Numero 28 - Il clima tra G7 e Stati Uniti

13 giugno 2017

Analisi

G7 Ambiente all'ombra di Trump, anzi dell'America

Il G7 sull’Ambiente si è svolto dopo la decisione di Trump di ritirare gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima. Si tratta di una decisione che ha portata storica e che, inevitabilmente, ha proiettato un’ombra sinistra sul G7 di Bologna, ridimensionandone la valenza. Con monotona circolarità, la storia si ripete: Trump sta all’accordo di Parigi come George W. Bush sta al Protocollo di Kyoto. Entrambi rifiutano un accordo che la comunità internazionale reputa epocale per la lotta al cambiamento climatico: eccessivo lo sforzo per la maggiore potenza del mondo, iniqua la distribuzione dei tagli.

Approfondimento

Trump ritira gli USA dall'Accordo di Parigi: sei ragioni per rimanere ottimisti

La decisione del Presidente Trump di far uscire gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi è stata deludente, se non inaspettata, per molti leader di governo, uomini d’affari e cittadini statunitensi impegnati nella lotta al cambiamento climatico. Si ricorda infatti che la leadership USA fu cruciale durante le fasi negoziali dell’Accordo. Tuttavia, anche se il ritiro degli Stati Uniti costituirà una perdita, non rappresenterà la fine dell’innovazione e dei progressi degli USA in materia di clima.

Di seguito sei ragioni per rimanere ottimisti: 

Approfondimento

La scienza, non l'ideologia, deve stare alla base delle strategie per il clima

La decisione di Trump riguardo l’accordo di Parigi ha scatenato sui media reazioni contraddistinte da un livello di disinformazione inimmaginabile. Viene dato per scontato che il riscaldamento della Terra di circa 1°C dal 1750 ad ora sia quasi totalmente imputabile alle emissioni di CO2 conseguenti l’uso dei combustibili fossili, ipotesi nota come Anthropogenic Global Warming- AGW. Si confondono inquinanti e gas serra e si afferma che i cosiddetti fenomeni estremi siano aumentati di intensità e di frequenza in questi ultimi decenni. Basterebbe il riferimento ai rapporti dell’IPCC, ente pur certamente propenso all’ipotesi AGW, per sconfessare queste asserzioni.

Il punto di vista

Cambiamenti climatici: intervista a Carlo Carraro

La ricerca scientifica sul clima fatica a trovare spazio sui media destinati al grande pubblico. In questo quadro, quale è stato il ruolo svolto dall’IPCC?

Sappiamo che i media faticano a dare spazio al tema dei cambiamenti climatici, che deve necessariamente fare i conti con la concorrenza di notizie ritenute più attraenti e sensazionali, in grado di suscitare maggior interesse dei lettori e degli utenti. Si rischia quindi di parlare di clima in poche occasioni, spesso collegate ad eventi contingenti: nel caso di eventi climatici estremi da una parte e di grandi eventi internazionali sul tema dall’altro.

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