Garantire la disponibilità e l’approvvigionamento dei Critical Raw Materials è cruciale per la produzione di energie pulite e l’intero percorso verso la decarbonizzazione, ma molte sono le sfide, tecnologiche e geopolitiche, da affrontare.

Partendo da questa premessa, WEC Italia - Comitato Nazionale Italiano del World Energy Council ed Assorisorse - Associazione di Confindustria per le Risorse Naturali ed Energie sostenibili, in collaborazione con SDA Bocconi School of Management e col supporto del knowledge partner CESI, hanno dato vita all’Osservatorio italiano sui Materiali Critici Energia” - OiMCE, quale presidio permanente nazionale aperto all’adesione degli stakeholder impegnati sul tema.

Secondo le ultime proiezioni dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, il consumo di fonti fossili - petrolio, gas naturale e carbone - raggiungerà il picco prima del 2030 a causa della rapida crescita della produzione di elettricità generata da energie rinnovabili e della vendita di auto elettriche.

Indubbiamente, il raggiungimento degli obiettivi climatici al 2030 e al 2050 implica una necessaria accelerazione nella decarbonizzazione di tutti i settori dell’economia attraverso l'adozione di un ampio ventaglio di tecnologie tra cui soluzioni fortemente legate alle forniture di minerali e materie prime critiche (es. pannelli fotovoltaici, turbine eoliche ed auto elettriche). Più l’accelerazione della transizione energetica sarà veloce, tanto più sarà sfidante far fronte all’aumento significativo nel consumo di alcuni minerali e metalli, che vengono pertanto definiti “critici”. Molte delle tecnologie pulite, infatti, hanno in comune un maggiore fabbisogno di minerali rispetto alle loro controparti basate sui combustibili fossili: un'auto elettrica può richiedere in media quantità di minerali sei volte superiore rispetto a un'auto tradizionale.

È pertanto cruciale nei prossimi anni poter garantire la disponibilità e l’approvvigionamento dei materiali critici quali litio, cobalto e terre rare per evitare ulteriori ritardi nel percorso di decarbonizzazione dei diversi settori dell’economia. È anche necessario espandere l’offerta di tali materiali in linea con la domanda, attraverso la ricerca e l'estrazione mineraria, ma ponendo particolare attenzione alla sostenibilità nelle attività di estrazione, produzione e raffinazione, per esempio attraverso la condivisione delle informazioni, la tracciabilità dei prodotti e l'adozione di standard ambientali e sociali elevati.

L’alta concentrazione geografica, infatti, in specifiche regioni del globo dei materiali ritenuti essenziali per la produzione di tecnologie verdi (es. terre rare in Cina) genera rischi e criticità anche di natura geopolitica, che, per certi versi, ricordano la situazione dei combustibili fossili. Tuttavia, occorre sottolineare che vi sono importanti differenze tra materiali critici e combustibili fossili per quel che riguarda i rischi derivanti dalle interruzioni di fornitura o dalla volatilità dei prezzi. In primo luogo, un aumento dei prezzi di petrolio e gas si riflette nel breve termine in tutta l’economia dei Paesi importatori, con impatti anche gravi sulla bilancia dei pagamenti, sulla competitività del sistema industriale e più in generale su imprese e cittadini, come dimostrato dalla recente crisi del gas.

Inoltre, interruzioni o riduzioni significative nella fornitura di queste fonti energetiche rischiano di mettere in seria difficoltà l’intera economia causando il rallentamento delle attività industriali e gravi disagi anche nei consumi domestici. Diversamente, carenze nell’approvvigionamento o picchi improvvisi nei prezzi dei materiali critici impattano nel breve termine “solo” sulla produzione delle tecnologie pulite, rischiando di rallentare il percorso di decarbonizzazione, ma non la fornitura e il costo dell’energia. L’intervallo più lungo tra gli shock esterni e il loro impatto dà maggiore respiro per l'implementazione di soluzioni di mitigazione dei rischi di approvvigionamento, attenuando il potenziale di minaccia esercitabile da chi controlla la catena di fornitura dei materiali critici.  

Esistono diverse soluzioni per ridurre la dipendenza dall’import di materiali critici, a cominciare dallo sviluppo di nuovi progetti di esplorazione ed estrazione domestica, che comunque richiedono molto tempo e non sempre trovano il supporto delle comunità locali. Tuttavia, lo sviluppo di una produzione domestica non appare sufficiente a soddisfare completamente la domanda futura, anche in considerazione delle tempistiche sfidanti previste dalle attuali politiche climatiche (es. 40% di energia rinnovabile entro il 2030 in UE). È fondamentale quindi procedere attraverso partnership e alleanze con Paesi alleati o amici, in un’ottica di friend-shoring e near-shoring.

Tra le soluzioni più logiche per mitigare i problemi di natura geopolitica e ambientale vi è certamente quella di incentivare il riciclo dei materiali utilizzati per la produzione delle tecnologie pulite. Proprio su quest’ultimo tema, recupero e riuso dei materiali critici, l’OIMCE insieme al technical partner Utilitalia sta istituendo un gruppo di lavoro ad hoc, che avrà come obiettivo di raccogliere e rappresentare i maggiori punti di attenzione alle istituzioni su un tema strategico per l’approvvigionamento italiano di materie prime e minerali critici.

Inoltre, in considerazione della quasi totale dipendenza dell'Italia dalle importazioni di tecnologie pulite, con poche eccezioni, sarà importante analizzare in che modo le modifiche del Piano Nazionale Integrato Energia Clima modificherà le esigenze di materie prime critiche connesse alle tecnologie e impianti che dovranno essere sviluppati per far fronte agli obiettivi. In questo ambito, l’OIMCE sta avviando un’analisi con l’obiettivo di condividere con gli stakeholder nazionali le criticità e le esigenze di sviluppo di nuove filiere, di nuove competenze e partnership anche intersettoriali.   

Tra gli altri aspetti tecnologici che l’Osservatorio si propone di analizzare troviamo questioni quali la riduzione del fabbisogno di materiali, l’identificazione di materiali alternativi, le nuove tecniche estrattive, l’aggiornamento della mappa mineraria italiana e nuovi criteri di sostenibilità per il settore; in relazione ad aspetti geopolitici saranno investigati la facilitazione degli investimenti upstream per aumentare la capacità produttiva, la diversificazione dei canali di approvvigionamento, la rilocalizzazione di segmenti della catena del valore, le opportunità di iniziative di cooperazione internazionale, la necessità di una borsa ufficiale dei metalli rari, l’introduzione di requisiti legali per la contabilità delle riserve e della produzione.

Per maggiori informazioni sull’Osservatorio, attività e modalità di adesione è possibile visionare il sito ufficiale www.wec-italia.org/OIMCE

 

Hanno  partecipato alla stesura di questo articolo: Andrea Biancardi (Ricercatore SDA Bocconi), Paolo D’Ermo (Segretario Generale WEC Italia), Matteo Di Castelnuovo (Professore Associato SDA Bocconi)