Numero 35 - Liberi o tutelati: mercato elettrico al bivio

01 agosto 2017

Analisi

Liberi di (non) scegliere, lo strano caso dell'energia retail

In questi giorni è all’esame del Senato per l’approvazione, pare definitiva, la prima Legge annuale della Concorrenza. Un provvedimento complesso e dall’iter tormentato, nato da una segnalazione del 2014 dell’Autorità Antitrust, che tra le molte previsioni ne contiene una particolarmente dibattuta: la cancellazione dei cosiddetti prezzi tutelati dell’energia elettrica e del gas.

Attualmente la gran parte dei piccoli consumatori e in particolare delle famiglie italiane - quasi due casi su tre - acquista l’elettricità e il gas naturale a condizioni interamente fissate dall’Autorità di regolazione mentre solo un terzo ha scelto un fornitore sul mercato libero.

Approfondimento

Fine della maggior tutela: i vantaggi

Prima di affrontare il tema della fine della tutela di prezzo nell’energia elettrica, vale la pena sottolineare le storture di questo meccanismo che sinora ha contribuito a creare un mercato dell’energia (per i clienti finali) asfittico e poco attraente. In sostanza si è deciso di far convivere un mercato oligopolistico (quello dei fornitori in regime di tutela) e un mercato libero. Il risultato è stato molto poco soddisfacente per vari motivi:

Approfondimento

Fine della maggior tutela: gli svantaggi

I recenti sviluppi del DDL Concorrenza, così come è stato approvato dalla Commissione Industria al Senato, hanno reso sempre più vicina e concreta l’abolizione del mercato tutelato.

Un’operazione che, come Federconsumatori, ci ha lasciato perplessi sin dal primo momento. Da anni, infatti, denunciamo come, nel nostro Paese, nonostante sia attivo dal 2007, il mercato libero non sia mai stato degno di definirsi tale.

Approfondimento

Mercato elettrico francese: il lento cammino della liberalizzazione

La Francia, si sa, è sempre stata abbastanza sulla difensiva di fronte ai cambiamenti della struttura di mercato che dal monopolio portano verso la liberalizzazione. Le ragioni di questa posizione sono complesse ed includono la difesa dei “campioni nazionali”, come EdF il cui capitale è detenuto all’83,4% dallo Stato, e la tutela dei consumatori, specie residenziali, il cui segmento di mercato è caratterizzato prevalentemente da offerte legate ad una tariffa regolata di vendita.

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