Nonostante il crescente scetticismo verso il cambiamento climatico e le politiche ambientali, la maggior parte degli investitori (sia istituzionali che individuali) e delle imprese non arretra sulla strada della sostenibilità. Secondo l’ultimo rapporto Censis-Assogestioni, nel 2025 cresce l’interesse dei risparmiatori italiani verso gli strumenti finanziari sostenibili: oggi il 63,3% degli italiani investirebbe in ESG (nel 2021 era il 52,5%). Inoltre, il 22,8% degli italiani indica gli investimenti ESG come prima scelta, il 40,5% pur non avendoli come prima scelta, li apprezza.
Sul fronte delle imprese, la stessa ricerca del Forum sulle PMI, realizzata in collaborazione con BVA Doxa e presentata a ottobre 2024, evidenzia che si diffonde e si consolida tra le aziende l’interesse verso i temi della sostenibilità: il 62% pone maggiore attenzione agli aspetti ESG e il 52% ritiene che questi ricoprano un ruolo molto importante nelle scelte di investimento. Mediamente, 1 PMI su 2 dichiara di conoscere bene o di aver adottato almeno uno strumento di finanza sostenibile. Inoltre, in futuro, il 70% delle PMI potrebbe prendere in considerazione strumenti di questo tipo.
Asvis, nel suo ultimo rapporto di primavera, ha sottolineato che investire nella sostenibilità è la strategia vincente anche per rafforzare la produttività, la competitività e la solidità finanziaria delle imprese italiane. “Le imprese manifatturiere con un profilo di sostenibilità ‘alto’ hanno avuto una crescita addizionale del valore aggiunto pari al 16,7% rispetto a quelle non sostenibili, a parità di altre condizioni”, ha evidenziato Asvis.
Di questi aspetti sono consapevoli gli investitori istituzionali, che nel complicato scenario internazionale si mantengono saldamente ancorati alle loro scelte di sostenibilità, come emerge anche dai primi risultati delle ricerche del Forum su piani previdenziali, Fondazioni di origine bancaria e compagnie di assicurazione (condotte in collaborazione, rispettivamente, con Mefop e MondoInstitutional, Acri e MondoInstitutional e con ANIA) che saranno presentate a novembre 2025.
I risultati delle ricerche publicate nell’autunno 2024 delineano un quadro positivo e di grande impegno degli investitori istituzionali per gli investimenti sostenibili. Nel 2024, le Fondazioni di origine bancaria che effettuano investimenti sostenibili sono salite da 29 a 31, confermando la tendenza positiva osservata dall’inizio della rilevazione. Sebbene più della metà (58%) limiti l’inclusione dei criteri ESG a una quota minoritaria del patrimonio in gestione, la tendenza è comunque incoraggiante: l’84% delle Fondazioni attive in ambito SRI ha, infatti, in programma di incrementare gli investimenti sostenibili in futuro.
Anche sul fronte degli operatori previdenziali, la tendenza osservata è positiva: sono passati da 76 a 79 i rispondenti che includono i criteri ESG nelle decisioni di investimento. Inoltre, sono cresciuti (da 48 a 53) i piani che estendono gli investimenti sostenibili alla quasi totalità del patrimonio in gestione.
Rispetto alle assicurazioni italiane, dall’indagine FFS-ANIA è emerso che la pressoché totalità del campione (99,7%) include i criteri ESG nelle politiche di investimento, applicandoli a una quota rilevante del portafoglio investimenti. In aggiunta, il 60% del campione (in forte crescita rispetto alle precedenti edizioni) include i criteri ESG nelle politiche di sottoscrizione, attraverso l’offerta di prodotti assicurativi danni o vita che tengono in considerazione fattori ambientali, sociali e/o di buona governance.
La stessa Banca centrale europea, in un suo pronunciamento pubblicato a maggio 2025, ha sottolineato l’importanza dei fattori ESG, in particolare, in questo caso, nell’ambito della rendicontazione delle imprese. In particolare, la BCE ha ricordato che la disponibilità di dati ESG di qualità, affidabili e comparabili è essenziale per identificare, monitorare e gestire i rischi finanziari legati alla sostenibilità. Inoltre, la disponibilità di dati sulle diverse dimensioni della sostenibilità rappresenta per la BCE anche un prerequisito per evitare che decisioni di investimento e di credito vengano prese sulla base di informazioni incomplete — esponendo così il sistema finanziario a rischi sistemici. Tali dati sono fondamentali non solo per gli investitori, ma anche per banche, autorità di vigilanza e banche centrali, chiamate a garantire la stabilità finanziaria, la solidità del sistema bancario e a calibrare correttamente la politica monetaria.
Un altro posizionamento importante è arrivato, sempre a maggio 2025, dalla Banca d’Italia, che in un recente rapporto sul modo in cui l'Istituto gestisce l'attività d'investimento dei propri portafogli non di politica monetaria, e in particolare su come tiene conto dei rischi di sostenibilità e climatici, ha evidenziato la grande importanza dell’inclusione dei fattori ESG e l’efficacia di tale pratica. Infatti, grazie proprio a scelte strategiche (privilegiate le imprese con le migliori pratiche di sostenibilità) e alla selezione di titoli (considerazione degli obiettivi di decarbonizzazione delle aziende emittenti e ampliamento progressivo della quota di green bond in portafoglio), l’intensità carbonica dei portafogli è significativamente ridotta tra il 2020 e il 2024, con una diminuzione di circa il 60% per le azioni e le obbligazioni societarie del portafoglio finanziario.
Un’altra buona notizia è giunta, a giugno 2025, da Cassa Depositi e Prestiti, che ha lanciato con successo il suo secondo green bond (l’undicesima tra le emissioni ESG), per un ammontare complessivo di 500 milioni di euro, riservato agli investitori istituzionali. Il green bond ha registrato ordini pari a cinque volte l’offerta provenienti da oltre cento investitori. Per il 73% l’obbligazione è stata allocata presso investitori internazionali: si è infatti registrato un forte interesse da parte di istituzioni europee e una marcata presenza di investitori orientati ai criteri ESG. Un altro segnale che, come mostrano gli stessi dati, la sostenibilità rimane un fattore in grado di generare valore finanziario, oltre che benefici diretti per l’ambiente e la società.