Almost a year has passed since Russia started its illegal invasion of Ukraine, killing tens of thousands and driving millions out of their homes. The military buildup that led to the invasion, and the ongoing costs of that invasion, are being paid for by revenue from fossil fuel exports.
Until late 2022, it seemed that Russia was winning its gambit of weaponizing Europe’s fossil fuel reliance. The country’s successful manipulation of gas, oil and coal markets led to record-high prices, export revenue and tax income from fossil fuel exports.
È passato quasi un anno da quando la Russia ha iniziato l’invasione dell'Ucraina, decine di migliaia di persone hanno perso la vita e milioni di persone hanno dovuto lasciare le loro case. Questi mesi sono stati caratterizzati da un’escalation militare, finanziata da Mosca attraverso gli introiti derivanti dalle esportazioni di combustibili fossili.
Fino alla fine del 2022, sembrava che la Russia stesse vincendo la sua scommessa di fare della dipendenza europea un’arma di guerra: era, infatti, riuscita, a manipolare i mercati del gas, del petrolio e del carbone determinando un aumento record dei prezzi e conseguentemente una crescita significativa delle entrate fiscali per il paese.