Il 28 aprile scorso, a Torino, si è tenuto il primo International Summit on Sustainable Biofuels, un evento fortemente voluto dal Governo italiano, ed in particolare dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, che ha preceduto il G7 Ambiente, Energia e Clima di Venaria Reale.  È particolarmente significativo che l ́Italia, presidente di turno del Summit, abbia voluto concentrare l'attenzione della comunità internazionale riunita a Torino proprio sul ruolo centrale che i biocarburanti sostenibili possono giocare nel processo di decarbonizzazione dei trasporti. Il G7 è infatti un consesso internazionale in cui i temi all’ordine del giorno sono molteplici, dalla sicurezza energetica al passaggio da un sistema economico lineare ad uno circolare, passando per l'inquinamento del suolo e dell'acqua, il ruolo del nucleare e del gas, e molto altro ancora.

Il Governo, tuttavia, ha voluto accendere i riflettori proprio sul ruolo dei carburanti rinnovabili, con un side event ad hoc che ha visto la partecipazione di alcuni tra i principali player internazionali del settore, coinvolgendo l'industria, le organizzazioni internazionali, il mondo della ricerca e le stesse istituzioni.  Il risultato è il Turin Joint Statement on Sustainable Biofuels (TJS), un documento sottoscritto già da oltre 75 organizzazioni a livello internazionale che ribadisce il sostegno dei firmatari allo sviluppo di policy chiare e di lungo termine per favorire la decarbonizzazione di un settore, quello dei trasporti, che ad oggi ha ridotto meno le proprie emissioni rispetto a comparti come il manifatturiero e la produzione elettrica, giusto per citare i principali settori ricompresi nel sistema di scambio delle quote ETS.

Il TJS ha anche l'arduo compito di costruire un ponte tra il G7 presieduto dall'Italia e il G20 presieduto dal Brasile, paese che crede fortemente nei biocarburanti e che era presente, con la Ministra per l'Ambiente e il Cambiamento Climatico, Marina Silva, al Summit di Torino. Da segnalare anche il forte sostegno dell’India, rappresentata da Esha Srivastava, sotto la cui Presidenza del G20 è stata fondata la Global Biofuel Alliance, e del Viceministro Elnur Soltanov in rappresentanza della COP29, che quest'anno sarà presieduta dall’Azerbaijan. Si tratta di presenze importanti, che confermano la dimensione internazionale che informa il dibattito sulla transizione energetica globale e il ruolo imprescindibile che i carburanti rinnovabili, bio e sintetici, giocheranno in tal senso.

Il TJS è stato menzionato esplicitamente nel comunicato finale dei Ministri del G7 e resterà aperto alla sottoscrizione da parte di tutte le organizzazioni interessate fino ad ottobre, prima che il G20 presieduto dal Brasile colga le redini del dibattito a livello internazionale per rendere ancora più inclusiva e partecipata la dichiarazione di Torino.

Data l'importanza dell'evento, abbiamo subito accettato l'invito del Ministro Pichetto Fratin a partecipare ai lavori del Summit come Neste, in quanto primo produttore al mondo di diesel rinnovabile e di carburante sostenibile per l'aviazione (SAF, dall ́acronimo inglese, Sustainable Aviation Fuel). Con una capacità produttiva di 5,5 milioni di tonnellate annue, che crescerà a 6,8 milioni entro i prossimi due anni, Neste conferma il proprio commitment a rendere i propri prodotti fossilizzati sempre più disponibili sui mercati globali, a partire dai tre continenti in cui abbiamo stabilito i nostri siti produttivi: Europa (Olanda, Finlandia), USA (California) e Asia (Singapore).

Nel settore stradale, vediamo una domanda di HVO (Hydrotreated Vegetable Oil) di almeno 30 milioni di tonnellate annue al 2030, a fronte di una disponibilità di residui, rifiuti e scarti - cosiddetti waste & residues - di oltre 40 milioni di tonnellate a livello globale. Per aumentare ancora di più il potenziale di feedstock per la produzione di HVO e SAF stiamo investendo massicciamente in ricerca e sviluppo di nuove materie prime, con 85 milioni di euro solo nel 2023 e circa un quarto del nostro personale impegnato in R&D.

Se ad oggi gli acidi grassi derivanti dalla lavorazione degli scarti delle biomasse, ad esempio olio di cucina e grassi animali, costituiscono la maggior parte della nostra base produttiva, stiamo studiando il potenziale offerto da nuove materie prime, come le alghe, la lignocellulosa, le colture intermedie e di copertura non in conflitto con i terreni ad uso food & feed, che costituiscono un esempio virtuoso di agricoltura rigenerativa, e il Power-to-X, che consentirà in futuro l'utilizzo di elettricità rinnovabile e CO2 per la produzione pressochè illimitata di carburanti sintetici o e-fuels.

Il 2024 sarà un anno chiave, in cui circa la metà della popolazione mondiale sarà chiamata a rinnovare, in elezioni nazionali, federali o regionali, le proprie istituzioni rappresentative. Sarà anche un anno cruciale per le politiche climatiche mondiali, che vedranno proprio nella COP29 di Baku e nel G20 presieduto dal Brasile due momenti fondamentali per la definizione di un approccio coordinato agli sforzi di riduzione delle emissioni climalteranti. Come Neste crediamo che il dialogo costruttivo con le imprese rappresenti un fattore cruciale per la definizione di policy efficaci che ci consentano di rispettare la traiettoria stabilita con gli Accordi di Parigi del 2015 e, in definitiva, di raggiungere le zero emissioni nette entro il 2050.

In tal senso, continueremo a fare la nostra parte al motto di Change runs on renewables!