1°C rispetto alla media pre-industriale), entro 8 anni si perderà l’equivalente di 80 milioni di posti di lavoro a causa dello stress termico, il che comporterà perdite economiche stimate, a livello globale, in 2.400 miliardi di dollari.

L’Asia meridionale e l’Africa occidentale saranno le aree più colpite da questo problema, ma sarebbe una grave sottovalutazione non anticiparne i riflessi anche alle nostre latitudini.

Il punto di vista

Le potenzialità di Ravenna in termini di occupazione e sicurezza energetica

In un momento di crisi come quello attuale, in cui le imprese sono costrette a ridurre la produzione o peggio a chiudere per il caro energia, costituiscono un barlume di speranza le potenzialità in termini economici e soprattutto occupazionali dei tanti progetti che gravitano intorno all’energia a Ravenna. La città, da sempre uno dei più importanti distretti nazionali ma che ha risentito in negativo delle scelte in ambito energetico dei governi succedutisi in questi anni, potrebbe fungere da volano di crescita per la Pianura Padana ma anche per l’Italia tutta, soprattutto per i risvolti positivi in termini di miglioramento della sicurezza energetica. Ne abbiamo parlato con il Sindaco di Ravenna, Michele De Pascale.

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