Si può arrivare ad una stessa destinazione attraverso strade diverse. E chi viaggia dovrebbe poter scegliere quella che meglio si adatta alle proprie capacità, alle proprie esigenze ed obiettivi. È un errore togliere al viaggiatore la libertà di scelta, ed imporre arbitrariamente una strada obbligata. Fuor di metafora, di cosa parliamo?
La destinazione è la decarbonizzazione dell’economia Europea, il “net zero” emissioni di CO2 al 2050. Il viaggiatore, in questo caso, è l’industria Europea della raffinazione in via di trasformazione, che sta già progressivamente sostituendo le fonti fossili con biomassa sostenibile e CO2 riciclato trasformando le raffinerie convenzionali in bioraffinerie, ed i carburanti fossili in fuels che emettono soltanto CO2 riciclata, con zero impatto netto sul cambiamento climatico. La scelta della strada migliore dipende della legislazione Europea: quella attuale, ci spiace dirlo, rinnega il principio neutralità tecnologica e si sostituisce all’imprenditore per prescrivere – soltanto ed unicamente - l’elettrificazione del trasporto stradale.
E qui entra in campo uno studio preparato da S&P per Concawe e presentato nel marzo 2025: “Study on the potential evolution of Refining and Liquid Fuels production in Europe”.
S&P esamina due scenari teorici, le cui conseguenze per le emissioni complessive di CO2 (energy e non-energy) e per l’evoluzione dell’industria della raffinazione vengono analizzate mediante un modello di simulazione:
- Lo scenario “Max Electron” prevede l’elettrificazione spinta e accelerata dei trasporti, eccedendo perfino i regolamenti Europei: bando dal 2035 alla vendita di tutti i veicoli a motore termico (auto e trasporto pesante); massiccio trasferimento del trasporto merci e passeggeri da strada e aviazione a ferrovia; e parziale elettrificazione di aerei e navi.
- Il “More Molecule” prevede la possibilità di vendita di auto e camion termici dopo il 2035, l’utilizzo di low-carbon fuels a complemento dell’elettricità, e nessuna elettrificazione di aerei e navi fino al 2050.
Studio S&P Concawe - Scenari teorici per il net zero al 2050

Fonte: S&P Global Commodity Insights
È importante notare che entrambi gli scenari raggiungono l’obiettivo del “net-zero” emissioni CO2 nel 2050. Dal punto di vista climatico, l’impatto dei due scenari è identico. E quali sono le altre conseguenze?
La figura in calce analizza gli impatti maggiori, ma vogliamo qui sottolineare gli aspetti fondamentali:
- Evoluzione dell’industria di raffinazione: le raffinerie convenzionali si riducono drasticamente, in numero e capacità, in entrambi gli scenari. Ma mentre nel “Max Electron” la sostituzione con impianti che producono biofuels sostenibili ed e-fuels è limitata e distribuita in modo disuguale nel territorio, nel “Max Molecule” essi rimpiazzano efficacemente le raffinerie convenzionali in numero e distribuzione geografica.
- Sicurezza degli approvvigionamenti energetici: in conseguenza del primo punto, l’Europa del “More Molecule” ha un’indipendenza energetica molto più robusta del caso “Max Electron”. Infatti, insieme agli e-fuels parzialmente importati, la produzione domestica di biofuels sostenibili da biomassa disponibile in Europa, è sufficiente a soddisfare il fabbisogno di carburanti liquidi. Per il trasporto di terra, aria e mare, per i servizi essenziali in tempo di pace e per le esigenze delle forze armate in caso di conflitto.
- Sicurezza non soltanto per i carburanti, ma per l’economia: nel “More Molecule”, la produzione di diesel, GPL e Fuel Oil è equilibrata con la domanda, e la necessità di importare kerosene si riduce rispetto al “Max Electron”. La nafta prodotta in UE, materia prima essenziale per l’industria chimica, soddisfa la domanda nel primo caso, mentre nel “Max Electron” la dipendenza dall’importazione è significativa.
Confronto fra le conseguenze dei due scenari teorici

Fonte: S&P Global Commodity Insights
In conclusione, che cosa ci indica lo studio S&P? Che la strada di una transizione equilibrata, competitiva ed economicamente sostenibile dell’industria della raffinazione:
- non solo è compatibile con l’obiettivo del “net-zero” CO2 al 2050,
- ma comporta notevoli vantaggi al sistema industriale Europeo
- ed alla sicurezza degli approvvigionamenti energetici del nostro Continente.
La speranza è che il legislatore Europeo abbandoni l’ideologia dell’elettrificazione ad ogni costo e dia spazio a tutte le soluzioni.



















