La Guardia di Finanza, nel più ampio contesto dell’esercizio delle funzioni di polizia economica e finanziaria riconosciute al Corpo dalla normativa vigente, effettua attività ispettive e indagini al fine di garantire il rispetto della legalità nel settore della commercializzazione del GPL, anche con particolare riferimento alla disciplina recata dal decreto legislativo 22 febbraio 2006, n. 128. Al riguardo, si evidenzia che nelle recenti stime della “Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva – Anno 2022” la propensione al gap (rapporto tra imposta evasa e gettito teorico) riguardante le accise sui prodotti energetici è passata dal 9,7% del 2019 al 10,9% del 2020.

Per far fronte a questa situazione è fondamentale Io scambio di informazioni e la collaborazione tra tutti gli stakeholder del settore. Sono stati da tempo avviati, pertanto, importanti e fertili rapporti di collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, anche al fine di condividere dati e informazioni qualificate per l’effettuazione di analisi operative utili a indirizzare i controlli dei Reparti nei confronti dei soggetti in possesso dei più gravi indici di anomalia. Molto utile è, altresì, la collaborazione con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, che ha permesso di conseguire brillanti risultati nel contrasto alle pratiche illegali più diffuse.

In tale ambito, una menzione a parte merita, poi, la sinergia instaurata con l’Associazione Nazionale Imprese Gas Liquefatti (Assogasliquidi). È stato, infatti, avviato un proficuo rapporto di collaborazione sia a livello centrale con il Comando Generale della Guardia di Finanza sia in ambito periferico, attraverso il supporto delle attività investigative dei Reparti e la partecipazione di qualificati rappresentanti dell’Associazione quali docenti ai corsi di formazione organizzati per l’affinamento della preparazione tecnico-professionale dei militari del Corpo. Queste iniziative sono particolarmente rilevanti perché consentono uno scambio di esperienze che coniugano l’aspetto tecnico-normativo con quello operativo, nell’ottica di individuare e reprimere i fenomeni di illegalità più gravi e diffusi sul territorio. Tale decennale collaborazione ha permesso di formare circa mille finanzieri per lo svolgimento delle attività di controllo nel peculiare comparto.

La commercializzazione del GPL è un settore in cui sussistono frodi che ledono diversi beni giuridici tutelati dal nostro ordinamento anche attraverso una sanzione penale. In particolare:

  1. l’imbottigliamento abusivo di GPL al di fuori degli impianti autorizzati;
  2. la mancanza del certificato di prevenzione incendi;
  3. la contraffazione, alterazione o l’uso di marchi o segni distintivi ovvero di brevetti, modelli e disegni;
  4. il commercio di bombole di GPL aventi origine, provenienza, qualità o quantità diverse da quelle dichiarate e/o pattuite;
  5. l’alterazione degli elementi identificativi delle bombole, al fine di eliminare gli originari marchi delle società legittimamente proprietarie e vendita dei citati recipienti di GPL con nomi e marchi delle società irregolari, in modo da trarre in inganno i consumatori;
  6. l’appropriazione indebita di bombole di proprietà di terzi da destinare al riempimento abusivo.

Il fenomeno dell’appropriazione indebita coinvolge soggetti economici che, appropriandosi di bombole altrui, ne effettuano l’imbottigliamento reimmettendole fraudolentemente nel mercato, spesso con la complicità dei rivenditori, approfittando della scarsa informazione fornita. Tale illecito viene perpetrato attraverso l’alterazione fraudolenta dei recipienti. Sul mercato sono presenti anche operatori non autorizzati, i quali provvedono alla raccolta delle bombole e al loro riempimento illegale, spesso truffando anche il cliente con la fornitura di un quantitativo inferiore a quello dichiarato. Il prodotto sottratto fraudolentemente agli ignari consumatori diventa, di fatto, una riserva “in nero”, con la quale si garantiscono ulteriori profitti dalla successiva rivendita, che avviene in evasione delle accise, dell’IVA e delle imposte sul reddito.  Questo comportamento, oltre a generare una concorrenza sleale sul mercato a svantaggio degli operatori onesti, crea anche pericoli per l’incolumità pubblica in quanto tali soggetti non provvedono alle revisioni periodiche delle bombole ed effettuano riempimenti senza adottare le misure di sicurezza previste. Diversi sequestri operati dai Reparti del Corpo hanno riguardato, infatti, bombole contenenti GPL non conformi agli standard di sicurezza con recipienti che, oltre a non essere stati revisionati, erano stati riempiti con quantitativi di prodotto notevolmente inferiore al dichiarato, in frode agli ignari acquirenti.

Un altro comportamento illegale, non scevro da potenziali pericoli per la sicurezza, è quello di ricorrere all’utilizzo di GPL per autotrazione fornito dai distributori stradali per il riempimento delle bombole di gas. Ciò avviene anche grazie alla compiacenza di gestori senza scrupoli, che contravvengono a precise norme fiscali e di sicurezza. Sussistono, infine, profili di connessione tra le fenomenologie fraudolente che interessano il settore e le frodi fiscali attuate attraverso false fatturazioni.

Se guardiamo ai risultati, nell’ultimo anno, diverse operazioni della Guardia di Finanza hanno consentito di individuare gestioni di attività completamente al di fuori delle norme vigenti, con importanti benefici sia in termini di sicurezza sia per la tutela del consumatore. In particolare, dal mese di gennaio 2020 al mese di ottobre 2022 sono stati sottoposti a sequestro circa 50.000 pezzi tra bombole e altri recipienti, con una tendenza all’aumento rispetto all’anno precedente riscontrata nel corso del 2022.