Nell’attuale contesto economico e ambientale, i rifiuti sono al centro dell’agenda politica nazionale ed europea e rappresentano un tema sempre più urgente da affrontare. Fondamentale è il ruolo di cittadini e famiglie che, impegnandosi nella differenziata e con comportamenti di consumo più virtuosi, possono aiutare l’ambiente, ma anche il proprio portafoglio. Il cambio di paradigma nella direzione di un’economia circolare deve però responsabilizzare anche le imprese coinvolte nella produzione e gestione dei rifiuti, con un orientamento sempre maggiore al recupero di materia. Perché differenziare serve davvero: nel 2021, nei territori serviti dal Gruppo Hera la raccolta differenziata si è attestata al 65,3%, di cui il 91% avviato a recupero, alimentando un’economia circolare che impiega 18 mila lavoratori e vale 16 miliardi di euro di fatturato all’anno. E proprio nella filiera ambiente, settore in cui è primo operatore in Italia con un centinaio di impianti all’avanguardia e 6,8 milioni di tonnellate di rifiuti trattati ogni anno, il Gruppo HERA mira a consolidare il proprio primato grazie a nuove acquisizioni, allo sviluppo commerciale, all’incremento delle attività di recupero e riciclo e a sempre nuovi progetti a supporto dell’economia circolare. Abbiamo affrontato questi temi attraverso una dettagliata intervista a Tomaso Tommasi di Vignano, Presidente Esecutivo del Gruppo.

È di questi giorni la notizia di una nuova operazione nel settore ambiente. Cosa rappresenta per il Gruppo Hera?

Con la società ACR diamo vita al primo operatore nazionale nelle attività di bonifica e global service, con una presenza capillare in tutta la penisola italiana. Il Gruppo Hera può ora contare sull'elevata capacità operativa, il time to market nei servizi e l’importante parco macchine e attrezzature di ACR, già attiva in oltre 100 siti di bonifica con oltre 450 dipendenti e che annovera, tra i propri clienti, i maggiori player nel settore Oil&Gas.

I rifiuti industriali rappresentano circa l’80% dei rifiuti complessivamente prodotti nel Paese e le attività di bonifica sono fondamentali per preservare l’ambiente e promuovere l’economia circolare. Grazie ad operazioni di M&A simili a questa, in piena continuità con le partnership già concluse in questi anni, il nostro Gruppo può ampliare il know-how, la dotazione impiantistica e la presenza in tutta la penisola, continuando così a garantire ritorni positivi e benefici anche economici per i vecchi e nuovi clienti.

Presidente Tommasi, in che modo per Hera l’economia circolare rappresenta uno dei tre driver principali per la creazione di valore condiviso?

Per il Gruppo Hera l’economia circolare è parte integrante dello scopo sociale. Chiudere il cerchio è una logica che applichiamo, infatti, in modo trasversale: dalla gestione sostenibile dei rifiuti a quella della risorsa idrica, operando per rigenerare le risorse naturali e promuovere un loro più efficace utilizzo. Il nostro impegno per la tutela dell’ambiente e dei territori si esplica anche al di là dei servizi essenziali gestiti, condividendo la nostra esperienza in questo ambito con i soggetti che operano a vari livelli nelle comunità: ad esempio, mettendo a disposizione il know-how acquisito in vent’anni di servizio nell’ambito della gestione rifiuti; recuperando l’acqua in uscita nei processi di depurazione per scopi agricoli o per rigenerare gli ecosistemi naturali; supportando aziende, pubbliche amministrazioni, famiglie e condomini con servizi a valore aggiunto, fornitura di energia rinnovabile e progetti di efficientamento energetico.

Oltre al nostro impegno di ridurre del 37% le emissioni, ci siamo posti altri obiettivi entro il 2030 al fine di superare concretamente il modello lineare e abbracciare l’economia circolare: si tratta, ad esempio, di incrementare la plastica riciclata del 150% (rispetto al 2017), quadruplicare la produzione di biometano, potenziare il riutilizzo delle acque reflue depurate in agricoltura.

Parlando di impianti, le vostre controllate Herambiente ed Aliplast rappresentano vere e proprie eccellenze italiane: avete novità nel settore del biometano e nel recupero della materia plastica?

Il biodigestore di Sant’Agata Bolognese è ancora oggi un nostro fiore all’occhiello: è il primo impianto realizzato in Italia da una multiutility dedicato alla produzione su scala industriale di biometano dalla frazione organica dei rifiuti. Una struttura all’avanguardia, simbolo dell’impegno di Hera per l’economia circolare, che guarda alla transizione verso le rinnovabili: consente di ottenere ogni anno circa 8 milioni di metri cubi di biometano 100% rinnovabile e 20 mila tonnellate di compost per alimentare in maniera sostenibile tante filiere, a partire da autotrazione e agricoltura. Entro il 2030 prevediamo di quadruplicare questa produzione toccando quota 30 milioni di metri cubi all’anno, anche grazie all’avvio di un nuovo impianto nel modenese che sarà inaugurato l’anno prossimo. Grazie a un investimento di circa 28 milioni di euro, infatti, stiamo ristrutturando un impianto della nostra controllata Herambiente a Spilamberto (MO), in collaborazione con la NewCo Biorg nata dalla partnership con la società Inalca del Gruppo Cremonini: sarà dotato delle più avanzate tecnologie disponibili per la trasformazione di rifiuti organici e reflui agroalimentari in biometano e compost, con l’obiettivo di una produzione attesa, a regime, di 3,7 milioni di metri cubi di biometano all’anno, che verranno immessi nella rete gas e restituiti al territorio per l’utilizzo in autotrazione.

Con la nostra controllata Aliplast, che già oggi detiene una forte leadership nel riciclo e rigenerazione di materiali plastici con diversi stabilimenti in Italia e filiali all’estero, puntiamo ad incrementare la capacità degli impianti dedicati al trattamento delle plastiche flessibili (PET e LDPE) e conseguentemente la clientela internazionale servita. Estenderemo, inoltre, il raggio d’azione nel segmento delle plastiche rigide, tra i rifiuti più difficili da riciclare con efficacia, grazie all’accordo con NextChem, controllata del Gruppo Maire Tecnimont; infatti, avvieremo entro il 2024 un nuovo impianto a Modena per la produzione di polimeri riciclati di alta qualità, favorendo così la sostenibilità di settori come l’informatica e l’elettronica di consumo, che finora utilizzano prevalentemente plastiche vergini.

Con la controllata Hestambiente avete da poco realizzato il revamping del termovalorizzatore di Trieste. Cosa rappresenta per il vostro Gruppo un progetto di questo tipo?

Già prima del revamping questo impianto rappresentava un’eccellenza europea, con livelli di emissioni pari a circa il 20% di quanto ammesso per legge, dunque con un livello di sicurezza dell’80% rispetto ai limiti nazionali. In meno di due anni, è stato oggetto di una serie di interventi che ne hanno aumentato ulteriormente efficienza e affidabilità, oltre a incidere positivamente su sicurezza e protezione ambientale. Grazie ai nuovi interventi, il termovalorizzatore di Trieste accrescerà ancora la propria produzione di energia elettrica, rinnovabile al 51% e proveniente da fonte non fossile: arriveremo a immettere in rete circa 145 GWh all’anno, pari al fabbisogno annuo di circa 180.000 persone, quasi 15.000 in più rispetto all’assetto precedente.

L’impianto rappresenta un contributo alla Regione Friuli Venezia-Giulia, rendendo più virtuoso il ciclo rifiuti della stessa, e contribuisce anche alla transizione energetica del Paese in un momento molto complesso per l’approvvigionamento delle materie prime. Inoltre, in un ambito così importante come l’impiantistica al servizio dell’ambiente, questo progetto è un ulteriore segnale dell’impegno del nostro Gruppo per una continua innovazione e un costante adeguamento alle migliori tecnologie delle nostre piattaforme impiantistiche, con l’obiettivo duplice di tutelare l’ambiente e recuperare sempre maggior valore dai rifiuti.

Anche quest’anno partecipate a Ecomondo, fiera di riferimento a livello internazionale per l’innovazione industriale e tecnologica dell’economia circolare, in programma fino all’11 novembre a Rimini. Cosa presentate?

Allo stand, che si trova nel padiglione C1, siamo presenti con diverse iniziative: dalle soluzioni chiavi in mano per le aziende, alla presentazione dei nuovi progetti e risultati raggiunti anche grazie alle nostre eccellenze impiantistiche, fino alle attività messe in campo nell’ambito dell’economia circolare con obiettivi sempre più sfidanti, allineati con le policy nazionali ed europee e all’Agenda 2030, che già da tempo orientano le nostre strategie. Con i nostri esperti e professionisti partecipiamo, inoltre, a numerosi convegni sui temi caldi legati alla circolarità, al risparmio energetico e allo sviluppo sostenibile. Ma soprattutto desideriamo coinvolgere ancora una volta le migliaia di visitatori che arriveranno al nostro stand grazie all’originale creatività di SCART, il progetto artistico del Gruppo Hera che da oltre 20 anni realizza opere e installazioni costituiti totalmente da scarti di lavorazione industriale.

Come si sposano le iniziative per uno sviluppo sostenibile con i risultati economici per una multiutility come la vostra?

L’esercizio 2021, nonostante l’affacciarsi della crisi del mercato energetico e il perdurare della pandemia, si è chiuso positivamente con tutti gli indicatori economico-finanziari in crescita. Anche il MOL (margine operativo lordo) a valore condiviso - riferito alle attività di business che rispondono anche ai driver per una crescita sostenibile - è salito a 570,6 milioni di euro, arrivando al 46,6% del MOL complessivo. Un risultato in linea con la traiettoria segnata dal nostro piano industriale, che proietta questo valore a quota 55% del totale nel 2025, per arrivare al 70% nel 2030, lungo un percorso lineare che genera benefici concreti per i territori e le comunità servite, in parallelo con lo sviluppo dell’azienda.

Siamo quindi riusciti anche nel 2021 a mantenere in crescita i risultati, perseguendo allo stesso tempo uno sviluppo sostenibile con azioni di sostegno per il tessuto economico in cui operiamo. La solidità finanziaria e la creazione di valore per territori e comunità servite si sono confermati come punti di forza che ci hanno consentito di affiancare i nostri stakeholder, a partire dai clienti, con azioni concrete. E abbiamo continuato a farlo anche quest’anno, nonostante lo scenario sia diventato ancora più complesso.

Nel 2022 celebrate un importante anniversario. Che resoconto traccia di questi primi vent’anni di Hera?

Hera è nata come progetto coraggioso e ambizioso, reso concreto con il supporto di tutte le persone che hanno messo a disposizione dell’azienda competenze e passione. Negli anni, abbiamo saputo riadattare la nostra vision allo spirito del tempo e alle esigenze del contesto esterno, dalle urgenze ambientali alla digitalizzazione.

L’importante traguardo del nostro ventennale ci fa guardare indietro al nostro percorso di crescita con orgoglio, mentre ci rivolgiamo al futuro con rinnovata passione puntando su due fattori che ci hanno sempre contraddistinto: concretezza e solidità. La nostra storia si fonda, infatti, su uno sviluppo equilibrato e sostenibile in tutti i business presidiati, che ha generato valore per i territori in cui operiamo, rendendoli protagonisti e competitivi.

Dopo vent’anni possiamo riconoscere di aver portato valore alle comunità e di averle fatte crescere insieme a noi, creando sviluppo e lavoro. Solidità, innovazione, sicurezza, salvaguardia dell’ambiente: questa l’eredità che lasciamo oggi al territorio, ma, soprattutto, la possibilità di guardare con fiducia ed entusiasmo al futuro delle nostre città e alle nuove sfide che ci attendono.