In occasione di OMC, Assorisorse e RiEnergia hanno organizzato due pomeriggi di interviste ad autorevoli esperti del mondo dell’energia. I talk show sono stati divisi per argomenti; durante la prima giornata si è parlato dei diversi pezzi che compongono l’articolato puzzle della transizione energetica. Ne abbiamo parlato con Monica Tommasi, Presidente di Amici della Terra, ponendo l’accento sul ruolo centrale del gas naturale e del controllo delle emissioni di metano.

Non si può parlare di transizione ecologica senza parlare degli strumenti per traguardarla. Tra questi, un ruolo di primo piano spetta al gas naturale, una fonte energetica tradizionale ma che fungerà da ponte lungo il percorso ineludibile di decarbonizzazione. Amici della Terra ha spesso sottolineato questo aspetto, qualificandosi come voce fuori dal coro rispetto al mainstream delle associazioni ambientaliste; basandosi su dati e studi, ha sempre portato avanti una visione meno ideologica in cui il gas risulta essere un tassello indispensabile della transizione, almeno nel medio periodo.

La sua importanza, tuttavia, impone di mettere in campo tutte le azioni possibili per affrontare una delle principali esternalità negative connesse all’utilizzo del gas: ovvero le emissioni fuggitive di metano lungo tutta la filiera che, seppur ridottesi nel corso degli anni, rimangono comunque altamente impattanti, 85 volte più della CO2. Pertanto, vanno regolate e ridotte. La stessa Commissione Europea sottolinea come vi sia ancora un margine di riduzione ampio, potendo arrivare ad azzerarle a costi complessivamente contenuti.

In Italia, a partire dal 2005, grazie ad un sistema regolatorio strutturato è stato possibile implementare una serie di azioni di efficientamento nella rete di trasporto e distribuzione del gas che hanno  portato a una drastica riduzione di questa tipologia di emissioni. Anche il PNIEC, sulla base delle linee guida date dalla Commissione Europea, ha previsto l’inserimento, nei prossimi mesi, di misure ad hoc per il loro contenimento. Una presa d’atto importante e attesa da tutti gli stakeholder.

In questa fase di pianificazione delle misure da adottare, Amici della Terra si è mostrata molto attiva, organizzando - già dal 2019 – un “Tavolo di lavoro per la riduzione delle emissioni di metano della filiera del gas naturale”, partecipato da istituzioni, aziende, associazioni e ong. Il Tavolo ha prodotto un documento condiviso di indirizzi strategici per ridurre le emissioni lungo tutta la supply chain, definendo obiettivi quantitativi, tempi e strumenti d’azione. Da qui, è emerso come l’azione di riduzione delle emissioni non debba essere intrapresa esclusivamente dal comparto O&G, ma debba estendersi ad altri settori come l’agricoltura, la produzione di biometano - evitando di portare i reflui degli allevamenti sui campi - e dei rifiuti, dove il 75% delle emissioni di metano sono dovute alle discariche. Scelta strategica, quest’ultima, che dovrebbe essere profondamente rivista.

Inoltre, la buona performance conseguita e conseguibile in questo campo deve indurre a riflettere sulla possibilità di trasferire questo know-how regolatorio in quei paesi del mondo in cui, durante le operazioni di produzione ed estrazione del gas, le emissioni fuggitive di metano sono enormi. Paesi come Algeria ed Egitto sono grandi emittori di CH4 non solo nella fase di estrazione, ma anche in quella dell’export e dello stesso consumo interno.

In sintesi, il lavoro d’avanguardia svolto dall’Italia in questi anni andrebbe proseguito e valorizzato anche attraverso la sua applicazione in altri contesti geografici, con benefici di più ampia scala sul piano della decarbonizzazione.