Futuro della stazione di servizio o stazione di servizio del futuro? Non è un gioco di parole ma uno degli interrogativi che tutti gli operatori si pongono in questa fase di transizione energetica e su cui si è discusso nell’ambito del recente convegno organizzato da Assopetroli-Assoenergia nel corso della fiera Oil&NonOil 2019. Per decenni il comparto della rete dei carburanti è stato un asset strategico fondamentale per la distribuzione energetica del Paese, pur cambiando più volte pelle. Il susseguirsi di uscite dal mercato italiano da parte delle major oil company, le fusioni tra operatori e la progressiva diffusione di operatori indipendenti hanno determinato un quadro più composito e dinamico rispetto al passato. Di converso hanno portato anche maggiore instabilità derivante dalla conseguente frammentazione proprietaria.
La rete di distribuzione italiana, innegabilmente sovradimensionata e con erogati modesti, se paragonati a quelli degli altri Paesi europei, è chiamata a contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici al 2030. La traiettoria di azione verso un’offerta multienergetica è chiaramente tracciata dalla direttiva DAFI, che per le nuove realizzazioni impone l’obbligo d’introduzione, al fianco dei carburanti più tradizionali, di GNC-GNL, GPL, E-Charge.
In questo contesto, che ci piace meglio definire di “evoluzione energetica”, le stazioni di servizio stanno evolvendo da “rivenditori” a modelli di “retailer multienergetici e multiservizi” per il cliente in mobilità. Gli studi di scenario sulla diffusione dei veicoli, classificati per alimentazione, suggeriscono il timing per gli investimenti in nuovi carburanti. Vi sono delle opportunità da cogliere nel breve termine (l’Italia è la top country Europea per la diffusione di veicoli commerciali a GNC-GNL), mentre altre (crescita veicoli BEV), che sono da cogliere in un orizzonte di medio periodo anche per effetto di una tecnologia ancora in evoluzione.
Né vincitori né vinti, quindi. La rete sarà anche in futuro un asset strategico a servizio della mobilità del Paese, se saprà innovarsi ed integrare ai carburanti tradizionali anche carburanti alternativi quali il GPL, il GNC-GNL (non solo di provenienza fossile ma anche bio), l’e-charge e, in un orizzonte di lungo periodo, anche l’HY-charge.
L’evoluzione energetica, insieme anche ad altre tendenze di stile di vita, sta velocemente determinando un cambio nelle abitudini di mobilità delle persone. Fenomeni questi da leggere e interpretare nella giusta direzione. A muovere le scelte strategiche non sarà più il cliente inteso come “automobile”, ma la persona, che può richiedere dei servizi di mobilità differenti dall’uso della sola auto. Il cambio del concetto di cliente porta alla necessità di rivedere il ruolo della stazione di servizio che diventa sempre più un hub multienergetico e multiservizi: mobility hub, facilities, e-commerce locker & counter, wellness area, saranno solo alcuni dei servizi che è prevedibile immaginare nelle stazioni di servizio in un prossimo futuro.
Altre sollecitazioni deriveranno dalla sempre più ampia diffusione del digitale che già impatta sulle modalità di pagamento, sull’architettura degli impianti, sulle modalità gestionali e di relazione con le Amministrazioni e che apre anche ad una fase, in parte già avviata, di digitalizzazione della filiera in chiave antifrode. Seppur in ritardo rispetto ad altri Paesi europei, infatti, siamo alla vigilia del superamento dei pagamenti con carta/digitale verso il contante e le stazioni di servizio, storicamente caratterizzate da alte percentuali di pagamenti in contanti, si dovranno adeguare velocemente per rispondere a queste mutate esigenze.
Inoltre la trasformazione del digitale influenzerà sempre più il mondo della mobilità aprendo a scenari oggi solo accennati in termini di connettività. Secondo le previsioni di IHS Markit, entro il 2023 le vendite mondiali di auto connesse raggiungeranno i 72,5 milioni di unità, rispetto ai 24 milioni di unità nel 2015. Ciò significa che, in poco più di otto anni, quasi il 69% delle autovetture vendute scambierà dati con fonti esterne, e questo porterà all’introduzione nei mercati automobilistici di nuovi servizi e modelli di business. Al 2030 si stima che circa il 70% delle auto saranno connesse tra di loro. Una maggiore comunicazione tra i conducenti e le infrastrutture consentirà una serie di innovazioni in termini di mobilità urbana ed extra urbana, guida assistita, analisi dei dati sulla viabilità, etc. La stazione di servizio, che è parte integrante dell’infrastruttura della mobilità, dovrà conseguentemente adeguarsi per offrire un maggiore livello di servizi.
Per il futuro occorre leggere nel modo corretto i segnali per cercare di anticipare le tendenze e guadagnare un vantaggio temporale/competitivo. Da sempre le PMI, più delle big company (tranne rare eccezioni che hanno saputo anticipare con coraggio alcune tendenze) si sono caratterizzate per il loro dinamismo e reattività al cambiamento. Ne è un esempio virtuoso quanto avvenuto in ambito di sviluppo della rete di vendita di GNC-GNL, oggi coperta per il 90% da imprenditori privati.
Gli stessi privati che, se opportunamente supportati da un quadro normativo/autorizzativo certo e da una tecnologia matura e stabile, anche nel prossimo futuro potranno mostrare intraprendenza e farsi promotori delle nuove opportunità, o dei nuovi mercati, derivanti dalla transizione energetica.
In questo contesto Assopetroli-Assoenergia farà la sua parte, affiancando al suo tradizionale ruolo di rappresentanza, quello di incubatore di idee, lettura di tendenze e nuove opportunità, aggregatore (necessario in un contesto con frammentazione proprietaria), ma anche sede ideale di confronto e condivisione delle esperienze, pur sempre nel rispetto dell’indipendenza di ogni singola impresa. Pronti a contribuire in modo serio e consapevole allo sviluppo e all’ammodernamento del comparto distributivo, con entusiasmo e coraggio.