La transizione energetica non è più una prospettiva futura: è una realtà che si muove a grande velocità e che sta ridefinendo le fondamenta della nostra economia, del lavoro e della sicurezza del Paese. Oggi parlare di energia significa parlare di crescita, di competitività industriale, di indipendenza strategica. In questo scenario il settore elettrico italiano, rappresentato da Elettricità Futura, ha un ruolo chiave e una responsabilità precisa: guidare il cambiamento, rendendo la sostenibilità una leva concreta di sviluppo.

Nel corso della nostra Assemblea Annuale abbiamo voluto affrontare la transizione energetica con uno sguardo a 360 gradi, attraverso due panel che ne rappresentano le colonne portanti.
Il primo dedicato al capitale umano e alle nuove competenze richieste dall’avvento della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale; il secondo al mercato elettrico e alla regolamentazione, strumenti imprescindibili per favorire la piena integrazione delle fonti rinnovabili nel sistema energetico nazionale. Due temi solo apparentemente distanti, che in realtà si sostengono a vicenda: non esiste innovazione tecnologica senza persone preparate a gestirla, né esiste mercato competitivo senza regole chiare e lungimiranti.

Il settore elettrico è già oggi il primo del Paese per investimenti, con un valore triplo rispetto alla media degli altri comparti. Ma la vera forza del nostro settore sono le persone. Nei prossimi tre anni (2025-2027) l’industria elettrica attiverà 675.000 posti di lavoro nell’indotto, un dato che racconta meglio di qualsiasi slogan l’impatto positivo della transizione energetica sull’economia reale.
Non si tratta solo di quantità, ma di qualità. La digitalizzazione e l’uso crescente dell’intelligenza artificiale stanno trasformando radicalmente le professioni legate all’energia: ingegneri, tecnici, esperti di dati, manager e professionisti della sostenibilità sono chiamati a operare in un ecosistema nuovo, più integrato e connesso.
Ecco perché investire nella formazione e nella valorizzazione del capitale umano è una priorità strategica. Dobbiamo creare un sistema capace di anticipare il cambiamento, non solo di inseguirlo, affinché la transizione energetica diventi anche una transizione delle competenze, in grado di offrire ai giovani prospettive concrete e alle imprese strumenti adeguati per competere in un mercato globale.

Accanto al tema delle persone, il secondo grande pilastro della transizione riguarda il mercato elettrico e la regolamentazione.
Negli ultimi anni il Governo ha introdotto misure importanti — come il repowering eolico, la piattaforma PPA e l’Energy Release 2.0 — che rappresentano passi concreti verso un sistema più efficiente e sostenibile. Ma per sbloccare davvero il potenziale delle rinnovabili occorre andare oltre: servono procedure autorizzative più snelle, capaci di ridurre drasticamente i tempi e i costi per la realizzazione dei nuovi impianti, e strumenti normativi che favoriscano la contrattualizzazione a lungo termine dell’energia verde.

I Power Purchase Agreements (PPA) sono un esempio virtuoso: contratti di lungo periodo che consentono alle imprese consumatrici di pianificare i costi energetici e ai produttori di garantire la sostenibilità economica dei progetti. Grazie a queste formule, i benefici delle rinnovabili — tecnologie oggi più economiche del gas — possono essere trasferiti anche alle bollette di famiglie e imprese, rendendo la transizione non solo sostenibile, ma anche conveniente.

Favorire le rinnovabili significa infatti decarbonizzare, rafforzare la sicurezza energetica e accrescere la competitività economica. Ogni megawatt prodotto da sole, vento o acqua riduce le nostre importazioni di gas, abbassa le emissioni e libera risorse da reinvestire nell’economia reale.

È un circolo virtuoso ma complesso, che va alimentato con coraggio e visione e gestito mantenendo il giusto equilibrio tra le diverse fonti: quelle della transizione come il gas e quelle del futuro. In questo percorso, non  dobbiamo dimenticarci della sicurezza e dell’adeguatezza del sistema: l’integrazione delle rinnovabili richiede lo sviluppo delle reti, degli stoccaggi e il mantenimento in funzione di capacità flessibile e programmabile.

Oggi il settore elettrico italiano ha davanti a sé una sfida impegnativa ma che porta con sé enormi opportunità di sviluppo: investire oltre 100 miliardi di euro entro il 2027, con un impatto stimato di 85 miliardi di euro sul PIL nazionale. Perché questi numeri diventino realtà, serve un contesto normativo stabile, capace di attrarre investimenti e di premiare l’innovazione. La semplificazione amministrativa, più volte richiesta da Elettricità Futura, è il primo passo per accelerare la realizzazione dei nuovi impianti e consentire all’Italia di raggiungere gli obiettivi europei di decarbonizzazione. La transizione energetica non è solo una necessità ambientale: è una strategia industriale per garantire sicurezza, indipendenza e competitività.  

In un tempo in cui la parola “transizione” rischia di diventare sinonimo di incertezza, noi vogliamo restituirle il suo significato più autentico: un percorso di progresso.
Un cammino che unisce tecnologia, persone e regole in una visione comune.
Il futuro dell’energia è già iniziato. Sta a noi, con competenza, innovazione e senso di responsabilità, far sì che sia per l’Italia un futuro sostenibile e competitivo.