Senza materie prime critiche (Critical Raw Materials – CRM), la transizione energetica non sarà attuabile: infatti, alcuni materiali come cobalto, litio, terre rare e rame sono cruciali per la produzione di tecnologie chiave a basse emissioni di carbonio. Tuttavia, tali prodotti presentano un’elevata concentrazione geografica con i tre maggiori produttori (extra UE) che rappresentano il 70% della capacità produttiva globale. Ciò genera una forte dipendenza dall’estero e un peggioramento della sicurezza degli approvvigionamenti che dipendono da paesi instabili o poco affidabili.
In un contesto condizionato da fattori economici, logistici, competitivi, geopolitici non controllabili, il bisogno di ricorrere a soluzioni locali più sicure che possano garantire e giustificare investimenti di lungo termine è concreto. Due le principali strade da percorrere:
- fare leva sull’economia circolare, e quindi sul riciclo già largamente applicato a molti materiali:
- disegnando le componentistiche in modo da poterne enucleare facilmente i minerali;
- sviluppando processi e modelli di business di riciclo specifici per i CRM;
- aumentare l’approvvigionamento da fonti minerarie nazionali con l'obiettivo di:
- avere un ruolo attivo sul mercato internazionale di queste materie prime;
- sviluppare tecnologie innovative e modelli di business sostenibili, adatti ai paesi UE ed esportabili in altri paesi.
Una seria politica di riciclo presuppone un investimento in tecnologie, capacità e competenze per gestire all’interno dei confini comunitari il ciclo di vita delle materie prime critiche, ma non basta a garantire l’autonomia all’UE. Per mitigare i rischi di approvvigionamento, occorre anche rilanciare le attività di estrazione mineraria in chiave sostenibile sul territorio dell’Unione.
Da qui muove l’impegno di Assorisorse - l’associazione che riunisce le imprese della filiera dell'energia e delle miniere impegnate a valorizzare le risorse naturali attraverso l'innovazione tecnologica finalizzata alla neutralità carbonica e all'economia circolare - di sostenere il rinascimento dell’industria estrattiva di minerali critici da fonti convenzionali ed alternative nel raggiungimento dei target nazionali ed europei per garantire una riduzione della dipendenza nell’approvvigionamento.
Per farlo è importante recuperare lo svantaggio industriale legato alla limitata conoscenza dei processi di esplorazione, estrazione e trasformazione dei minerali critici necessari per lo sviluppo delle nuove (e vecchie) tecnologie, garantendo così alle imprese nazionali manifatturiere una sicurezza di lungo termine per i loro investmenti. A tal fine vi è la necessità, da un lato, di contare su riferimenti legislativi chiari e prevedibili, a sostegno della competitività delle imprese e per garantire una politica di utlizzo sostenibile di sottosuolo, aree bonificabili, rifiuti; dall’altro, bisogna diffondere la consapevolezza delle opportunità che si possono sviluppare partendo dal patrimonio geologico e minerario, rispettando gli standard ambientali del nostro tempo e utilizzando tecnologie all’avanguardia in termini di sostenibilità e sicurezza del personale.
Assorisorse, che conta sull’integrazione delle competenze della filiera industriale estrattiva dall'Energia ai Minerali, è particolarmente attiva nel sostegno e supporto di questa attività imprenditoriale da sviluppare nell'interesse nazionale. Molte le iniziative messe in campo negli ultimi anni.
A cominciare dall’istituzione di una Task Force Critical Raw Materials che comprende aziende afferenti a diversi comparti della filiera energetica ed estrattiva, che condividono competenze, know-how e le capacità operative necessarie per dare una risposta industriale ai nuovi fabbisogni. Tra le imprese coinvolte: Baker Hughes, Bonatti, Eni, GM Green Methane, Gruppo Hera, Italfluid Geoenergy, Minerali Industriali, Rina Consulting, Saipem, Sibelco, Wasteandchemicals, supportate da esperti e tecnici esterni — compreso Domenico Savoca, Presidente di ANIM, i coordinatori di SPE-Italia e Corrado Baccani, ex Cosigliere Assorisorse. Una Task Force che lavora insieme per l’individuazione di percorsi e business case da poter sviluppare in Italia e replicare in giro per il mondo.
Quattro sono i filoni in cui si sviluppa il lavoro della Task Force :
- definizione di un quadro normativo per rendere l’Italia un Paese attrattivo per le imprese e sviluppare il business potenziale sull'approvvigionamento di CRM,
- definizione di un metodo per mappare il potenziale nazionale minerario (identificazione di minerali di riferimento), le tecnologie di recupero/riciclo e le opportunità derivanti dell’utilizzo di infrastrutture esistenti,
- individuazione dei siti target nelle varie aree geografiche a partire da siti «storici» e siti produttivi,
- individuazione e successivo coinvolgimento dei principali stakeholders istituzionali (Università, ISPRA, Unmig).
I principali risultati di questo gruppo ci restituiscono la fotografia di una filiera estrattiva italiana che può contare su imprese che detengono tutte le tecnologie e il know-how per affrontare la sfida delle materie prime critiche, il cui sviluppo è un'evidente opportunità per tutti i comparti industriali. Diverse sono le aree in cui realizzare progettualità concrete con un approccio multidisciplinare integrato: in primis, Recupero, Riciclo ed Estrazione, combinando Economia circolare, Innovazione, Digitalizzazione, Chimica e Architettura ambientale in nuovi processi industriali basati su nuovi modelli di business. Secondo la Task Force però, per procedere è necessario definire una visione strategica per caratterizzare una politica industriale organica e un approccio distruptive tipo «Industria 5.0» (sustainable, human-centric and resilient) che riformuli l'esperienza del passato secondo nuovi criteri — evitando il mero adeguamento dei processi industriali tradizionali alle "best practice". Serve, inoltre, potenziare le competenze per rafforzare la filiera strategica delle imprese e degli operatori e sfruttare le opportunità di esportare il modello e le tecnologie anche all’estero, prioritariamente nei paesi dove il sistema Italia è già impegnato (cfr. Piano Mattei).
Grazie all’impegno di competenze riconosciute ed accreditate, Assorisorse, è diventato punto di riferimento a livello nazionale in materia di iniziative legate ai materiali critici: partecipa infatti al Tavolo Interministeriale sulle Materie Prime Critiche, è stata audita in Senato, ed è intervenuta in numerosi Forum nazionali, compreso quello dell’AIDIC - Associazione Italiana Di Ingegneria Chimica.
Inoltre, con la prospettiva di diffondere la conoscenza sulla materia e di definire proposte politiche pubbliche per lo sviluppo sostenibile del settore estrattivo in Italia con un approccio neutrale e basato su criteri scientifici, ha istituito, insieme a WEC Italia e SDA Bocconi, il primo Osservatorio Italiano Materie Prime Critiche Energia – OiMCE. Il tutto sempre nell’ottica di affrontare le problematiche industriali coinvolgendo soggetti accreditati diversi.
Assorisorse è anche consapevole che serve mettersi in gioco con progetti sperimentali e che le fonti di minerali critici potrebbero arrivare anche dal mare: insieme a INGV e all’Istituto Nazionale di Oceonografia e Geofisica Sperimentale, è stato vinto un piccolo, ma significativo, bando MIUR per identificare e caratterizzare i depositi e i minerali del fondo marino per esigenze industriali e tecnologiche. Ciò avverrà attraverso attività di prospezione e ricerca mineraria da svolgersi in siti di acque profonde del Mar Tirreno. In questo progetto, Assorisorse svolgerà uno dei suoi compiti istituzionali: identificare stakeholders, in questo caso interessati ai critical raw materials, e implementare azioni di diffusione e divulgazione delle attività di progetto.
Infine, l’Associazione è parte della rete GeoSciesce IR, progetto PNRR finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca. Il progetto, cui partecipano tredici Università e tre Enti di Ricerca, ha come obiettivo la realizzazione di GeoSciences IR, una nuova infrastruttura di ricerca per la Rete Italiana dei Servizi Geologici (RISG): sarà un’infrastruttura innovativa di tipo open cloud che conterrà dati, servizi, strumenti di processing e moduli di training sviluppati sulle tematiche geologiche identificate come prioritarie nell’ambito della RISG, comprese le attività di estrazione di minerali solidi.
L’Italia deve essere pronta a dare il proprio contributo perché la filiera estrattiva esiste e la sua valorizzazione risulta cruciale nell’attuale contesto economico e di transizione energetica.