Decarbonizzazione e circolarità sono due termini da tempo integrati nell’operatività e negli obiettivi di Assorisorse che, già con il cambio di denominazione nel 2020, ha inteso sottolineare il ruolo centrale che le risorse naturali – energetiche e non – giocano nella progressiva transizione verso modelli economici e sociali sempre più sostenibili.

La consapevolezza dei mutamenti climatici e il perseguimento di una “net zero carbon economy” – in Italia, in Europa e nel mondo – stanno di fatto supportando la continua evoluzione della filiera dell’energia e delle materie prime e, di conseguenza, della relativa attività industriale, la quale contribuisce in modo sostanziale agli obiettivi della transizione energetica facendo ricorso all’eccellenza delle proprie competenze.

Per affrontare le nuove sfide, la cui rotta è tracciata dal mondo scientifico e dalle Istituzioni internazionali, l’industria italiana delle risorse può di fatto contare sulla sua lunga tradizione di leadership mondiale, frutto di una consolidata esperienza e di un riconosciuto know-how, che le permetteranno di essere protagonista del cambio di paradigma e della diversificazione che ne consegue sia nei modelli di sviluppo che nelle strategie di innovazione tecnologica.

In questa filiera, la progressione verso tecnologie già provate o in corso di sperimentazione operativa abbraccia ambiti molto diversi tra loro, seppur convergenti rispetto al comune obiettivo di elaborare processi industriali adeguati alle esigenze e agli impegni della decarbonizzazione: si va dalla CCUS all'idrogeno, all'economia circolare per il waste-to-energy, al nuovo ruolo del gas "a km zero", fino ai minerali critici e all'azzeramento delle emissioni di metano. Il punto di vista comune è quello di dare concretezza al concetto di sostenibilità da intendersi nella sua triplice accezione ambientale, economica e sociale.

Un esempio chiaro muove dal progetto ZeroWaste che ambisce ad essere la “fabbrica di risorse del futuro” che permette di recuperare i rifiuti e trattare quelli indifferenziati, valorizzando tutte le componenti recuperabili e convertendo le frazioni non recuperabili in biometano, idrogeno e chemicals.

Altro ambito in cui le potenzialità in termini di decarbonizzazione sono ampie è quello dell’idrogeno. Da un punto di vista prettamente funzionale, i settori del trasporto e dell’industria rimangono quelli con maggiore potenziale di utilizzo di questo vettore su larga scala e, secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE), nel 2050 questi rappresenteranno circa il 50% della domanda globale di idrogeno. Naturalmente, gli stessi sono quelli in cui il nostro paese dovrebbe concentrare i propri sforzi, accrescendo le possibilità di vedere l’Italia primeggiare nel settore.

Le imprese di Assorisorse hanno quindi approfondito insieme tre principali business case: si va dalla potenzialità delle infrastrutture portuali (i cosiddetti Port Hub), già oggi importantissime per le economie del nostro territorio, e al loro potenziale per la produzione, trasporto e distribuzione di idrogeno, all’Hydrogen Valley e l’opportunità di imprimere una riduzione delle emissioni direttamente su quei settori energivori e hard-to-abate del nostro comparto produttivo, per finire con la nostra capacità tecnologica nella generazione e valorizzazione dell’idrogeno da rifiuti solidi e biomasse, massimizzando il ritorno economico e ambientale di attività produttive che costituiscono una delle ossature delle dell’industria agroalimentare, nonché una delle eccellenze del nostro paese.

Un altro ambito in cui l’apporto dell’industria è essenziale per raggiungere l’obiettivo europeo di carbon neutrality entro il 2050 è la riduzione delle emissioni di metano e la limitazione di fenomeni come venting e flaring. Assorisorse, in tal senso, si è impegnata a svolgere un’attività di monitoraggio e di proposizione legislativa. L’attività della filiera industriale italiana si è concretizzata nella costituzione di un gruppo di lavoro che ha stabilito differenti priorità nei diversi ambiti, dal tema delle emissioni fuggitive e della loro identificazione a quelli di definizione delle best practices per il contenimento delle emissioni e la strutturazione di un quadro regolatorio coerente, che tenga conto dei costi-benefici, massimizzi il ritorno degli investimenti e assicuri la tenuta, nel lungo corso, degli standard oggi adottati.

L'applicazione di queste ed altre innovazioni agli asset domestici consente di affinare le tecnologie sviluppate dalla filiera italiana, la quale a sua volta è molto attiva nel far crescere nuove iniziative industriali di eccellenza sia internamente che attraverso il sostegno di start-up,  nuove realtà imprenditoriali impegnate nello sviluppo di tecnologie all’avanguardia disposte a mettere a sistema le loro competenze e la loro expertise per generare soluzioni innovative per la transizione energetica.

Per dare ampia visibilità all’innovazione generata dalle start-up, Assorisorse ha partecipato all’organizzazione di una Start Up Zone finanziata dall’Agenzia ICE all’interno di Gastech, il più grande evento al mondo dedicato al gas naturale, al GNL, all'idrogeno e alle soluzioni a basse emissioni di carbonio, che quest’anno si è tenuto a Milano dal 5 all’8 settembre. In quell’occasione, dodici start-up italiane, selezionate attraverso i principali incubatori/acceleratori di impresa e collegate alle migliori istituzioni accademiche, hanno avuto l’opportunità di presentare i loro progetti più avanzati ad un pubblico vastissimo fra cui esponenti politici, amministratori delegati di impresa, responsabili istituzionali ed esperti di energia provenienti da tutto il mondo. Si tratta di giovani realtà imprenditoriali promettenti del settore Energia e Risorse, in alcuni casi nati come spin-off di centri universitari, che, grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale e delle più sofisticate tecnologie hardware e software, offrono prodotti innovativi all’insegna dei principi di economia circolare, sostenibilità, e transizione energetica. Un volano di cambiamento che lavora dentro e al servizio dell’industria delle risorse.

Sempre all’insegna del cambiamento e di un nuovo paradigma di sviluppo sostenibile, nell'Associazione sta crescendo con vigore l'attenzione agli approvvigionamenti di minerali critici, e quindi sia all'attività di riciclo (urban mining) sia all’attività di coltivazione mineraria che, in Italia, ha visto sparire le grandi aziende minerarie, eliminati i distretti e dismessi numerosi siti, trasformati in parchi e musei minerari. Puntare allo sfruttamento dei minerali presenti nel nostro territorio è un’opportunità che pur non rendendoci pienamente indipendenti dall’estero, consentirà alla nostra industria di giocare un ruolo attivo in questo mercato di strategica importanza economica per garantire la sostenibilità dell’intera catena produttiva.